Età del Bronzo ( 1880 - 1900 a.C. )
Il "Villaggio delle Macine", scoperto alcuni anni fa sulle rive del lago di Albano, parzialmente sommerso, è un chiaro indizio del processo di centralizzazione in atto nel Lazio meridionale tra il Bronzo antico e il Bronzo medio. Il ritrovamento di grossi contenitori, macine in pietra, asce di bronzo e manufatti metallici restituisce un'intricato quadro dell'economia agricola e di scambio che doveva caratterizzare all'epoca il Lazio. Ricerche bio-archeologiche condotte dal Groningen Istitute of Archaeology indicano come la coltivazione di cereali sia stata praticata, a differenti scale, in tutta la regione pontina. Gli indizi in nostro possesso concorrono a delineare una società che gradualmente si avvia verso una maggiore complessità. La produzione di un surplus stimolò la nascita di comunità più ampie e sedentarie che culminarono successivamente in precoci forme di urbanizzazione. La produzione di sale che ebbe luogo durante il Bronzo finale del sito P13 può essere interpretata come parte di una rete di produzione e scambi nella quale erano coinvolti siti dell'entroterra.
L'età del Ferro ( ca. 900 580 a.C. )
Come per l'età del Bronzo, le evidenze maggiori per l'età del Ferro provengono dai Colli Albani. Le sepolture mostrano come la società laziale divenne via via più stratificata, fino a portare, nel settimo secolo a.C., alla formazione di un'aristocrazia. Un processo che contempla la nascita di insediamenti su pianoro, ed una graduale occupazione del territorio tra di essi, ed opera di piccoli villaggi e fattori, possibilmente in regime di proprietà della terra, caratterizza il periodo. Quelle che vediamo sono infatti le prime tracce del paesaggio classico costituito da città e territori di pertinenza. Vere e proprie città, dotate di un'architettura monumentale appariranno solamente durante l'età arcaica.
Il periodo arcaico ( 580-490° a.C.)
Nel sesto secolo a.C. troviamo nel Lazio un gran numero di città, disposte ad una distanza piuttosto regolare fra di loro. La maggior parte possiede templi, abitazioni con fondamenta in pietra, fortificazioni che spiccano nel paesaggio circostante. Antium Satricum e Ardea costituiscono buoni esempi, ma anche Valvisciolo, nei Monti Lepini, era un'importante città arcaica. E' ipotesi condivisa che ciascuna città fosse all'epoca un'entità autonoma, con il proprio territorio di appartenenza. I piccoli villaggi e le fattorie isolate che erano diffuse nei dintorni dei centri maggiori sono oggi rintracciabili tramite i resti delle tegole che emergono dai campi appena arati; in questo periodo infatti anche e abitazioni rurali si avvalevano di tetti coperti con le tegole.
Il periodo repubblicano
Questa stabile organizzazione di città indipendenti si trovò, durante il quinto e il quarto secolo a.C., sottoposta a pressione a causa di incursioni provenienti dalle popolazioni delle montagne. Contemporaneamente Roma diveniva sempre più importante e, insieme alle città latine, premeva anch'essa, incrementando la sua influenza sulla regione pontina tramite la creazione di colonie ai piedi dei Monti Lepini e al Circeo; in questo modo assumeva il controllo della piana e della costa. Tutto ciò costituisce il primo passo del processo che chiamano "romanizzazione", e che portò, dopo il 350 a.C. tutta la Pianura Pontina sotto il controllo di Roma. Quando venne costruita la via Appia, l'intera Pianura Pontina si giovò della nuova struttura e la piana si ritrovò coperta di villaggi romani, piccoli borghi e fattorie. |