I ritrovamenti
I ritrovamenti archeologici ci aiutano nell'indicazione della cronologia e della funzione di un sito. Mentre l'archeologo rimuove il terreno, tutti gli oggetti al suo interno sono raccolti e suddivisi per livelli. Ad ogni livello appartiene un sacchetto sul quale una sigla indica la provenienza; correlare i ritrovamenti con il loro contesto è un fattore di cruciale importanza nello studio successivo, anche considerando che non si ha il tempo, durante lo scavo stesso, di effettuare studi dettagliati sulla natura dei rinvenimenti ( il sito P13 ha restituito migliaia di frammenti ceramici ). Lo studio dei materiali viene effettuato successivamente in un laboratorio collocato presso la scuola S. Maria Goretti a Nettuno, dove gli archeologi sono ospitati.
Pulizia e conservazione
Alla fine della giornata di scavo, i ritrovamenti sono trasportati presso il laboratorio, dove verranno processati, in buste di plastica sigillate. Per prima cosa tutti i frammenti ceramici vengono accuratamente lavati e posti ad asciugare all'aria aperta, al sole. In questo modo si impedisce l'ulteriore deterioramento della ceramica, dovuto all'umidità e ai processi biologici, e il frammento ceramico è chiaramente visibile e pronto per gli studi successivi. In archeologia la conservazione dei materiali dopo lo scavo è un fattore di importanza pari a quella dei materiali stessi.
Selezione
In una fase successiva si effettua una selezione tra i frammenti ceramici, mirando ad isolare quelli che restituiscono più informazioni sulla forma del vaso, i cosiddetti frammenti diagnostici. Da una piccola porzione del vaso è spesso possibile ricavarne il diametro, la forma, la stabilità e la funzione. Lo spessore delle pareti e la presenza ( o assenza ) di decorazione, può indicare se un vaso è stato utilizzato come contenitore da trasporto o per lo stoccaggio, o è invece una fine ceramica da mensa. I frammenti selezionati, ciascuno dei quali è numerato singolarmente, in maniera da poter sempre individuare con esattezza la provenienza, vengono disegnati, fotografati, e confrontati con altri frammenti provenienti da altri contesti, in maniera tale a stabilire una cronologia relativa del sito. Tutti i frammenti sono contati, pesati e il contesto complessivo di ritrovamento è descritto. I frammenti non selezionati sono immagazzinati per ricerche successive o ricostruzioni.
Ricerche ulteriori
Il GIA ha investito molti sforzi in un nuovo metodo di studio, focalizzato sulla pasta della ceramica rinvenibile nella Pianura Pontina. Analisi sistematiche sulle caratteristiche fisiche dell'argilla, sul suo trattamento e sulla sua cottura forniranno ulteriori informazioni sulla tecnica della fabbricazione dei vasi, sulla provenienza dell'argilla e sulla distribuzione della ceramica attraverso il tempo e lo spazio. Forniranno inoltre un metodo alternativo di datazione, utile soprattutto durante la ricognizioni, prescindere dalla tipologia. In pratica ciò significa che è necessario individuare colore dell'argilla cotta, e i tipi e distribuzione di minerali un asse inclusi. Ogni attributo riceva un codice, compreso nel codice finale relativo alla pasta ceramica. Questo lavoro necessita di un laboratorio, di un buon microscopio e un occhio allenato. Mentre la conoscenza della ceramica ritraduce in una cronologia relativa, le datazioni al radiocarbonio restituiscono date assolute, relative ai livelli archeologici
"Trovare gli attacchi "
"Trovare gli attacchi " indica semplicemente il lavoro dell'archeologia che consiste nel trovare (ed accettare) quei pezzi che hanno una frattura in comune, per poter ricostruire ampie porzioni dei vasi, e avere di essi un'idea migliore riguardo alla forma e alla funzione; inoltre il processo indica anche quali livelli archeologici sono correlati fra di loro. Questo metodo, che comporta un notevole dispendio di tempo, spesso può portare ad una ricostruzione esponibile al pubblico. Tuttavia, di solito, non tutte le porzioni del vaso possono essere ritrovate, e parti di esso devono essere ricostruite con materiali moderni. È buona norma che i vasi ricostruiti mostrino sempre, in maniera inequivocabile, la distinzione tra le parti ricostruite e quelle originali; l'effetto è di solito ottenuto tramite la variazione del tono del colore delle parti aggiunte.
Mostra e pubblicazione
I progetti archeologici sono inutili se i risultati non sono pubblicati. La diffusione della informazioni dovrebbe riguardare sia la comunità intesa nella sua accezione più ampia; questo significa che è necessario progettare non solo una pubblicazione scientifica, comprensiva di tutti i dati tecnici, ma anche pubblicazioni di carattere più divulgativo. Gli archeologi condividono la responsabilità, verso il grande pubblico, di informare la comunità sulle loro ricerche e sui risultati dei loro studi; questa mostra ne è un esempio. In questo modo chiunque, mosso da interessi professionali o semplicemente ai risultati dello scavo. |