Tra Capo d'Anzio e il Circeo, si situa il complesso archeologico di Torre Astura, che definisce la porzione meridionale di un'ampia pianura, compresa tra la città di Nettuno e il fiume Astura, sede da diversi anni dello stabilimento militare U.T.T.A.T., che ha protetto dalla edificazione della costa un'area di circa 22 ha, permettendoci di ricostruire la Storia attraverso i segni lasciati sul territorio dal tempo e dall'Uomo attraverso decine di migliaia di anni.

Intorno alla foce del fiume Astura, approdo e via di comunicazione e penetrazione nell'interno della regione, si succedono gli interpreti che dalla preistoria senza soluzione di continuità arrivano fino ai nostri giorni. Le fonti antiche parlano di Astura come fiume, isola, città: il complesso consta di una villa marittima di età romana, intimamente connessa con una grande peschiera, un ponte acquedotto e di un impianto portuale con superficie stimabile di circa mq. 50.000. I resti di moli affiorano al livello del mare, il bacino e la sua rotta di avvicinamento sono cosparsi di antichi relitti, che giacciono su fondali relativamente bassi e che documentano la grande attività commerciale dell'area. Tralasciando le imponenti vestigia storielle per una corretta conoscenza del territorio attraverso le sue trasformazioni, proveremo a leggere i segni lasciati dal tempo con un'ottica più integrale partendo dalla Geologia e dalla Preistoria e la Mostra allestita dal Groningen Institute of Archaeology e dalla Città di Nettuno, infatti, pone le basi di questo cammino attraverso il tempo ed il territorio.

Gli importanti risultati scientifici raggiunti sono frutto non solo della stretta collaborazione delle Istituzioni, ma anche del grande entusiasmo con cui le ricerche, da parte di tutti, sono state condotte.

Dott. Annalisa Zarattini
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio