Quella del 1955 fu una stagione difficile! I giocatori disorientati e sconfortati, si rendevano conto, di giorno in giorno, che estremamente arduo era trovare chi potesse, in qualche modo, sostituire Mc Garity. Ad aggravare una situazione così precaria, nella partita contro la Lazio, nella 5a giornata di campionato, capitava un incidente a Marcucci; la squadra veniva così privata del suo capitano che si infortunava seriamente ad un ginocchio, tanto da rimanere inattivo per sei settimane.
In quell'anno il Nettuno perdeva il prestigioso scudetto tricolore, conquistando, però, un onorevole secondo posto dietro la Lazio.
25 Sett. 1955 - La signora Concetta Visca, vedova del primo presidente del B.C. Nettuno, consegna una coppa al capitano della squadra Tony Marcucci dopo la partita vinta sulla Lazio per 6 a 5. Quel giorno il campo di baseball di Villa Borghese veniva intitolato a "Ennio Visca".
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All'inizio del 1956, gravi problemi economici affliggevano il B.C. Nettuno che, come tutti gli altri clubs, era perennemente in crisi per ragioni finanziarie. La squadra, che era nata per il giovanile entusiasmo di un gruppo di ragazzi pieni di ottimismo e di fervore, che era sopravvissuta agli anni duri, ora, per continuare a vivere e a crescere non poteva più contare soltanto sulla sovvenzione del Comune e sul volenteroso contributo dei Soci. Il club stava quindi vivendo momenti estremamente travagliati: questa volta il problema economico era molto più drammatico e pressante di quanto non fosse apparso altre volte. Il tempo degli eroici pionieri era finito! Organizzare un campionato di Serie A, stava diventando, di anno in anno, finanziariamente più gravoso e nel 1956 si rischiava di non potervi partecipare.
A salvare la Società da questa tristissima eventualità, intervenivano la "Stacchini" prima, poi la "Chlorodont" che ridavano la serenità economica, permettendo alla squadra di disputare regolarmente il campionato. Con questo abbinamento che li sollevava da ogni preoccupazione finanziaria e avendo ritrovato la grinta e l'energia di sempre, il "nove" nettunese nel 1956 riuscì a riconquistare il prestigioso scudetto, e a riconfermarsi una volta ancora Campione d'Italia nel 1957, e a conquistare nel 1958 il "Trofeo d'Oro" a quota 1000)(1), raggiungendo un primato ineguagliabile. "...Nettuno ha tutta l'aria di voler conservare a lungo il privilegio di rimanere la culla del nostro baseball... e difficilmente tramonterà a Nettuno il sole che illumina attualmente il mondo del baseball nazionale..." dirà Gianni Falchi.
Intanto, per gli impegni che la vita di tutti i giorni impone, i "veterani" lasciavano man mano alle giovani leve, il loro posto, con profondo dolore, con struggente rimpianto, ma con la certezza di aver ben speso i loro anni giovanili e di aver consegnato in sicure mani il baseball nettunese.
A ripagare la loro fiducia, intere generazioni sono venute su intorno a questo sport, con la stessa passione, con la stessa volontà, con lo stesso entusiasmo, giocando, sempre, nella maniera migliore.
Dal 1959 al 1962 la squadra, abbinata prima all'ALGIDA, poi al FORMICLOR e al SIMMENTHAL, si classificò ai primi posti e sempre in piazzamenti onorevoli. Comunque, in questo quinquennio la squadra conobbe la più grossa crisi tecnica e finanziaria mai avuta! Forse i "veterani" avevano lasciato nelle mani delle giovani leve una responsabilità più grande delle loro reali possibilità. La stessa società fu più volte sul punto di sciogliersi! Ma l'intervento provvidenziale del Principe Borghese fece in modo che questo non avvenisse: nel 1963 acquistò, a sue spese, Giulio Glorioso, l'eccellente lanciatore della Lazio, nemico acerrimo di tante battaglie sportive. Con Glorioso il Nettuno riprese a vincere campionati. Nel 1963, come "Simmental Nettuno", riportava "a casa" lo scudetto tricolore, ricominciando la serie vincente: 1963 - 1964 - 1965 che fu anche l'anno della Coppa dei Campioni. In una partita di semifinale Glorioso superò se stesso: lanciò e vinse contro la squadra tedesca a Mannheim per 5 a 2. Nella storica finale giocata a Nettuno, i tirrenici vinsero contro la squadra olandese di Rotterdam per 4 a 2.
1965 - Il "Simmenthal Nettuno" conquista la coppa dei campioni
Il Sindaco di Nettuno Bruno Lazzaro, consegna a Steno Borghese
Presidente Onorario del Simmenthal Nettuno una targa commemorativa.
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Nel 1966 Glorioso lasciò il "Nettuno" per trasferirsi a Parma, ma ormai le vittorie conseguite avevano attirato attorno alla squadra, che era tornata ad essere la grande compagine di un tempo, un'altra ondata di giovani leve.
Alla fine del campionato 1970, si disputò la prima edizione della Coppa Italia ed il Nettuno arrivato alla finalissima con il Parma vinse con il punteggio di 12 a 7 sul campo neutro del Firenze.
Nel 1971 il Nettuno conquistava il 10° scudetto tricolore; entrava così nel "mito", nella leggenda! "Nettuno Capitale del baseball italiano"; "II trionfo di una squadra-città" titolavano i giornali.
"Cinque anni d'attesa, poi, allo scadere del sesto, il "magnifico dieci"! Il Nettuno conquista il suo decimo scudetto, entrando nella leggenda... Si sentiva che il titolo sarebbe tornato alle sue origini, a quella Nettuno che da ventiquattro anni ormai, è diventata "tradizione" dopo essere stata la culla del baseball in Italia...". Sono ancora una volta parole di Alberto Manetti che sintetizzarono un intero campionato esaltante, entusiasmante che vide il Nettuno protagonista fino all'ultima giornata.
Ma ancora più inebriante arrivava la conquista, in campo europeo, della "Coppa dei Campioni" nel 1972!
Tifosi nettunesi dopo la partita con l'Europhon. |
In campionato, purtroppo, il risultato non fu altrettanto lusinghiero; infatti il Nettuno si classificò soltanto al 4° posto dopo essere stato per tutto il girone d'andata in testa alla classifica Per gli infortuni di Enzo e Alfredo Lauri e per quello ancora più drammatico di Hayes, la squadra perse terreno e fu inutile la sua rincorsa finale.
Nel giugno del '72, a Nettuno, ci furono i festeggiamenti ufficiali per a consegna della "Stella d'Oro" ai "vecchi" e ai giovani atleti della gloriosa squadra. Ricordando la cerimonia Horace Mac Garity, invitato d'onore, giunto appositamente dagli StatiUniti, scriveva: "...La sera del 29 giugno, stavo seduto a fianco del Principe Borghese e guardavo emozionato e commosso la sfilata, la folla era strabocchevole. La banda passò davanti al palco e il principe mi guardò, mi sorrise e mi disse: "Mac, guarda tutta la confusione che hai causato...". Non scorderò mai questa frase e nemmeno il grande principe; non scorderò mai Nettuno e mai, mai i "miei ragazzi".
27 Giugno 1972 - Mister Mac Garity
festeggiato da giocatori e tifosi la sera
dei festeggiamenti ufficiali per la consegna
della "Stella d'Oro" |
Quell'anno la squadra era stata allenata da Giampiero Faraone che assumeva l'incarico dopo essere stato per anni uno fra i giocatori più validi della "giovane leva". Il Nettuno aveva ritrovato un grande allenatore che l'avrebbe portato alla conquista di un altro scudetto: nel 1973 il "Glen Grant Nettuno" si laureava per l'undicesima volta Campione d'Italia.
Quello del '73 è stato un campionato durissimo, combattuto ostinatamente fino all'ultima giornata; alla fine il Nettuno la spuntava sull'Amaro Montenegro di Bologna con una sola partita di vantaggio. E fu "Per il Glen Grant Nettuno l'undicesimo scudetto", "Undicesimo scudetto al travolgente Nettuno", "È il successo di una scuola"... questi alcuni dei titoli dei giornali che riportavano la vittoria del Nettuno nel 1973. La gioia per la conquista dell'undicesimo scudetto mitigò un po' la delusione di essere stati esclusi dalla Coppa dei Campioni, perché eliminati in semifinale dalla squadra olandese dello Sparta di Rotterdam, che vinse l'incontro con il punteggio di 2 a 1 per un fuoricampo dell'antillano Richardson.
29 Giugno 1972 - Nettuno in festa per la
conquista del decimo scudetto tricolore
29 Giugno 1972 - Nettuno in festa per la
conquista del decimo scudetto tricolore
29 Giugno 1972 - Il Sindaco di Nettuno Antonio Simeoni
consegna a Horace Mac Garity la statuetta del "dio Nettuno"
il simbolico dono che la città offre all'indimenticabile allenatore.
29 Giugno 1972 - Horace Mac Garity con i dirigenti e
"vecchi" giocatori del B.C.Nettuno.
29 Giugno 72 - I due vecchi amici si rincontrano: Mc Garity
consegna la "Stella d'oro" a Tonino Marcucci.
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L'allenatore americano, ricordando l'amico, così scriveva
"... Tonino and myself always had a grat affection for each other, there intense loyalty between us which was not spoken. In 1950 Tonino was selected to be Captain on the field....However, Tonino was a very hard word worker at all times, and retained the knowledge he had devoured. Tonino was fantastic, he was intelligent....controlled the play superbly, from his position behind home plate. He was very aggressive, and his courage was never in doubt, as he would play when injured without fear.
Baseball Italia should be proud of "Tonino Marcucci" a true gentleman who contri-buted so much to baseball Italia in the early years.
In the event the Federation ever decided to establish an Italia Baseball Hall of Fame, after all, 35 years have passed, and it's time to consider this project. In the event this project be established, Captain Tonino Marcucci, thè valiant catcher from Nettuno, be the first player to be enshrined in the "Italia Baseball Hall of Fame." No greater omaggio could be awarded to this great gentleman.
("....tra Tonino e me c'era un grande affetto e una stima profonda che non ha bisogno di parole. Nel 1950 egli fu scelto come capitano della squadra....per la sua preparazione, la sua intelligenza, il profondo attaccamento al gioco, la dedizione completa....Tonino fu fantastico; sapeva controllare il gioco superbamente dalla sua posizione dietro "casa base"; aggressivo, coraggioso, più di qualche volta, anche ferito, giocò senza paura.
Il baseball italiano deve essere orgoglioso di Tonino Marcucci, un vero gentiluomo, che ha dato così tanto a questo sport.
Nell'eventualità che la Federazione dovesse decidere di fondare in Italia la "Baseball Hall of Fame" (dopo tutto 35 anni sono passati ed è tempo di prendere in considerazione questo progetto), propongo che il nome di "Tonino Marcucci", il valoroso catcher del Nettuno, venga custodito nella "Italia baseball Hall of Fame". Nessun omaggio più grande può essere fatto a quest'uomo.")
NOTE
1) Per ragioni economiche, ma anche per rendere più interessante il campionato di serie nazionale, nel 1958 la F.I.PA.B. decise di far disputare un regolare campionato alle squadre del C.U.S. Milano, Inter, Firenze, Pirelli, Calze Verdi, "Robur" Parma, ACLI Tigers, Fortitudo (vinse il titolo il C.U.S. Milano) e un "Torneo d'Oro" alle squadre del Nettuno, Roma, Lazio, Universitas (vinse l'"Algida" Nettuno). L'esperimento risultò del tutto negativo, perché creava una profonda frattura tra le squadre del Nord e quelle Laziali. Nel 1959 quindi, le 12 squadre di Serie "A" disputarono un campionato a tre gironi (Nord, Centro, Sud) e una finale tra le prime due squadre di ogni girone, per l'aggiudicazione del titolo italiano. |