Non appena il periodo di iniziazione al Baseball e al Softball terminò sfociando nell'attività agonistica, si presentò subito un grande problema: quello dell'arbitro.
In questo nostro Sport, più che in qualsiasi altro, l'arbitro è indispensabile, tanto che ogni tentativo anche recentissimo di sostituirlo con una apparecchiatura elettronica è naufragato miseramente. L'arbitro nel baseball è parte viva del gioco, con la sua personalità lo indirizza con le sue capacità lo giudica, con la sua intelligenza ne accresce la spettacolarità.
Nel 1947, anno in cui inizia la prima attività agonistica, non si potè far altro che improvvisare gli arbitri; vennero reclutati tra i praticanti meno dotati tecnicamente e tra i primi sparuti tifosi. Tutto si limitò a pochissime persone che, con grande spirito di sacrificio, arbitrarono le partite da soli e a volte più partite nello stesso giorno. Venne tentato un reclutamento di massa; venne pubblicato sui quotidiani del tempo ad opera della LEGA ITALIANA SOFTBALL un avviso per il reclutamento di arbitri. La domanda doveva essere presentata improrogabilmente entro il due agosto 1947 presso la sede della lega a piazza Indipendenza era richiesto il pagamento di una tassa di lire 50.
Inutile aggiungere che nessuno presentò la domanda. Tra i primissimi pionieri di questa attività presenti fino ad ora solamente in sbiaditi ricordi di qualcuno dei vecchi giocatori, o come semplici nomi su qualche trafiletto di giornale, citiamo: Alfonso Graziani, Simonelli, Ascani, Busnengo, Enrico Albert, Salvatore Panebianco, Claudio Ricci, Bellini, Parlanti, Enzo Orazi, Volpato e Mattioli di Roma.
Nel 1948 arbitrano anche Sergio Santaroni, Luciano Minniti.
nel 1949 entrano i romani Alfio D'Aprile e Dario Quattrocolo e il nettunese Giulio Zerella.
Nel 1950 con l'ingresso di Umberto Scirman di Nettuno, Jacowitz e Meda di Milano, Blaffard di Bologna, Antolini di Bologna, Nagi di Verona e più ancora nel 51-52-53 con Giovanni Serra, Enzo Pedacchia, con Giulio Maretti e Franco Abate di Nettuno, Lelli di Bologna, Sussich di Milano, Cattaneo di Bologna, si può dire che la classe arbitrale raggiunge uno sviluppo adeguato alle necessità di quel tempo.
Al terzo congresso nazionale per arbitri nel 1953, il rag. Piero Salvi presidente uscente, nella sua relazione sull'attività svolta nel 1952, facendo il punto sulla situazione arbitrale, comunicava che erano in servizio 43 arbitri; 20 nazionali, 19 zonali, 4 aspiranti! Auspicava di non dover più ricorrere ad arbitri americani che nel 1952 avevano diretto partite della serie B e del girone C.
Il presidente neo eletto, il milanese Attilio Meda e tutti gli arbitri presenti al congresso di Milano (Lelli, Jacowitz, Zerbini, Tondinelli, Betella, Bigi, Arcudi, Nassetti, Cattaneo, Savi, Muzi, Zitti, Bianchi, Bignami tutti membri del C.N.A.), consapevoli di aver dato sempre prove evidenti della maturità raggiunta dalla classe arbitrale, ma consapevoli anche delle responsabilità che gravano su di essa, auspicavano una maggiore collaborazione tra il C.N.A. e i dirigenti centrali della F.I.PA.B. che, rendendosi maggiormente conto dei bisogni della classe arbitrale, avrebbero potuto migliorare il funzionamento dell'intera categoria. "L'arbitro, si sa, è alla base di ogni sport, anche se troppo spesso è dimenticato, se non addirittura offeso" concludeva il presidente Meda. Alla fine del 1982 l'organico è di 367 arbitri, ma che sono sempre pochi per soddisfare le esigenze di più di 500 società affiliate).
Così come grande prestigio ha sempre avuto la squadra di Nettuno, allo stesso modo gli arbitri nettunesi si sono sempre distinti per il notevole contributo dato all'evoluzione della categoria.
Oltre al buon livello tecnico raggiunto da tutti, ci dobbiamo necessariamente soffermare su Giulio Zerella. Vero pioniere del Baseball, nel 1945 frequentò un corso di baseball presso la sede della Y.M.C.A. di Roma diventando in seguito nel 1946 vice allenatore del Nettuno P.S. alternando questa sua attività con quella di arbitro, perché allora tutto ciò era possibile.
Non possiamo non sottolineare la grande disponibilità di Giovanni Serra, uomo di raro equilibrio sia in campo che fuori, il quale riuscì ad aver tanto seguito all'interno della categoria da venire nominato presidente della C.T.A. e del Comitato Arbitri. Gli piace ricordare le grandi difficoltà economiche di quei tempi "per poter spedire le designazioni, in ufficio staccavano i francobolli non annullati dal timbro delle poste". Ha lasciato il baseball attivo nel 1956 chiamato ad un incarico politico di grande responsabilità.
Fin dalle prime apparizioni si impone all'attenzione del baseball figura di Umberto Scirman, - un ragazzo di mt. 1,92 di altezza, 90 Kg. di peso che oltre ad essere imponente fisicamente possiede una personalità e una determinazione incredibile.
Nasce come arbitro nello stesso giorno in cui nasce il baseball a Nettuno, vive con esso le più sofferte esperienze fino ad acquistare tutte quelle conoscenze che per 31 anni ha fatto di lui un vero maestro.
Arbitra a livelli tecnici sconosciuti per quei tempi fino a ricevere nei campionati Europei nel 1962 ad Amsterdam, a cui partecipa, la consacrazione quale miglior arbitro europeo. Crea a Nettuno un cenacolo di baseball a cui partecipano a pieno titolo Maretti, Serra, Abate, Pedacchia, e uditore nel 1954 un certo Franco Faraone. Qui si inizia lo studio sistematico del regolamento e dei primi rudimenti di quella che poi diverrà la "meccanica" dello arbitraggio.
Le riunioni non si tengono certo in ovattati ed accoglienti salotti, ma dati i tempi si svolgono negli uffici del Cimitero Monumentale Americano ove, la gran parte di loro, lavora, oppure in riva al mare ove la sabbia consente di disegnare "diamanti" o movimenti arbitrali.
L'arbitro capo Scirman con De Franceschi a Rimini |
Il giovane uditore quel tal Franco Faraone per mesi interi non concede respiro al maestro Scirman, lo perseguita, lo assilla; è puntiglioso è un perfezionista e queste doti saranno il marchio di una carriera arbitrale lunga e prestigiosa. In breve tempo raggiunge i livelli del maestro, è il primo in Italia ad intuire che l'arbitro non deve seguire il gioco, lo deve sempre anticipare, ed è su questa intuizione che Nettuno costruisce la sua prima scuola di meccanica-Arbitrale. Nel 1960 il gruppo di Nettuno fa scuola in Italia; ben 3 suoi arbitri sono internazionali, oltre a Scirman lo sono Faraone e Pedacchia. Reggono il confronto con loro solo pochissimi arbitri come Carmelo Pettener (Trieste) Alfio D'Aprile (Roma) Claudio Grimaldi (Roma) Francesco Neto - Alberto Pozzaglia (Roma) Giacomo Lassandro (Bologna) Minardi - Bucchi - Mingardi (Bologna). Questi arbitri, da soli e per anni reggono i vari campionati fino al 65-66-67 quando improvvisamente escono giovani arbitri tutti dotatissimi: Enrico Spocci (Parma), Giordano Valenti e Bruno Gazzador (Trieste), Carlo Secchi (Milano), Matteo Lo Turco (Torino), Sante De Franceschi (Nettuno).
De Franceschi inizia alle scuole di Scirman e Faraone, questi, in brevissimo tempo grazie alla grande passione dell'allievo, riescono ad impartirgli tutte quelle conoscenze che lo porteranno in breve a raggiungere il livello dei maestri.
I tre, uniti da una profonda amicizia e da un grandissimo amore per il baseball, fanno si che i primi cenacoli si trasformino nella prima vera scuola di baseball nata in Italia. Iniziano dei veri e propri corsi, che vengono tenuti in aule scolastiche con precise cadenze settimanali: si insegna il regolamento e la meccanica, aggiornata con gli elementi forniti dagli amici cubani.
Parma 1982 - il gruppo di Nettuno,
De Franceschi, Rotelli, Capobianco, Maretti
Bologna 1977 - da sinistra Scirman - De Franceschi -
Maretti - Giallongo
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Si insegna quella che deve essere l'etica dell'arbitro; si affrontano i problemi della categoria sia tecnici che organizzativi; si fanno delle proposte alla Federazione, si concepisce l'idea del "gruppo arbitrale" e infine si impone l'arbitraggio a quattro, nel frattempo si preparano nuovi grandi arbitri. Nel 1973 escono, Luigi Maretti, fratello di Giulio, Giovanni Gregorovich, Giuseppe Giallongo , Vincenzo Trevi.
Nettuno in quel periodo presenta sul campo un gruppo arbitrale in cui tutti sono "internazionali": Scirman-Faraone De Franceschi-Pedacchia, e qualche anno dopo Luigi Mattei. Nessun altra città ha offerto tanto. Questi vanno avanti così fino al 1977 anno in cui Faraone appende al fatidico chiodo le scarpe da arbitro. Non per questo smette con il baseball, continua come "commissario speciale" per gli arbitri. Anche qui crea un modo nuovo di visionare gli arbitri, intende il suo ruolo come mezzo di formazione.
Grosseto 1976 - Faraone - De Franceschi - Maretti - Shirman
Nettuno 1981 - L'arbitro Fraccari durante un'azione di gioco
Nettuno 1979 - P.P. Monaco - Lo Turco - Arberi - E.Monaco
I due Monaco di Nettuno a rafforzare il gruppo di Torino.
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Le sue, infatti, sono vere e proprie lezioni applicate a quanto fatto dagli arbitri sul campo: è una fucina per i nuovi allievi. Da quell'anno fino ad oggi non ha fatto altro che impostare, affinare, curare i nuovi arbitri, dalla sua nuova scuola sono usciti arbitri prestigiosi primo fra tutti Fraccari Riccardo che grazie agli insegnamenti di Faraone ha raggiunto traguardi luminosi, per continuare poi con i vari Franceschetti, Parodi, Parentini, Gentilozzi, La Nera, e tanti altri. A lui come commissari si aggiungeranno in seguito Scirman e Giallongo formando, anche questa volta in Nettuno una equipe di primissimo ordine. Tornando alla scuola nettunese, nel 1975 escono Franco Borgia (internazionale di soft-ball) Mauro Borgia, Angelo De Francesco, , Maurizio Anselmi, Gianpaolo Giulitti, Ermanno Magliozzi, Pier Paolo Monaco, Marco Rotelli; nel 1976 Ennio Monaco, Arduino Scirman, Gaetano miei, Agostino Capobianco, Pietro Petrucci, Claudio e Giuliano Perci, Alfonso Olivieri, Giuseppe Laudani e tanti altri, contando in alcuni momenti anche sessanta arbitri. Tra le altre cose a Nettuno siamo convinti che l'attività arbitrale vada iniziata da giovane e per anni abbiamo portato avanti un esperimento unico al mondo: abbiamo fatto arbitrare dei giovanissimi.
Avana 1981 - Una delle ultime foto di Spocci, eccolo con, da sinistra
Monaco, Montesino istruttore cubano, Franceschetti, Spocci,
Lassandro, accosciato Cazzador
Sandro Bagialemani. Arbitro a 12 anni
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Clamoroso è il caso di Sandro Bagialemani arbitro a dodici anni. È chiaro che in casi come questi debbono essere prese tutte le dovute cautele, come ad esempio, consentirgli di arbitrare solo partite del torneo "ragazzi" e mai da soli.
L'esperimento è perfettamente riuscito e abbiamo dimostrato quindi che questo è possibile. Altro caso quello di Marco Flamini arbitro a quindici anni, il quale si è tanto impegnato da essere, oggi, a soli diciotto anni, una delle grandi promesse dell'arbitraggio Nazionale. Ma questa carrellata .tra e nel mondo degli arbitri non può concludersi se non con un ricordo affettuoso per due arbitri giovani che ci hanno lasciato. Il primo pensiero è per Enrico Spocci (Parma) stroncato a 35 anni da un male incurabile: la sua figura ci resterà sempre nel cuore quale esempio per tutti noi. Ricorderemo sempre la sua grande professionalità, la sua lealtà, il suo grande amore per il baseball tanto grande da sfidare la vita! Ha voluto con tutte le sue forze arbitrare la sua ultima partita ai campionati europei del 1981 ad Amsterdam, già minato dalla malattia e con un'emorragia interna in atto. Lo hanno portato via dal campo a fine partita in barella ma nel corso di questa mai "il grande" Enrico, per un momento solamente, ha pensato di sospendere, e questo, tutti debbono saperlo. Una delle ultime frasi quando già era tenuto nella camera sterile è stata testualmente: "So che finirò, ma sono felice di aver potuto arbitrare in Olanda".
A 35 anni si può chiedere tutto alla vita ma Enrico aveva chiesto di arbitrare in Olanda, non potrà esistere un amore più grande per questo Sport.
Un altro pensiero va a Angelo Cerrai, anche lui vittima prematura di un atroce disgrazia. Ricordiamo di lui la grande disponibilità, l'affetto che l'ha sempre unito ai colleghi di Nettuno; gli piaceva considerarsi uno di noi, ed io lo ricordo con particolare affetto poiché fu l'unico tra gli arbitri di Roma a credere in me, e fu lui, presidente di C.T.A.R., a consentire il mio esordio in serie B nel 1968, dandomi così la possibilità di preparare poi la scalata alla serie A.
Sante De Franceschi
Angelo Cerrai il primo arbitro a sinistra con gli amici
Faraone e De Franceschi a Nettuno nel 1970
per un'amichevole con i Flayers |
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