1) A Josè Schurmann, impresario francese
Lettera scritta in lingua francese, spedita dall'Ufficio Postale di Anzio l'11 luglio 1903 in cinque facciate e busta.
Vi si parla della proposta di Schurmann, comunicata da Eleonora Duse a D'Annunzio, di rappresentare la "Francesca
da Rimini" al Theatre antique d'Orange. D'Annunzio non è d'accordo e propone di rappresentare "La città morta", già
interpretata in Francia da Sarah Bernhard!
La busta ha il timbro dell'Ufficio Postale di Anzio.
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma - ARC. 21. 10/6
2) A Giuseppe Treves, detto confidenzialmente Pepi
I fratelli Emilie e Giuseppe Treves sono i titolari della "Casa Editrice F.lli Treves".
Agosto 1903, in tre facciate.
D'Annunzio parla con il suo editore della copertina di "La figlia di lorio", che sarà scolpita su legno dal suo illustratore
Adolfo De Carolis, e della carta da utilizzare per la stampa.
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma - ARC. 21. 43/36
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3 - A Giuseppe treves
Agosto 1903, in sei facciate.
D'Annunzio parla
ancora con il suo editore della carta e della copertina di "La figlia di Iorio" e di questioni di pagamenti
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma - ARC. 21. 43/36
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4 - A Annibale Tenneroni
Agosto 1903, in ima facciata.
D'Annunzio raccomanda al suo amico di prendersi cura della figlia Cicciuzza, gravemente ammalata (il vero nome delle bambina è Renata, Èva, Adriana Anguissola, nata il 9 gennaio 1893 dalla relazione del poeta con Maria Gravina, ancora legalmente moglie del conte Anguissola).
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma - ARC. 21. 19/58
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5) A Annibale Tenneroni
Agosto 1903, in cinque facciate.
D'Annunzio parla dei suoi diritti d'autore.
Accenna alla Duse.
Chiede notizie della figlia Cicciuzza.
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
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6) A Annibale Tenneroni
Agosto 1903, in due facciate.
D'Annunzio chiede a Tenneroni di portargli, venendo a Nettuno, il lunedì successivo, qualche tipo di carta per la "Francesca da Rimini"
che sta completando.
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
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7) A Annibale Tenneroni
Agosto 1903, in due facciate.
D'Annunzio chiede al suo amico di procurargli i libri "Lo cunto de li cunte" e " Chants popularires de la Bretagne", che gli servono per la composizione di "La figlia di Iorio"
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
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8) A Annibale Tenneroni
Luglio - Agosto 1903, in tre facciate.
D'Annunzio chiede acqua minerale Sangemini, caffè e burro. Si lamenta del "ladroneccio", che evidentemente riscontra nei
commercianti presso i quali è solito servirsi.
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma - ARC. 21. 19/63
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9) A Annibale Tenneroni
Agosto 1903, in due facciate.
D'Annunzio si confida con l'amico per una richiesta di Maria Gravina di riavere a Roma la figlia Cicciuzza, che è con lui
al mare ad Anzio.
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
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10) A Pasquale Masciantonio amico abruzzese, di Casoli (Chieti), avvocato, deputato e sottosegretario prima alle Finanze e poi alle Poste
31 agosto 1903, in quattro facciate.
D'Annunzio annuncia di aver terminato "La figlia di lorio" e invita l'amico ad aiutarlo a ricercare gli attrezzi e le suppellettili per la messa in scena della tragedia.
Nello stesso giorno scrive anche a Francesco Paolo Michetti (1851-1929), il suo amico pittore che vent'anni prima aveva dipinto la tela (e diversi studi, bozzetti e versioni) intitolata, appunto "La Figlia di lorio", presentata poi all'Esposizione di Venezia del 1895. A questo soggetto D'Annunzio si era ispirato per la sua tragedia.
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma - ARC. 21. 21/44
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11) A Francesco Paolo Michetti, pittore
Nettuno, 31 agosto 1903,
otto facciate
D'Annunzio comunica al suo amico "Ciccillo" che ha terminato di scrivere "La figlia di lorio"
Proveniente dalla famiglia Michetti di Francavilla Biblioteca Provinciale "A. C. De Meis" - Chieti-
Autografi, II, 63
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