1622 20 gennaio il Pontefice Gregorio XV (Ludovisi, 1621-1625) si reca a Nettuno per visitare il convento di Santa Maria del Quarto (di cui tuttora si vedono le rovine presso la Chiesa del cimitero), costruito dalla Comunità nettunese con a capo il Priore Francesco Segneri, padre del celebre oratore, e abitato per un certo tempo dai Padri Minori Francescani e successivamente dai Padri Minimi di San Francesco di Paola, i quali lo abbandoneranno verso il 1660.
1624
II 21 marzo nasce a Nettuno PAOLO SEGNERI, celebre oratore, profondo teologo, apologista e letterato. Educato nel collegio romano, entrò nella Compagnia di Gesù il 2 dicembre 1937 e, ordinato sacerdote nel 1653, fu destinato alla predicazione a cui si preparò con lo studio assiduo della Sacra Scrittura, dei Padri e con la lettura delle Orazioni di Cicerone.
Dal 1661 al 1692 predicò il quaresimale e le missioni al popolo in gran parte d'Italia, gradito e seguito non solo dal popolo, impressionato dalla sua parola accesa e dalle flagellazioni che si imponeva sul pulpito e nelle processioni di penitenza, ma anche dai grandi, primo fra tutti il Granduca Cosimo III, che se ne servirono anche in questioni assai difficili e scabrose.
Nel 1692 il Papa Innocenzo XII lo vuole a Roma come esaminatore dei vescovi, teologo della Sacra Penitenzieria e predicatore del palazzo apostolico. Dopo aver cercato in ogni modo di declinare l'incarico, si presenta per la prima volta quale predicatore all'adunanza del Sacro Collegio presieduta dal Pontefice, ed ottiene grandissimo successo. Innocenzo XII da allora lo vuole per suo consigliere nelle più delicate questioni ecclesiastiche. Negli ultimi anni della sua vita gli vengono affidati anche incarichi diplomatici, che compie con ammirata e rara saggezza.
Una grande fama si acquista specialmente col suo "Quaresimale" più volte ristampato, per cui viene paragonato a San Bernardino da Siena per l'efficacia della sua parola, e al Bourdalouve per la forza e l'arte della predicazione, ma che supera per la ricchezza della fantasia ed il calore dei sentimenti. Per l'Italia viene considerato il principe degli oratori, il Cicerone moderno. Per la ricchezza e purezza della lingua, merita di essere citato, ancora vivente, dal vocabolario della Crusca. Le sue opere, tra cui "II Quaresimale", "La Concordia", "La Manna dell'Anima", "I Panegirici", "II Cristiano Istruito", vengono adottate come testi linguistici.
Nel mese di luglio 1694 si ammala gravemente. Per consiglio dei medici si appresta a recarsi a Tivoli per poi passare, con lettiga papale, all'aria della sua patria, in riva al mare; ma per l'aggravarsi della malattia, viene riportato a Roma nella casa dei padri Gesuiti a .S. Andrea al Quirinale, dove muore il 9 dicembre dello stesso anno, compianto da tutti e chiamato "angelo" dallo stesso Sommo Pontefice.
1625-26
La Camera Apostolica restaura le fortificazioni del castello di Nettuno e ricostruisce il baluardo verso levante. A ricordo vi si pongono gli stemmi di Urbano VIII e di Monsignor Cesi, tesoriere della Camera.
1648
A Sezze Romano, il 24 aprile, muore P. Giovanni Battista, cappuccino (al secolo: Bernardino Roselli). Era nato a Nettuno nel 1584. "Sacerdote, predicatore, maestro dei novizi, per 13 anni guardiano a Roma e in altri conventi, definitore e ministro provinciale. Nel 1642 dal cardinale protettore dell 'Ordine fu mandato commissario e Visitatore Generale nella provincia dell'Umbria. Fu di grande umiltà, carità, prudenza, e austerità, per cui da tutta la provincia era tenuto in concetto di santo religioso" (8).
1650
II Principe Camillo Panfili, nipote di Innocenze X (Panfili, 1644-1655) costruisce a Nettuno il palazzo prospiciente il mare
(oggi del Principe Borghése) in piazza Colonna.
1650 Anno Santo
Duecento uomini e trecento donne nettunesi si recano a Roma in devoto pellegrinaggio per l'acquisto del Santo Giubileo.
1656
Dal regno di Napoli il flagello della peste penetra in Nettuno; la popolazione si riduce a circa 800 anime. Nel timore che
l'epidemìa si diffonda mediante carte vecchie, si bruciano libri, registri e documenti antichi. Si istituisce il "Monte Frumentario" a sollievo della classe indigente (vedi parte IV: Istituzioni benefiche... Il monte frumentario).
1674
II Cardinale Giovanni Battista Costaguti costruisce la sua villa (ora villa Borghese) e dona all'Oratorio del Carmine di Nettuno un'opera marmorea attribuita al Sansovino.
1697
Il 21 aprile Papa Innocenzo XII (Pignatelli, 1691-1700), pressato dai Nettunesi e dai Napoletani, suoi concittadini, si accinge finalmente ad adempiere le promesse fatte da Clemente VIII.
Con una commissione di dodici Cardinali e due tecnici, gli architetti Carlo Fontana e Alessandro Zinaghi, si reca a Nettuno, ospite della famiglia Panfili nel palazzo di piazza Colonna, e vi dimora quattro giorni onorato con solenni festeggiamenti. Quindi, seguito da numeroso popolo, si reca a Capo d'Anzio per studiare il luogo più adatto alla costruzione di un nuovo porto. Tutto considerato, si scarta il progetto di Carlo Fontana, che vorrebbe costruire il porto ad occidente, avvalendosi dei moli neroniani tuttora esistenti; e si approva quello dello Zinaghi, che prevedendo una spesa assai minore, vuole appoggiare il nuovo porto al molo orientale antico. La spesa, però, sarà di gran lunga maggiore e al nuovo porto potranno attraccare solo le navi di piccolo tonnellaggio.
I Nettunesi, grati al Papa per le attenzioni usate alla loro cittadina, vogliono che il nuovo porto sia denominato "Innocenziano".
1700 Anno Santo.
Un gran numero di Nettunesi, guidati dalle Confraternite del Carmine e del SS. Sacramento, si recano in pellegrinaggio a Roma con la venerata statua di Nostra Signora delle Grazie per acquistare il santo Giubileo indetto da Papa Innocenzo XII.
1700
Il 31 marzo il Pontefice Innocenzo XII acquista dal Principe Giovanni Panfili tutta la valle intorno al nuovo porto, allo scopo di consentire ai Nettunesi di costruirvi le loro abitazioni ed agevolare il loro commercio marittimo.
1700 maggio.
Si inaugura il nuovo porto "innocenziano" e se ne commemora l'evento con una moneta appositamente coniata con la scritta: "Venti et mare oboediunt ei" (I venti ed il mare gli obbediscono).
Il luogo è ancora disabitato: vi sono soltanto il villino Cesi, la torre di Capo d'Anzio, una misera osteria ed alcune capanne. In seguito vengono costruiti gli edifici per i funzionari del porto, per i sorveglianti delle ciurme (schiavi turchi catturati sulle navi corsare o persone condannate alle galere), per i soldati addetti alla difesa dei fortini ed una cappella data in custodia ad un sacerdote per l'assistenza spirituale dei pochi fedeli.
Il porto rimane di proprietà della Camera Apostolica, autorizzata a mantenerlo in efficienza col fondo costituito dalle tasse pagate dai Nettunesi. Contemporaneamente si nomina una "Congregazione" o Commissione amministrativa composta da un membro della famiglia Panfili, da due cittadini romani e da alcuni prelati. I Nettunesi, per i quali è stato costruito il porto, dopo tante e pressanti istanze rivolte al Papa, ne sono ingiustamente esclusi. A questo proposito l'Arciprete Matteucci nel 1872 così si esprimerà:
"Ed i Nettunesi, ai quali in giusto rigoroso compenso era stato eretto quel porto, come non Consiglieri, anzi Protettori, in piena ingerenza e padronanza degl'utili del Porto?... Da qual tempo fin qui, Nettuno non ha goduto altro compenso delle 700 rubbia che liberamente passeggiar per la riviera, mirar da lungi quel novello porto ed il crescente paesello suo..." (9).
1720
Sua Maestà Britannica Giorgio I visita le galee pontificie, ospite di villa Costaguti (villa Borghese) e di villa Doria-Panfili.
1726
Il 7 ottobre il Cardinale Alessandro Albani, nipote di Clemente XI, acquista dal Capitolo di San Giovanni di Nettuno un vastissimo terreno e vi costruisce una villa (l'attuale villa Albani in Anzio). Fa eseguire scavi e rinviene numerosi reperti archeologici con i quali allestisce un museo. Giuseppe Brovelli Soffredini afferma (pag. 165) che, tra le altre, vi collocò anche "le seguenti opere d'arte ritrovate in Nettuno: statue di Ercole, di Esculapio, di Giove, di Pallade; il busto di Adriano, di Settimio Severo, di Faustina Augusta, insieme con altre statue: altri busti, erme, iscrizioni e colonne, dei quali molti andarono venduti in Germania".
Lo stesso Cardinale Albani ottiene la facoltà di potere eseguire scavi nel vasto territorio di Nettuno per la ricerca di opere d'arte. Il 15 dicembre 1733 vende a Clemente XII gran parte dei pezzi rinvenuti, al prezzo di seimila scudi romani. Il Papa li fa collocare nel museo capitolino (10).
1730
I Nettunesi danno inizio al disboscamento di una vasta zona dell'entroterra piantandovi rigogliosi vigneti, preferendo un vitigno adatto al terreno, detto "cacchione". Ben presto ottengono una consistente produzione di vino brillante e gustoso largamente esportato all'Urbe. Nelle botteghe romane, come quella di "Falcone" a S.Eustachio, e quella di "Padron Clemente" dietro San Gallicano, si serve vino di Nettuno, ivi trasportato con carri carichi di barili, dopo una sosta di riposo notturno, a Fontana di Papa.
1746
Il 9 maggio Benedetto XIV (Lambertini, 1740-1758), venuto a conoscenza delle gravissime spese e difficoltà incontrate per la manutenzione del nuovo porto, si reca a Nettuno col suo Segretario di Stato Cardinale Valenti, per rendersene conto personalmente. Quindi incarica il Brigadiere Mareschal, ispettore generale dei porti della Francia sul Mediterraneo, di studiare la maniera di evitarne la perdita.
È convinzione generale che sarebbe stato assai più utile e meno dispendioso ricostruire l'antico porto neroniano, come aveva promesso Papa Clemente VIII ai Nettunesi.
Per l'assistenza religiosa ai pochi abitanti della zona (circa 300), il Papa fa costruire una chiesina dedicata a S. Antonio.
Il territorio intorno a Nettuno va così, pian piano, a ripopolarsi. Già nel 1660 il cardinale Vincenzo Costaguti aveva fatto costruire una grandiosa villa, chiamata "Bell'Aspetto" (villa Borghese), nel punto più elevato, dove forse era l'antica acropoli anziate. Un'altra villa era stata costruita nel 1726, davanti al porto innocenziano, dal cardinale Alessandro Albani, nipote di Clemente XI, impiegando materiale tratto dai ruderi dei monumenti antichi. Una terza villa era stata costruita dal cardinale Neri Maria Corsini di fronte a! porto neroniano.
1758
Invitate dall'arciprete-parroco di San Giovanni, Don Ambrogio De Massimi, vengono a Nettuno le Maestre Pie Filippini per la gratuita istruzione religiosa e civile dei bambini. Prendono alloggio in una modesta casa di via Andrea Sacchi. Nel 1915 si trasferiranno in alcuni locali del palazzo municipale; nel 1932, prenderanno stabile dimora nell'Istituto da loro stesse costruito in via G. Matteotti, allargando il loro insegnamento anche alle alunne delle scuole medie e magistrali.
1760
Clemente XIII (Rezzonico, 1758-1769) invia come Internunzio a Bruxelles Mons. Bartolomeo Soffredini, nettunese. |