Ferdinand Gregorovius è uno storico tedesco, nato nel 1821 a Neidenburg, Prussia Orientale, da una famiglia di origine polacca.
Dopo aver seguito a Konigsberg studi teologici, si dedicò poi alla filosofia, alla letteratura e alla storia.
Arrivò in Italia nel 1852, sull'onda di quel "grand tour", che dal settecento attraeva verso i paesi del Mediterraneo viaggiatori, letterati, artisti e fotografi.
Visitò molte città e alla fine si stabilì a Roma, da lui chiamata sempre "il mito della mia vita".
Le sue esperienze, le impressioni, gli studi compiuti nelle biblioteche, negli archivi e nei musei italiani furono da lui riuniti nei cinque volumi dei Pellegrinaggi in Italia (Wanderjahre In Italien), scritti dal 1856 al 1877. La profonda conoscenza della storia romana gli permetteva di popolare i suoi paesaggi di figure storiche ottimamente ambientate; il suo primo libro di questo genere, Corsica, ebbe grande successo e fu tradotto in italiano, francese e inglese. Alternò i soggiorni a Roma con quelli a Monaco, dove morì nel 1891.
Uno dei suoi primi scritti fu il W. Meister di Goethe nei suoi aspetti socialisti (Goethes W. Meister in seiner sozialistischen Elementen, 1849) in cui espone una sua originale concezione sociale. Scrisse poi un dramma, La morte di Tiberio (Der Tod des Tiberius, 1851), al quale fece subito seguito la Storia dell'imperatore romano Adriano e del suo tempo (Geschichte des romischen Kaisers Hadrian una seiner Zeit, 1851).
Entusiasta delle memorie pompeiane, dedicò ad esse un poema in esametri, Euphorion, (1858). La sua simpatia per le cose italiane si estese perfino agli scrittori dialettali e così tradusse in tedesco i Canti di Giovanni Meli (Lieder der G. Meli von Palermo, 1870).
Nel 1855 mise mano al suo capolavoro in 8 volumi: Storia della città di Roma nel Medioevo (Geschichte der Stadt Rom im Mittelalter, 1859-72), il primo grande lavoro su questo argomento. Gli otto volumi della storia illustrano un vastissimo periodo di undici secoli, dalla caduta dell'Impero romano al tempo di Carlo V, servendosi di un'immensa quantità di documenti, dagli antichissimi cronisti fino agli storici e scrittori più vicini al suo tempo, con riferimenti continui ai monumenti, alle iscrizioni, ai mosaici e così via: non è dunque la sola storia politica di Roma, ma tutta la vita di un'età, l'arte, le leggende, i costumi.
Razionalista e protestante, non riconobbe la funzione religiosa del papato, che nella sua storia è presentato come un potere esclusivamente politico.
Anche se molte volte si lasciò sfuggire alcuni errori, oggi la sua storia rimane opera imponente per vastità e coerenza, per erudizione e potenza di stile.
La vita operosa degli ultimi suoi anni è tratteggiata nei Diari Romani (Romische Tagebucher, 1852-1874), la cui prima edizione tedesca uscì postuma nel 1892. Alla data del 28 settembre 1855, nei Diari, ricorda: "Ho scritto qui [a Nettuno] le poesie <Nettuno>, <Adriano Morente> ed <Astura>. Al 30 aprile 1856 scrive: "Di mio sono stati stampati questo mese nel Museo di Prutz le tre poesie <Lamentazione dei Figli di Giuda a Roma>, la <Torre di Astura> e <Nettuno> negli Hausblatter di Haclander".
Il municipio di Roma nominò Ferdinand Gregorovius cittadino onorario e fece pubblicare a sue spese a Venezia una traduzione dell'opera (1872-76).
Altre opere del Gregorovius sono state: Capri (1884); Lucrezia Borgia (1874); Athenais (1882); Corfù (1884); Storia della città di Atene nel Medioevo (Geschichte der Stadt Athen im Mittelalter, 1889). |