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LA FESTA DI NOSTRA
SIGNORA DELLE GRAZIE
A NETTUNO

Collana Caritas

di
DON VINCENZO CERRI

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CULTO E FOLKLORE


- Ora, Don Vincenzo, se ce lo consente, vorremmo conoscere il suo parere intorno ad una serie di difficoltà che in questi ultimi anni abbiamo sentito affiorare qua e là tra la gente.
Prima di tutto: c'è chi vede nella processione di maggio troppo folklore e poca devozione. Lei che ne dice?

- Che il buon popolo di Nettuno sia devoto della Madonna è indiscutibile. Che sia anche molto sensibile alle manifestazioni religiose a carattere esclusivamente penitenziale lo ha dimostrato nel 1970 e nel 1977 in occasione dei due grandi pellegrinaggi effettuati con la venerata Immagine attraverso tutte le parrocchie di Nettuno e di Anzio. Ma nella grande processione di maggio i Nettunesi manifestano la loro gioia anche con un po' di folklore. Niente di male. Noi siamo decisi a rimanere fedeli a questa nostra tradizione.

 

- Può darsi, però, che all'occhio del forestiero questo folklore sia fuori luogo.

- Non credo. E' stato notato che la presenza dei forestieri sembra che cresca di anno in anno; segno che la processione, così com'è, è a loro gradita. Ma mi piace riferirle solo quattro testimonianze scelte fra tante.

La prima, quella del nostro Vescovo Monsignor Gaetano Bonicelli, che nel 1979 volle partecipare alla nostra festa e rimase fortemente impressionato al vedere l'immensa folla assiepata lungo le strade. Mi scrisse tra l'altro: "... Sono rimasto anche edificato per il comportamento serio di tutti. Penso che sia una realtà popolare da valorizzare e non da deprimere. "

La seconda: quella di due sacerdoti, A. Cempanari e T. Amedei, autori del libro "Nettuno e il suo Santuario", che parlando della nostra processione la definiscono "una delle più caratteristiche del Lazio".

La terza: quella di un nostro amico che, per importanti incarichi avuti dallo Stato, ha potuto conoscere passo passo quasi tutta l'Italia. Gli avevo descritto sommariamente lo svolgimento della nostra festa, ma quando ebbe occasione di assistervi mi disse, pieno di ammirazione: "... Non ho mai assistito ad uno spettacolo religioso come questo. Con mia grande soddisfazione, ho visto molto, molto di più di quello che mi avevi raccontato."

La quarta: quella di un sacerdote gesuita, che ha lasciato scritto: " ... E' vanto nostro quello di voler bene alla Madonna, di noi cattolici, di noi italiani, di voi gente di Nettuno. Ed io che vengo di fuori, debbo rendervi testimonianza: una festa così non l'avevo mai vista: e non solo per quel folklore stupendo, grandioso, allietato dall'innocenza di tutti quei bambini, ma per la vostra fede, per la vostra devozione. Per tutta la settimana ho visto la chiesa di San Giovanni letteralmente stipata, e quante Comunioni, quanti Rosari, quanti canti! E tutto questo cos'è? Superstizione? Fanatismo? E' fede, è amore; la fede e la devozione che avete ereditato dai vostri padri. La parte sana di Nettuno fa muro intorno alle tradizioni dei padri, anche oggi. E voi dovete difenderle queste manifestazioni, contro certe tendenze che vorrebbero spianare tutto per purificare, dicono; ma non è vero. Il nostro amore alla Madonna ha bisogno anche di questo. "
Se poi queste testimonianze non bastassero, provi a interrogare le migliaia di persone che vengono anche dai paesi vicini.

 

- E' stato osservato che la nostra processione è troppo lunga; non sarebbe opportuno raccorciarla?

- Le strade di Nettuno si prestano anche per manifestazioni più imponenti. E' vero che lungo il percorso, a volte, si verificano delle soste, dovute alla difficoltà del primo impatto con la folla in piazza Mazzini; ma i Nettunesi, quella sera, sanno attendere con pazienza.

 

- Abbiamo sentito molte lamentele nei riguardi delle giostre, che al passaggio della processione non usano la cortesia di sospendere le loro canzoni, che ordinariamente contrastano col clima del momento e soffocano i canti religiosi.

- E' giusto. Pregheremo le Autorità preposte all'ordine pubblico perché s'interessino cortesemente anche di questo.

- Ci sono di quelli che ritengono troppo costose, se non addirittura inutili, le luminarie e i fuochi artificiali.

- Credo che in queste cose non si debba esagerare. La festa, però, comporta un insieme di problemi strettamente collegati. Lo sanno bene coloro che hanno fatto parte almeno una volta del Comitato per i festeggiamenti.

- Una domanda birichina: è vero che certe suore, specie tra le giovani, non amano interessarsi ai preparativi per la processione di maggio?

- Nessuno degli Istituti religiosi esistenti a Nettuno ha mai negato la propria collaborazione. E' risaputo che le suore, per lo più, vanno e vengono, provenienti da paesi diversi, senza avere neppure il tempo, molte volte, di capire la mentalità, gli usi, le esigenze della popolazione locale. Ognuna di esse porta il contributo della propria cultura e dei propri punti di vista. Nel loro buon senso, però, rispettano le opinioni altrui e le buone tradizioni del posto.
I guai incominciano quando persone troppo zelanti, disattendendo il buon senso e le capacità che il buon Dio ha elargito con abbondanza "anche agli altri", vorrebbero far prevalere i loro gusti a scapito di quelli altrui, acquisiti e regolati da esperienze secolari.

- Trattandosi di festa strettamente religiosa, non sarebbe doveroso pretendere che anche gli spettacoli di piazza, organizzati nell'ambito della festa, siano sempre moralmente sani?

- Certamente. E' bene che si sappia, però, che ogni anno i signori del Comitato presentano in anticipo copia del programma per averne, come d'obbligo, l'approvazione dell'Autorità ecclesiastica. Se qualche volta, per il passato, sono stati eseguiti canti e ripetute barzellette disdicevoli, non è imputabile agli organizzatori della festa, ma a coloro che, forse improvvisando, hanno varcato i limiti imposti dalla decenza e dagli accordi preventivamente presi.

- Qualcuno dice che si vede una grande folla la sera della processione e poi, da un punto di vista religioso, poco o più nulla.

- Il mio vecchio predecessore le direbbe: "Chi poco sa, presto parla."
Prima di tutto, lo spettacolo di una grande folla che al passaggio della Madonna prega e si commuove, non è da sottovalutare. Dio solo sa quello che ognuno sente nel proprio cuore in quel momento. Se ben ricordo, San Gabriele dell'Addolorata, Passionista, cambiò vita proprio davanti ad un quadro della Vergine che veniva portato in processione. Santa Teresa d'Avila, dottore della Chiesa, dice di essersi "convertita" guardando la statua dell'Ecce Homo, che era stata collocata nell'oratorio in attesa dell'inizio di una festa religiosa, che si doveva celebrare nel monastero.
Ma a parte tutto questo, c'è da notare, come ha fatto il padre gesuita, tutto il bene spirituale che si compie durante gli otto giorni della festa. Nel pomeriggio della domenica, poi, prima della processione di ritorno, sono sempre migliaia i fedeli che tornano a rendere alla Madonna l'omaggio della propria devozione. Qualcuno, in quei giorni, ha avuto l'impressione di trovarsi in una piccola Lourdes...

- C'è chi ha detto e scritto che certe forme di trionfalismo e certe espressioni della religiosità popolare, come feste patronali, processioni, pellegrinaggi,ecc., specie dopo il Concilio, hanno fatto il loro tempo.

- Povero Concilio, tutti ne parlano e pochi lo conoscono! La Chiesa desidera che le buone tradizioni siano mantenute. Anche in terra di missione lascia che certe usanze di popoli pagani, convertiti al cattolicesimo, quando non contrastino con la nostra religione, si inseriscano perfino nelle sacre funzioni. Da noi non c'è folklore che contraddica alla serietà dovuta alle manifestazioni religiose.
Se la nostra processione costituisce un trionfo per la Madre di Gesù, è cosa che ci fa onore e ne siamo orgogliosi. Chi la pensa diversamente può fare a meno di venirci. Sì, lo so: c'è chi ha suggerito di accompagnare l'Immagine della Vergine solo con lacrime di penitenza e ceri accesi. Ma noi, quella sera, vogliamo esprimere la nostra gioia di essere figli della Mamma del Cielo, vogliamo far festa intorno a Lei, presentandole l'omaggio dell'innocenza e del candore dei nostri bimbi che formano la componente più bella ed attraente della nostra processione.
Che questa, poi, almeno da noi, non abbia fatto il suo tempo, lo dimostra l'imponente partecipazione del popolo di Nettuno e la compiacente presenza di tanti forestieri.

 

- Ne ho sentita anche un'altra: che noi cattolici, facendo così, adoriamo la Madonna.

- Noi adoriamo Dio solo, ma veneriamo i Santi, che sono nostri fratelli e intercessori presso Dio e vogliamo tanto bene alla Mamma di Gesù, che è anche la nostra Madre. Se al passaggio della Madonna molti Nettunesi si prostrano, non significa che l'adorino. Il prostrarsi può essere anche un gesto di venerazione, come quando lo si fa baciando la mano al Vescovo o al Papa.
Sappiamo benissimo che la marea di gente che ogni anno si accalca attorno alla Madonna delle Grazie dispiace ad alcuni. Nessuna meraviglia che costoro muovano delle critiche insensate allo scopo di denigrare e demolire.

- E' stato detto anche che alle volte sotto queste forme di religiosità permarrebbero tracce di paganesimo greco-romano..

- Può darsi che ciò accada in qualche altra parte; a Nettuno, no.

- Lo scorso anno abbiamo sentito mormorare un'altra domanda: perché fare tanto chiasso attorno ad una immagine che, tutto sommato, è un pezzo di legno?

- Rispondo che i Nettunesi non sono né ciechi né scemi. Sanno benissimo che l'immagine della Madonna delle Grazie, che essi venerano da secoli, è un blocco di legno. Ma sanno pure che il loro culto si riferisce, attraverso la statua, alla Vergine Santissima in persona. Non si usa forse tributare un certo culto anche alle fotografie dei nostri cari defunti? Non s'intende certo venerare il pezzo di carta...
Anche la Chiesa, nella liturgia del Venerdì Santo, inserisce la cerimonia dell'adorazione del Santissimo Crocifisso, che pure è un pezzo di legno... Ma è chiaro che le immagini visibili ci portano alla contemplazione e all'amore delle persone invisibili. Per questo il culto dato alle sacre immagini è detto culto "relativo".
Santa Teresa d'Avila diceva: " ... Io amo molto le immagini. Infelici coloro che per loro colpa si privano di tanto bene! Si vede che essi non amano il Signore, perché se l'amassero, godrebbero nel vederne l'immagine, come si gode fra gli uomini nel vedere l'immagine di una persona cara."

Aggiungo che i buoni Nettunesi rivedono e rivivono nella Statua della Madonna delle Grazie le gioie, le ansie, le aspirazioni, le lacrime, le preghiere dei loro avi e, in qualche modo, le vicende storiche della loro terra.

- Che importanza può avere la devozione alla Madonna per il cristiano di oggi?

- Il cristiano "cristiano" sa che la devozione alla Madonna è sempre valida, oggi più che mai. Egli sa che proprio in questi ultimi tempi, con le sue numerose apparizioni, la Vergine Santissima sta sollecitando tutti gli uomini ad una revisione di vita, ad un ritorno all'onestà, all'osservanza dei dieci comandamenti di Dio, se non vogliono correre il rischio di vedere scatenarsi nel mondo minacciosi schieramenti di forze distruttrici dalle prospettive inimmaginabili. Già, perché o gli uomini si orientano verso Dio, che è ordine, pace, amore; oppure, all'opposto, verso Satana, che è odio, distruzione e morte.
La vera devozione alla Madonna porta naturalmente a Cristo, e Cristo a Dio, da cui solo possiamo avere salvezza.

- Ai messaggi di Lourdes e di Fatima, a quanto ci risulta, oggi si aggiungono anche i misteriosi fenomeni delle lacrime di molte immagini sacre.

- E' vero; si stanno verificando un po' dappertutto e non si tratta solo di "lacrime" umane, ma anche di sangue che sgorga dagli occhi e dal cuore. Io credo che agli uomini di oggi si possa ripetere l'avvertimento di Gesù: " ... Ipocriti! Sapete discernere l'aspetto della terra e del ciclo, e come non sapete conoscere questo tempo?" (Luca 12,56).
Le lacrime di Maria vanno lette tra le righe delle sconcertanti pagine di ipocrisia scritte da questa generazione che non crede a Dio e adora Satana; che predica e sottoscrive solenni documenti di rispetto per la dignità umana, mentre calpesta i suoi più elementari diritti all'esistenza e alla libertà; che punisce gli spacciatori di droga e ne fa commercio per provocar guerre; che condanna lo stupratore e sovvenziona chi lo spinge al crimine con le stampe e spettacoli assassini; che protesta per la fame nel mondo e legalizza la soppressione violenta della vita al suo primo fiorire; che parla di pace e costruisce armi per la guerra...
Davanti a questa sequela di criminalità sociali, sullo sfondo di un futuro che improvvisamente potrebbe rivelarsi apocalittico, come non ritenere attuale, urgente, provvidenziale l'avvertimento del Cielo? La Vergine Santissima, Madre di Gesù e Madre nostra, vuole salvarci e ci indica la via della salvezza.

- Un'ultima domanda: si è tanto parlato del famoso " segreto " che la Madonna ha consegnato a Lucia di Fatima. Perché la Chiesa non l'ha ancora pubblicato?

- Quando Papa Giovanni Paolo II si trovava a Fulda, durante il suo viaggio in Germania dal 15 al 19 novembre 1980, un gruppo ristretto di persone gli pose, tra le altre, questa domanda: " Cos'è del " segreto " di Fatima? Esso doveva venire pubblicato già nel 1960. ".
Il Santo Padre rispose: " Per il suo contenuto impressionante e per non animare la forza mondiale del comunismo a certe ingerenze, i miei predecessori preferirono una "relazione diplomatica" (del segreto). Inoltre, dovrebbe bastare ad ogni cristiano di sapere quanto segue: quando si legge (nel segreto) che oceani inonderanno interi continenti, che gli uomini verranno tolti dalla vita repentinamente, da un minuto all'altro, e ciò a milioni..., se si sa questo, non occorre davvero di pretendere la pubblicazione di questo segreto... Molti vogliono sapere solo per curiosità e sensazione; ma essi dimenticano che il "sapere" porta con sé anche la responsabilità...; ma essi vogliono solo accontentare la loro curiosità. Questo è pericoloso quando, in pari tempo, non si vuole fare nulla, dicendo che " già non giova a nulla. "

II Papa, a questo punto, afferrò il Rosario dicendo: "Ecco la medicina contro questo male! Pregate, pregate, e non interrogate ulteriormente. Tutto il resto raccomandatelo alla Madonna!".
Il 5 dicembre 1977 il Papa Paolo VI disse ai Vescovi francesi: "VERRÀ' LA PRIMAVERA, MA OCCORRE ANCORA SOPPORTARE L'INVERNO; E CREDIATE CHE NE SAPPIAMO QUALCOSA, IN QUESTO POSTO DOVE DIO CI HA MESSO."





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