Dionisio di Alicarnasso, storico greco, nello scrivere durante l'impero di Augusto la sua opinione circa le origini italiche, asserisce che i primi confini di quella parte della penisola denominata Italia si ebbero da " Neptunia, città edificata sul lido del mar Tirreno, a Taranto ".
Le popolazioni primitive furono ben presto assoggettate dai Volsci, che, divenuti padroni di Nettuno, fondarono Antium e costruirono il primo porto chiamato " Cenone ", da coenum, fangoso, perché di basso fondale, presso la foce del fiume Loracina.
Nel 415 a.C. il Console romano Caio Menio espugna la Volsca Antium e distrugge il porto Cenone.
Da allora i patrizi romani e gli stessi imperatori, invaghiti della sua incantevole posizione e del suo purissimo clima, la scelsero come luogo di delizie e di diporto e l'arricchirono di ville e sontuosi edifici, di cui ancora si vedono gli avanzi dal capo di Anzio fino a Torre Astura.
Dopo la caduta dell'impero romano, la città di Antium viene saccheggiata e devastata dai Goti. Gli abitanti si rifugiarono nel quartiere più antico della città - nel promontorio sede del Tempio del Dio Nettuno e si fortificarono (attuale Borgo Medioevale). In tal modo anche i Saraceni vennero respinti.
Narra la tradizione che le donne saracene, assieme ai loro bambini, dopo la cacciata degli invasori, abbandonate sul litorale, furono ospitate dalla gente del luogo, e molte si unirono ai nettunesi, perpetuando, se non la stirpe genuina, i costumi muliebri ed alcune tradizioni.
|