LA POESIA DEL COLORE E DELLA PAROLA
NELLE CONVERGENZE TRA SFERE SPIRITUALI
Il mistero rappresentativo della parola poetica traduce immagini del colore, quasi che una stessa invisibile mano abbia guidato, in anelate convergenze tra sfere spirituali, il pennello di Ciavatta e la mia penna.
E FINO A QUANDO?
ALLA RICERCA DELLA VERITA'
RISCATTO
DOVE VAI, SIGNORE?
REDENZIONE
FEDE
DISUMANESIMO
POESIA DEL SOLE
LA MORTE COSMICA
E FINO A QUANDO?
Quanti '"Caino"
e pochi ormai gli "Abete",
privato il brando fratricida
cui la furia del mal vittima nega!
Quanti "Caino"
in dissennata brama di sangue
pria che la vita in turbine travolge
le remiganti ore
nell'ansia del domani!!
Nudo, senza ritegno,
apologia di laido piacere,
pravo amore decanta
i lussuriosi riti d'isterica follia:
e irride
dileggia
condanna
la purezza che anima vestale
disperata difende
e sacerdote d'antica fede
irretito nasconde,
tabernacolo il cuore.
Arida e spenta d'ideali seme,
la terra più non nutrono
forza d'ingegno, atavico vigore.
estro di geni vivi di grandezza:
egre le piante, di tardivo fiore,
si piegano dolenti
distolte dall'anelito di sole.
E fino a quando
ancor ti dogherai
in forsennata smania di consumo,
umanità inquieta?
Piramidi di ferro e di cemento
annerano la terra e i nostri cieli
e il tuo IO superbo
sempre più ascende a tracotanti
in sinopia di conquiste astrali.
L'orrido non teme
l'esaltante follia:
la civiltà sogghigna al suo trionfo!
E fino a quando
ancora avanzerai nella giungla del male,
sospinta dal declivio dell'errore
lungo vie striate dall'Ignoto?
e tenterai, altera la Ragione,
la soglia d'Infinito e dell'Eterno?
E fino a quando,
fino a quando ancora,
minuta materia
ombra del tempo segnato alla tua fine,
rinnegherai l'Amore,
l'Amore che sul Golgota
illuminò la Croce?
ALLA RICERCA DELLAVERITÀ'
È croce,
infissa nell'animo,
questo tormento dell'attimo
come dei giorni.
Corro,
affannato dal dubbio,
lungo un ponte senza fine.
alla luce dell'altra sponda,
per sottrarmi
alla notte fredda del mio passato.
È fermo il vento
come il respiro del fiume
e il mio battito d'ansia
lacera coltri di silenzio
in eco al pulsare del tempo.
Spirali di nebbia
intrecciano memorie confuse
ed io protendo le mie braccia nel buio
alla ricerca della verità.
RISCATTO
L'esistenza non ha riscatto
che nel Dolore
se innalza ai cieli
il suo raggio di terra
e non si distrugge
in crolli disperati negli abissi.
Dolore di luce e slancio
come l'altalena
che solca gli archi della redenzione
tra terra e cielo.
II Dolore sublimante,
che naviga l'azzurro
e muore sotto il sole.
DOVE VAI, SIGNORE?
Ragazzo, dove vai?
- Sulle sponde del Tevere, a"sognare"
Fanciulla, dove vai?
- A vendere il mio amore
Ma sei un fiore!
- Già reciso e spento.
Studente, dove vai?
- A bruciare l'ostello del sapere
Fedele, dove vai?
- La Chiesa a contestare.
Mendico, dove vai?
- A cercarmi del pane.
Ma è già sera!
- Negli avanzi del giorno ancor spero.
Marchese, dove vai?
- Ad un'orgia di sangue, per morire..
E tu, uomo, dove vai?
- Mi preparo alla guerra.
Fratello, dove vai?
- Non conosco " fratelli ".
Umanità, dove vai?
- Sospinta dall'errore
lungo piste striate dell'Ignoto.
Signore, dove vai?
Dove vai, Signore?
- Sul Golgota che attende
ancora il Redentore.
REDENZIONE
Incerta si trascina sulla neve
con la fascina la vecchietta stanca;
piega la testa e fende la tormenta,
piovono i fiocchi, e più diventa bianco
È sola, nel silenzio che sgomenta:
paga alla vita ciò che ancor le deve,
Fiocca la neve, fiocca sui sentieri,
sulle valli silenti e sul suo cuore;
la seguon l'orme e sembrano pensieri
che la neve rischiara di candore...
Fiocca la neve, fiocca silenziosa
e la vecchietta trema: è tanto stanca!
Si stende sulla neve, tutta bianca,
al tepore del sole si riposa...
FEDE
Sento che non cadrò fintanto il Cielo,
nell'affanar del lungo mio cammino,
darà pur breve sosta al mio destino
di stanco peregrino dell'ignoto.
Di là delle dirute impervie strade,
di plaghe polverose, e rovi, e spine,
in verdi prati, roscidi di brine,
sogno il riposo all'ansimar del cuore.
DISUMANESIMO
Nei pascoli d'antica terra
non splendono papaveri:
spente le margherite
piegate sugli stami,
e prati di fango,
e verde impastoiato.
Istinto belluino si
l'uomo non grida,
rugge,
e debole la preda
nella presa dei forti.
La macchina sogghigna
nella nevrosi d'alienante moto.
Stride allo schianto informe di rottame
il ferro arroventato;
compressa materia soccorre
il consumo che affanna.
La ruspa sbanca, il cemento avanza,
e l'anima, sgomenta, si nasconde
nel residuo verde della terra
in cerca di speranza.
POESIA DEL SOLE
Scaglio la poesia
contro i silenzi;
da lamine di gelo
eco lo schianto...
Verseggiatori
del nulla, dell'assurdo,
cerebrale avanguardia
inconsulta
di strilloni invasati,
rauco strido
di genia del male
in alienante ebbrezza!
Poesia del sole,
quando rinverdirai
per dare pace alla bruciante sete?
Poesia del sole,
irrompi dalle tenebre:
da fughe d'ombre insorgeranno cori.
LA MORTE COSMICA
(Agli eroi Caduti delle "acuiste astrali)
Orgogliosa la Terra -
se pur stanco e dolente
l'irrequieto affanno dell'uomo
rifiuta agli astri
i futuri emigranti,
o, geloso ed ostile, il Cosmo
difende dei cieli i silenzi profondi,
gli spazi incontaminati,
la soglia dell' Infinito?
Già tre tombe
e sette croci di cristallo
innalzate al Sole!
I primi Eroi, martiri
delle conquiste astrali,
caduti nel silenzio irreale,
dove mitraglia non /ermo nel
l'assalto del cielo!
La Terra dissolse in rogo
innalzando agli astri, sgomenti,
le ceneri incandescenti
di Crissom, White e Chaffe:
o che a bruciare il cuore agli
non fu folgore il Cosmo?
A Komarov anche
nega approdo la Terra:
o, indignato il Cielo,
poi che alla mente ne rapì il segreto,
al suo pianeta lo rende, senza respiro?
Soguz Undici,
terza tomba ai terreni!
Centrifugata in orbite
di giorni senza sosta e senza meta
brevi di albe e in rapidi tramonti,
la troika delle azzurre distese
infrange, al rientro,
d'aria la coltre che la Terra avvolge
e, sarcofago, discende a rendere
alla trepida ansia degli uomini
Dobrovolski, Volkov, Potsayev:
gruppo pietrificato,
monumento già eretto alla gloria
dalle mortali spoglie di Eroi,
cavie d'imprese e di conquiste astrali
Yantar, Ambra celeste, ultima
Resa ormai non avrà
l'irrequieta ansia dell'uomo
tesa a varcar confini dell'Ignoto,
senza tema di morte,
delle catene ancorate alla Terra
viete, ai caduti, astrali sepolture!
senza sgomento
degli abissali archi celesti,
dei riflessi accecanti del Sole,
severo ammonitore.
Yantar, Ambra celeste, ultima tomba
cui lampada votiva
eterna splenda luminosa stella!
Anfitrioni i cieli
all'ardimento umano,
indulgente la Terra
all'ansia transumana d'alti approdi
ali sicure e dispiegati voli
dell'Infinito segnino le vie!
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