UN SALUTO a Ciavatta che vedo calmo sotto la monotona, pioggia di parole e colori.
L'aria opaca vacilla sull'agglomerato dei velli che vanno a pascolare nel breve rettangolo d'una certezza.
Al limite della certezza, c'è invece la trappola tesa dal Signore dello Sconquasso, dal Principe della Paura Nascosta.
Ho visto scannare un porco di proprietà metà mio e metà del colono. Gli urli se li rimandavano intorno l'una campagna all'altra nel freddo gennaio.
Nel quadro di Ciavatta dal titolo " II Padrone del mondo post-atomico " il cadavere ha la stessa struttura corposa e lo stesso colore rossigno del porco sul fuoco, e non dite che siamo stati noi, io e lui, ad unificare i soggetti.
Anzi vi dirò poi con quanto coraggio l'artista sfida l'Avverso Genio nella sua buca, e con quale impeto gli strappa i sedimenti materici che lo incrostano.
E va per la sua strada alto il fiore mentale tra rimasugli di diluvi, cunei isterici, recinti di sonno.
Perciò ho tentato, facendo del mio meglio, di prendere le misure complete all'uomo e all'artista, anche quelle sotterranee, e più ancora, quelle dei movimenti scivolanti dagli altri lati.
E' facile agli scrittori dare un saluto critico agli artisti bevendo alla salute reciproca.
Ma io sono il vento che manda da queste pagine un saluto all'amico albero.
O piuttosto il saluto è di due occhi di meraviglia sulla sua opera che ha la forma " sincrasid " dell'Albero Nordico", di Natale: offerte difficili insinuate tra i rami e al vertice un getto planetario.
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