La proposta di raccogliere vecchie fotografie per una mostra storica sui nettunesi, nel tentativo di far rivivere i tempi passati, ha avuto origine da appassionati concittadini.
Non appena si è diffusa la notizia, un entusiasmo contagioso, una voglia di partecipare ha coinvolto un notevole numero di persone desiderose di mostrare le proprie foto, i primi album di famiglia. Senza dubbio, un atto d'amore per la propria terra, per la propria città. Le tantissime foto raccolte, selezionate, catalogate e quindi preparate per essere messe in mostra, ci danno il quadro di una realtà lontana nel tempo, estranea a molti, soprattutto ai giovani, ma viva nel ricordo di tanta parte della popolazione, che sicuramente la gusterà con nostalgia e tanto rimpianto. Tanti volti che a fatica si riconosceranno, alcuni non ci sono più, altri il tempo ha profondamente modificato, ci restituiscono l'ambiente umano, sociale, di un mondo umile, fatto di tanto sudore per tirare avanti, di gioie semplici, di divertimenti sani.
Una realtà essenzialmente contadina di cui i ritmi sono scanditi dalle fasi stagionali e dai lavori agricoli, ma anche dall'arrivo estivo dei villeggianti che portavano un po' di ricchezza e anche un po' di avventura, di novità, di divertimenti.
Era il tempo della Gelateria Mennella in Piazza Mazzini, del mercato del pesce sotto le mura, dello scoglio Orlando, del porto "Puzzonitto"; dello stabilimento balneare Dopolavoro Ferroviario costruito su palafitte, del cinema all'aperto Arena Ariston e di tanti altri luoghi, ormai della memoria, mitici, distrutti dallo sviluppo senza progresso che Nettuno ha conosciuto.
Non c'era il caos ed il degrado odierno. Ma forse tutto ciò era ineluttabile e fa tanta malinconia rivedere visi allegri e tante feste o cerimonie particolari che riempivano l'esistenza dei nettunesi.
Complimenti ai realizzatori per il grande lavoro svolto in un tempo relativamente breve. Ma la proposta si è potuta concretizzare grazie alla generosa partecipazione delle realtà locali: la Banca di Roma e l'Agenzia Gedy.
Prof. CARLO CONTE
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