Sul Mar Tirreno si affaccia Nettuno, una cittadina di origini molto antiche. Si hanno notizie di insediamenti umani nel territorio nettunese già dall'era Paleolitica: ciò è documentato da numerosi resti archeologici trovati sul litorale e conservati nell'Antiquarium comunale.
La sua costa va da Capo d'Anzio a Torre Astura è il suo territorio è attraversato dal fiume Loricina, il quale in epoca antica, essendo più grande e profondo, veniva sfruttato per scopi commerciali già dai Volsci che erano presenti su questo territorio. Il fiume alla sua foce formava un porto naturale che venne battezzato Cenone.
Si narra che nelle varie epoche i marinai sfuggiti ai naufragi, per ringraziare il dio Nettuno del pericolo scongiurato, costruirono un tempio nella zona più alta della costa dove vi era un bosco di oleandri, piante sacre alla divinità marina.
Ai piedi del promontorio sorse una città con il nome di Neptunia, spesso meta degli scampati alla furia del mare che si recavano al tempio di Nettuno per offrire voti di ringraziamento. A causa di grandi maremoti la cittadina costruita sul mare scomparve: ancora oggi, nelle giornate di calma, nello specchio d'acqua prospicente il forte Sangallo, si intravedono le cosidette "vaschette", presunti resti dell'antica Neptunia. Le popolazioni sfuggite al disastro si rifugiarono nel punto più alto della costa dove giaceva, ormai distrutto, il tempio del dio mare, e lì cominciarono la lenta opera di costruzione del nuovo insediamento.
Questo nuovo villaggio era spesso obiettivo di continue scorribande da parte dei popoli che venivano dal mare, quindi per poterlo difendere si dovette costruire una fortezza con torri e bastioni.
Nell'anno 845, i saraceni saccheggiarono il territorio e lo invasero rimanendoci per un certo periodo; in seguito, ricacciati in mare, abbandonarono donne e bambini che furono accolti dal popolo nettunese, il quale ne apprese usi e costumi che, tramandati nel tempo, persistono tuttora nella popolazione.
Nel Medioevo, il feudo di Nettuno, ambito da molti per la sua posizione strategica, fu causa di aspre contese. Questo territorio appartenne ai monaci di Grattaferrata, poi a Tolomeo I, poi ancora a Gaetano Orsini che lo cedette al fratello, il cardinale Giovanni, il quale ampliò la cittadina e la protesse con un perimetro murario, dotato di otto torri.
Diventato pontefice Martino V, i Colonna divennero i padroni del feudo e fecero ulteriori opere di fortificazione. In seguito furono padroni di Nettuno: - Cesare Borgia; Alessandro VI, che fece costruire la fortezza; Giulio II, che fece effettuare degli scavi nel territorio, portando alla luce numerosi tesori artistici che fanno bella mostra di sé in molti musei italiani e stranieri.
Tra tutti, ricordiamo: la statua di Apollo, detta il Belvedere; il "Gladiatore Morente" esposta nel museo Capitolino; il "Nettuno" esibito nel museo Lateranense; "Dositheo da Efeso", ospitato al Louvre di Parigi. Nel 1656, Nettuno fu flagellata dalla peste che ridusse drasticamente la popolazione a poche centinaia di anime. Pochi decenni dopo, nel 1831, Nettuno venne venduta da Gregorio XVI ai principi Borghese.
Nel periodo fascista le città di Anzio e Nettuno vennero unite in un unico comune con il nome di Nettunia. Il 19 Settembre 1943, i tedeschi, dopo che l'Italia ebbe firmato l'armistizio con le forze alleate, occuparono il territorio e ne decretarono lo sgombero, con la pena di morte per chi non si fosse allontanato di almeno 5 chilometri dalla costa.
Gli Alleati sbarcarono nel 1944 e la costa fu teatro di sanguinose lotte. Terminata la guerra, la popolazione che era stata precedentemente sfollata tornò, trovando la città fortemente colpita: cominciò così l'ennesima , ricostruzione.
Nel Borgo Medioevale (sec. X-XI) sono individuabili gli imponenti torrioni e palazzi severe, come il Doria Pamphili e quello Baronale. Caratteristico è il camminamento della ronda, che una volta circondava l'intera città, dal quale è possibile ammirare il mare in diverse magnifiche vedute. Fresco e ombroso, d'estate il Borgo, nei vicoli e nelle piazze, offre ai turisti una vasta scelta di ristoranti. pizzerie e gelaterie
II Forte Sangallo fu costruito da Antonio da Sangallo il Vecchio e Baccio Pontelli durante il pontificato di Alessandro VI Borgia, tra il 1501 e il 1503. Si tratta di una imponente costruzione ad alte muraglie e bastioni angolari, con cortile caratteristico e finestre in stile rinascimentale rivolte verso l'interno. Sul lato destro del forte, lungo la linea costeggiarle il mare, si incontra una terrazza dalla quale si può cogliere una bella veduta del borgo medioevale
Torre Astura dista 12 km sud-est dal centro. E' un castello con interessante pianta pentagonale, edificata .nel XII sec. su fondamenta romane per ragioni di controllo della via Severiana. Sorge isolato sul mare ma è collegato da un ponte alla terra. E' noto per essere stato il rifugio di Corradino di Svevia. Presso la torre affiorano dall'acqua i resti di un vivaio di pesci e di una villa romana, detta di Cicerone. Si può visitare tutte le domeniche dell'anno e ad agosto tutti i giorni.
Sita in piazza Mazzini la fontana raffigura il dio Nettuno, esguito nel 1882 con travertino da Ottavio de Angelis. La fontana è stata sistemata nella collocazione attuale intorno al 1950.
Risale a quella data la costruzione della conchiglia dei cavalli e della vasca. La fontana è stata poi ristrutturata nel 1997 anche con il patrocinio dell'Associazione PRO LOCO di Nettuno.
II porto turistico è un'area di 150.000 mq. con 800 mq. di banchine e 800 posti barca dai 6 ai 20 metri dotato di un'ottima assistenza e spesso premiato con la "Bandiera Verde", simbolo di acque pulite e di efficiente organizzazione.
II cimitero e sacrale americano di Nettuno per i caduti nella campagna dalla Sicilia a Roma, sorse come cimitero temporaneo di guerra , due giorni dopo la sbarco alleato ad Anzio e Nettuno, avvenuto il 22 Gennaio 1944, alle due di notte. Divenne cimitero permanente nel 1956. Della sua amministrazione e manutenzione si occupa la Commissione Americana per i monumenti di guerra che ha sede in Washington D.C..
Molti dei caduti sepolti e commemorati a Nettuno persero la vita durante la liberazione della Sicilia (10 Luglio - 17 Agosto 1943); molti nello sbarco di Salerno (9 Settembre 1943); molti nello sbarco di Anzio-Nettuno (22 Gennaio 1944).
Riposano a Nettuno 7862 soldati. Il Sacrario, che comprende una cappella e una sala-museo, è inserito in un peristilio costruito con travertino romano ed in esso si erge il monumento ai "Fratelli in Armi", una scultura che simboleggia il soldato e il marinaio americano.
All'interno della Cappella, le pareti di marmo sono incise con il nome, grado, appartenenza e stato d'ammissione a servizio militare. Sulla parete ovest della sala-museo, gli affreschi di tre mappe, illustrano "L'occupazione della Sicilia", "La strategia delle incursioni aeree" e "La Campagna Napoli-Foggia".
La mappa sulla parete est riguarda " Lo sbarco ad Anzio-Nettuno e l'occupazione di Roma". Ogni anno,l'ultimo lunedì di Maggio viene celebrato il Memorial Day.
Il 28 Maggio 1989, per la prima volta un presidente degli Stati Uniti, George Bush. ha celebrato il Memorial Day al cimitero americano a Nettuno.
Museo dello Sbarco Alleato del 1944 |
Nel Forte Sangallo è alloggiato il museo dello Sbarco Alleato, che ricorda alle generazioni future i drammatici avvenimenti del 1944.
Nella sala sono esposte molte foto di quel periodo unite alle uniformi e al vasto residuo bellico, del quale era disseminato il nostro territorio, trasportano il visitatore indietro nel tempo, facendo rivivere i quattro mesi di combattimenti che fecero seguito allo sbarco e segnarono in modo indelebile la nostra cittadina.
Ai visitatori viene offerta la possibilità di consultare un'ampia documentazione fatta di volumi storici fra i quali il diario del Generale Lucas. Comandante del Corpo di sbarco Alleato che venne ingiustamente sostituito a Nettuno il 22 Febbraio 1944, ma in seguito riabilitato dal giudizio storico.
Orario di apertura
Lunedì - Mercoledì - Venerdì 14:00/20:00
Martedì e Goivedì 10:00/13:00 - 14:00/20:00
Responsabile del museo: Silvano Casaldi
Castel Sangallo - via Gramsi, 5 Tei. 06/9803620 - fax 06/98840155 |