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SANTA MARIA GORETTI
La Martire della Purezza

di
SALVATORE COTILLI

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STORIA DI SANTA MARIA GORETTI



Il papà Luigi

La Mamma Assunta

 


Angelo

Mariano
Ersilia
Alessandro


Teresa

 

La Famiglia Goretti

La mamma di Marietta nasce il 16 Agosto 1866 a Senigallia, nelle Marche.

Viene battezzata con il nome di Assunta, cresce nella famiglia dei 'GATTARELLI, gente molto povera ma rigorosa in fatto morale.

Luigi Goretti nato a Corinaldo, anche lui molto povero, lavorando come garzone in un podere conosce Assunta e nel Febbraio si sposano.

Nel 1888 nasce Angelo. Il 16 Ottobre 1890 nasce una bimba e viene battezzata con il nome di Maria Teresa ma viene sempre chiamata MARIA. In seguito nasce Mariano nel 1893 e Alessandro nel 1895.

I Goretti si trasferiscono

Ormai la famiglia composta da sei persone, soffre la fame più nera e per sopravvivere deve emigrare verso terreni meno sfruttati.

Un sensale li recluta come braccianti per le tenute del senatore Scelsi a Fallano, vicino Fiuggi. I Goretti alla scadenza del contratto agrario, dopo la vendemmia" del 1897 partono portando le poche cose di loro proprietà.

Maria ha solo il vestito che indossa, un gatto rosso e un quadro della Madonna con bambino. Assunta è di nuovo incinta. Luigi porta con sé anche il punteruolo che serve per fare le scope e che ironia della sorte, tra cinque anni verrà usato per uccidere la figlia.

Partono di notte, raggiungere a piedi Corinaldo è faticoso lì prendono la diligenza per Senigallia, un carro tirato da un solo cavallo. Giunti a Senigallia salgono sul treno, Maria seduta vicino al finestrino, finalmente vede il mare, lo osserva per quei quindici chilometri fino ad Ancona e poi il verde di Fabriano, Foligno, Spoleto, Terni, Orte.

E' ormai pomeriggio, quando arrivano alla stazione Termini, ad aspettarli c'è il carrettiere del senatore Scelsi. I Goretti caricano le loro poche cose e salgono sul carro sistemandosi tra le varie merci di cui è pieno.

Arrivano a Paliano quando è già buio, prendono alloggio in una casaccia di legno situata nella tenuta di Colle Gianturco. La vita di mezzadri è dura, tutta la famiglia lavora dall'alba al tramonto e la domenica vanno a piedi a Paliano per vendere al mercato le poche cose che riescano a racimolare e poi ad ascoltare la messa. Assunta partorisce ancora nel 1898 e la nuova bambina viene chiamata Ersilia. Nell'Ottobre dello stesso anno il Senatore Scelsi assunse un'altra famiglia marchigiana, i Serenelli che venivano da Torrette, vicino ad Ancona.

Una famiglia costituita solo dal padre, Giovanni e due figli, Vincenzo ed Alessandro. L'ideale completamento, tre uomini da lavoro, da unire ai Goretti tutte femmine e bambini. Luigi accetta l'unione delle due famiglie pensando ai vantaggi che ne trarrà, la moglie Assunta potrà badare di più ai suoi figli e alla casa, lasciando il lavoro dei campi ai quattro uomini.

Dopo pochi mesi, nel mese di Febbraio del 1899 causa di un litigio con il padrone, le due famiglie vengono licenziate e debbono lasciare subito Colle Gianturco. Fortunamente vengono assunte dal conte Attilio Mazzoleni per lavorare le sue terre di Conca delle Ferriere.


Casa di Maria Goretti alle Ferriere

Di nuovo il treno, lo prendono a Segni, li penerà verso una nuova vita con meno privazioni. Giunti alla stazione di Cecchina, trovano ad aspettarli i carrettieri di Mazzoleni che li portano alle Ferriere. La casa dei Goretti-Serenelli è un edificio del fine seicento. Al pianterreno ha le stalle, il magazzino, il granaio e la cantina. Una scala esterna porta al piano superiore, composta da una grande cucina, un magazzino per gli attrezzi, la stanza di Alessandro poi quella di Giovanni Serenelli. Nel lato opposto della casa, le stanze dei Goretti: prima quella dei bambini maschi , in mezzo, protetta quella delle bambine, in fondo i genitori. Per i bisogni corporali, si deve andare fuori nei campi.

La morte di Luigi Goretti

La malaria colpisce Luigi, diventato padre nuovamente da appena tre mesi, di una bimba di nome Teresa, quando muore è il 6 Maggio del 1900. Sistemato in una cassa con il Rosario tra le mani, il cadavere di Luigi Goretti viene portato al cimitero di Conca, su un carro trainato da buoi guidato da Alessandro Serenelli. Angelo, il figlio più grande, seduto sul carro tiene ferma la bara affinchè non cada a causa degli scossoni causati dalla strada accidentata. Il resto della gente lo segue a piedi scalzi e il capo chino. L'unica cosa che consola quella povera gente è che Luigi sia morto in casa, nel conforto della Fede.

I Sacrifici di Maria


Le srelle Teresa ed Ersilia

Maria a 10 anni già provvede alle esigenze quotidiane di otto persone, oltre che aiutare nel pollaio, nell'orto e nei campi. Lei è una bambina tanto seria che sembra una vecchiarella e quando cammina per strada è sempre a testa bassa, con i capelli coperti da un grande fazzoletto nero che lega sotto il mento. Tutti i giorni la bimba si alza presto e inizia la giornata dicendo le orazioni, poi va in cucina e prepara il pranzo, nel pomeriggio di nuovo lava i piatti, i panni da rammendare e i lavori nell'orto poi il pezzo di pane e l'acqua da portare come merenda a chi lavora nei campi. Non essendoci in casa orologi, ci si regola con il sole.

Spesso si ferma ad aiutare, se non deve andare a Conca per fare qualche commissione. Infine la sera dopo le preghiere si addormenta esausta.

 

La Prima Comunione


Il Santuario come era all'epoca

 


Padre Girolamo il Passionista che per la prima volta comunicò la Martire

Maria aveva ricevuto la cresima a sei anni, perché la famiglia doveva trasferirsi da Corinaldo e nonostante la giovane età, la mamma l'ha preparata e all'arciprete che la interroga, anche se con molta timidezza, risponde tutto il catechismo che aveva imparato a memoria. Ormai Maria ha dieci anni e otto mesi e chiede di continuo alla madre quando potrà ricevere la prima comunione.

Il catechismo le è stato insegnato da Elvira Schiossi, la guardarobiera di Mazzoleni, la bimba è pronta. Il giorno del Corpus Domini, il 16 Giugno 1901, insieme ad altre undici bambine e due bambini, Maria compare a Conca vestita come un angelo. Non si è mai sentita così bella, tutti l'hanno aiutata, chi le ha dato il velo, chi un paio di scarpe bianche, chi un cero. Assunta le ha confezionato un vestito bianco molto leggero e per l'occasione le fa mettere la collana e gli orecchini di corallo, una cosa di valore che la famiglia possiede, il capo è ornato con una corona di fiori bianchi di campo.

IL MARTIRIO

E' il cinque Luglio 1902, un sabato caldo e afoso, nell'aia vi sono mucchi di favino secco, presto una volta trebbiato verrà venduto a Nettuno. Alessandro Serenelli è ormai l'uomo che guida le due famiglie, il vecchio padre non lavora quasi più. Suo fratello Vincenzo è scappato da quella casa che puzza di miseria, si è arruolato nei carabinieri.

Ormai tocca a lui sfamare quelle nove bocche e questo lo fa sentire un padrone con diritto di vita e di morte su quelle persone che dipendono dal suo lavoro. Quella mattina Maria è andata a Conca a fare la spesa. Per Alessandro è un occasione da non perdere, la bimba è sola e indifesa, nelle strade di campagna non c'è nessuno.

Da tempo desidera di approfittare di quella bimba che ormai comincia ad essere donna, le salta addosso ma lei scappa e si dirige di corsa verso casa. Alessandro si sente rifiutato e questo lo rende cattivo e desideroso di vendicarsi, tornato a casa con voce minacciosa, ordina a Maria di andare a rammendare la camicia che è in camera sua sul letto. Maria obbedisce e senza alzare la testa si dirige verso la stanza.

Sono le tre del pomeriggio, il padre dorme, Assunta, giù nell'aia, è intenta nei lavori di trebbiatura. Alessandro è nervoso con un fazzoletto si asciuga il sudore che gli ricopre la fronte, poi si dirige verso la casetta che contiene gli attrezzi da lavoro e tira fuori un grosso punteruolo quadrangolare, della lunghezza di ventidue centimetri, che serve per fabbricare le scope. Lo impugna con frenesia e si dirige verso Maria che alla vista di quella mano armata, impallidisce e incomincia a tremare. Alessandro ha il viso trasfigurato dalla rabbia, l'afferra per un braccio e la scaraventa in terra, con il braccio armato la minaccia e con la mano libera le alza i vestiti per violentarla, ormai le è sopra.

Maria terrorizzata si divincola e piangendo urla "Dio non vuole queste cose, tu brucerai all'inferno". Imbestialito l'uomo la colpisce ripetutamente, il ferro appuntito squarcia la carne del ventre indifeso, Maria si rotola in terra, cerca di fuggire, sì rialza ma Alessandro la colpisce alla schiena, la bimba si accascia al suolo come una bambola di pezza. Quattordici sono i colpi che hanno martoriato quel piccolo corpo.

Richiamati dalle urla accorrono tutti e rimangono impietriti davanti a quello spettacolo atroce. Alessandro è in ginocchio con il capo chino, le braccia sono a penzoloni, la mano omicida impugna ancora il ferro rosso di sangue, non si muove come se fosse intontito. Maria è in terra, in un lago di sangue, viene portata nella sua camera e messa sul letto, una mano pietosa le tampona le ferite con degli stracci.

Si lamenta e con voce debole accusa Alessandro della bestiale aggressione e del tentativo di violenza. Tutti si danno da fare: mentre alcuni uomini rimangono a guardia del Serenelli, Mario Cimarelli si avvia verso Nettuno per chiamare il medico ed i carabinieri e qualcuno corre a Conca per avvisare il Mezzoleni, il quale invia un uomo a cavallo per chiamare i carabinieri di Cisterna e la Croce Rossa di Carano.

Sono le sei quando arriva un medico da Carano e tampona le ferite, nel frattempo giunge da Nettuno il medico chirurgo Domenico Bortoli che la giudica ormai in fin di vita, a causa della grande perdita di sangue. Coricano la fanciulla nell'ambulanza e si dirigono verso Nettuno.

Giungono anche i carabinieri che trovano Alessandro sdraiato sul suo letto, lo incatenano e lo portano via, salvandolo dai contadini inferociti che lo aspettavano fuori.

Fine di una Martire

Maria giunge a Nettuno alle otto, i medici tentano in tutti modi di salvarla, viene operata senza anestesia, lei nei momenti di lucidità invoca la Madonna alla quale era sempre stata devota. L'arciprete Temistocle Signori la confessa, le viene data la comunione e l'estrema unzione, sono ormai le 15:45, Maria prima di spirare, perdona il suo aggressore e si augura che la segua in paradiso.






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