LA VITA
Antonio Ongaro nasce nel 1560 e compie studi di diritto a Padova fino al 1578. Trasferitosi a Roma, viene ospitato dai fratelli Girolamo e Michele Ruis e frequenta famiglie illustri, come gli Aldobrandini, i Farnese, gli Orsini. A Nettuno è accolto alla corte di Marcantonio Colonna. Qui, tra il 1578 e il 1581, compone L'Alceo, favola pescatoria, che viene rappresentata per la prima volta proprio per i "signori Colonnesi", nello stesso anno 1581.
Il poema è pubblicato a Venezia nel 1582 da Francesco Ziletti e una copia dell'edizione "princeps" è conservata dal Comune di Nettuno nello speciale fondo bibliotecario "100 Libri per Nettuno".
L'Alceo è tradotto e pubblicato in Francia nel 1596 da Roland Brisset, con il titolo "Alcèe, pescherie au comedie marine". Ongaro pubblica anche un "Epitalamio. Nelle nozze delli illus.mi sig.ori Mario Farnese et sig.ra Camilla Lupi", una "Canzone al Serenìssimo Signor Duca di Parma" e un sonetto in lode di Torquato Tasso, suo contemporaneo.
Postume sono pubblicate "Le Rime", per iniziativa dell'amico Tiberio Palello. Con il nome di Affidato, Ongaro fa parte dell'Accademia degli Illuminati. Nella sala "Giovanni Serra" del palazzo municipale di Nettuno è conservato un grande quadro a olio, che rappresenta Ongaro mentre declama il suo poema alla corte dei Colonna, dipinto nel 1911 da Giuseppe
Brovelli Soffredini. Muore ancora giovane nel 1593, a Viterbo.
L'ispirazione che il Poeta ha tratto dal mare, dagli scogli e dalle spiagge di Nettuno, è testimoniata da alcuni versi, che conservano intatti i riferimenti a questi luoghi. Riproporli a chi oggi li può percorrere ancora, dopo 420 anni, mi è parso un doveroso omaggio a costoro e ad Antonio Ongaro. Un ringraziamento cordiale va al dottor Gioacchino Onorati di Aracne Editrice, per la squisita ospitalità offerta gratuitamente a questa selezione.
(Benedetto La Padula) |