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SUI PASSI DI ALCEO
CON ANTONIO ONGARO

a cura di
Benedetto La Padula

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APPENDICE

Nella mitologia greca, il dio Nettuno è figlio di Saturno e di Rea, è fratello di Giove (dio del cielo e della terra) e di Piutone (dio dell'inferno). Quando divise con i fratelli l'eredità paterna, egli fu dio del mare. Sposò Anfitrite (figlia di Oceano e di Teli) e dal loro matrimonio nacque Tritone. Per aver congiurato contro Giove., fu scacciato dal cielo insieme con Apollo e con questi andò ad aiutare Laomedonte nella costruzione delle mura di Troia.
Nettuno fu un dio potentissimo, il più potente dopo Giove ed era venerato specialmente nelle città situate sulle coste della Grecia e d'Italia. Trasformò in fonte Amimone, una delle cinquanta Danaidi e da lei ebbe il figlio Nauplio.
I greci lo chiamavano "Poseidon" e domatore di cavalli, perché avrebbe insegnato ad usare questo animale. Nettuno percorreva il mare sopra un cocchio tirato da veloci cavalli; al suo passaggio si calmavano i flutti e gli animali marini accorrevano in frotta sulla superficie delle acque per onorarlo.
Nell'iconologia si trova rappresentato per lo più nudo e barbuto, col tridente in mano, ora seduto e ora in piedi, sulle onde del mare, spesso sopra un cocchio tirato da due o da quattro cavalli, talvolta comuni e talvolta marini, con la parte posteriore terminante in coda di pesce.


OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO" Edizione del Gonfalone 2001
AUTORIZZAZIONE CONCESSA DAL COMUNE DI NETTUNO

420° anniversario della prima rappresentazione dell'Alceo
data a Nettuno nell'anno 1581

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