Storia del borgo
di Don Vincenzo Cerri
Secondo la tradizione popoli giunti da lidi lontani edificarono sullo scoglio più alto della zona, in cui sorge Nettuno un tempio dedicato al dio del mare. In epoca successiva, fu edificata la città di Antium che costituì un notevole punto di riferimento per i volsci.
Dopo la caduta dell'impero romano la città di Antium venne saccheggiata e devastata dai goti. I profughi fuggirono sui monti e si stanziarono sul promontorio dove sorgeva l'ormai distrutto tempio del dio Nettuno. Qui vi edificarono un castello fortificato con torri e bastioni.
Nell' 845 i saraceni saccheggiaronoo e devastarono il territorio. Donne e bambini saraceni abbandonate dai loro uomini, trovarono ospitalità nel castello tramandando i loro costumi al popolo nettunese che ancora oggi ne conserva alcune tradizioni. Durante il Medioevo i primi signori della terra di Nettuno furono i monaci di Grottaferrata ai quali il feudo venne tolto con la forza da Tolomeo I conte di Tuscolo.La popolazione coltivò il terreno prevalentemente a cereali, i raccolti erano talmente abbondanti che il feudo venne nominato "granaio del Lazio".
Alla fine del secolo XII il feudo passò a Giovanni Gaetano Orsini fino al 1267, data in cui Rinaldo cedette gratuitamente al fratello Cardinal Giovanni ogni diritto e proprietà su tutto il territorio. Gli Orsini ampliarono l'abitato cittadino proteggendolo poi con una cinta muraria dotata di otto torri.
Nel 1427 il papa MartinoV assegna a suo nipote Antonio Colonna la signoria di Nettuno e di Astura che fece compiere ulteriori fortificazioni al feudo. Nel terzo anno del pontificato di Alessandro VI, Alfonso II, successore di Ferdinando d'Aragona, insieme alle truppe pontifice capitanate da Virgilio Orsini, invase le terre dei Colonna. I Nettunesi respinsero l'attacco con una strenua difesa. Per vendicarsi della sconfitta, il papa Alessandro VI confiscò tutti i beni dei Colonna dividendoli fra i suoi famigliari. Il vero signore di Nettuno diventa Cesare Borgia. Dopo la morte di Alessandro VI, il pontefice GiulioII reintegrò i Colonna nel possedimento di Nettuno, dopo aver vinto e catturato Cesare Borgia. Il possesso della città fu preso da Pompeo Colonna, il quale divenuto cardinale e lasciò il feudo a suo fratello Ascanio. In seguito a causa di contrasti con la Santa Sede, Ascanio venne privato del feudo e al suo posto fu inviato un governatore.
Nel 1556 il feudo di Nettuno passa ai Carafa fino al 1594 anno in cui i Colonna riprendono possesso di Nettuno nella persona di Marcantonio Colonna figlio di Ascanio e Giovanna d'Aragona. Egli compì numerose opere tra le quali rafforzò la seconda cinta di mura bastionate.
Dopo la morte di Marcantonio Colonna nel 1584, il feudo di Nettuno venne acquistato dal Pontefice Clemente VIII, e per esso dalla Camera Apostolica. Le aspettative dei Nettunesi furono deluse sotto la Santa Sede, ma le loro condizioni cominciarono a migliorare dopo la morte di Urbano II nel 1664.
Nel 1656 si abbatte su Nettuno il flagello della peste che ridusse la popolazione a circa 800 anime. Nel timore che l'epidemia si diffondesse mediante carte vecchie vengono bruciati libri, registri e documenti.
Nel 1697 Papa Innocenzo XII approvò il progetto di un nuovo porto invece di ricostruire quello Neroniano. Contribuirono alle spese anche i Nettunesi, dando al nuovo porto il nome di Innocenziano, in seguito l'amministrazione di Anzio li privò di ogni diritto anche quello di vendere il loro pesce.
Nel 1827 la popolazione stabilitasi intorno al porto Innocenziano venne riunita a quella di Nettuno in un solo comune denominato "Comune di Nettuno e Porto d'Anzio". A causa delle difficoltà economiche della Chiesa, Nettuno venne venduta nel 1831 ai principi Borghese per la somma di 400.000 scudi.
Nel 1939 Il Governo Fascista riunisce le due cittadine di Nettuno e Anzio in un solo comune chiamato "Nettunia"; questa unificazione durò fino al 1945.
Il 19 settembre 1943, dopo l'armistizio firmato tra l'Italia e le potenze alleate, i Tedeschi s'impadroniscono di Nettunia e ne decretano lo sgombero. Migliaia di Nettunesi si sparsero cosi nelle campagne circostanti e nella pineta.
L'episodio più significativo ed entrato ormai nella storia fu l'attuazione dello sbarco deciso dalle forze alleate il 22 gennaio 1944. Terminata la guerra i profughi rientrarono e cominciarono le opere di ricostruzione. |