Le cartoline del Valeri Mancinelli, seppur
talvolta dalla stampa incerta, riescono a comu-
nicare emozioni paricolari: documentano i
diversi aspetti della realtà, la vita quotidiana,
le tradizioni popolari, gli antichi mestieri, gli
angoli più nascosti e suggestivi del paese.
Fra le prime cartoline di Nettuno, oltre la
serie citata, non dobbiamo dimenticare alcune
immagini che si soffermano, più che sull’aspet-
to urbanistico su quello umano.
La
CAPANNA DI CONTADINI
dei fratelli Alinari e
il bel primo piano sui
BUTTERI
nei dintorni di
Nettuno per le edizioni di A. Auda ne sono la
conferma. Sono immagini a volte struggenti,
che ricordano paesaggi relegati nell’oblio o vio-
lentati da una urbanizzazione selvaggia, ricor-
dano quelle atmosfere che sono fonte di turba-
mento ed emozione per personaggi del calibro di
Goethe, Chateaubriand, Turgenev e di molti
altri appassionati ed irrequieti allievi del
Grand Tour.
Auda è un foto-editore particolarmente
attento, mai banale che va oltre la comune
veduta da vacanzieri, ma cerca di fermare con i
suoi scatti alcuni dei tanti momenti anonimi
della vita quotidiana che ci ricordano quel
mondo in gran parte trasformato, se non addi-
rittura scomparso.
Il suo laboratorio in via Nettuno n.6 ad
Anzio, si occupa sovente delle zone periferiche
privilegiandone il lato rurale con immagini di
quei tempi duri, ove la fatica e l’iniziativa si
mischiano con la miseria e la speranza.
L’ inconsueta
GRUSS
con vedute di Roma,
Nettuno ed Anzio in ricordo di un Comitato di cui
non sono chiare le finalità, può considerarsi tra
le prime se non la prima gruss della nostra zona,
senz’altro la più curiosa poiché mostra in una
bella composizione monocromatica Nettuno,
Anzio e Roma, fatto graficamente inconsueto in
tutto lo scenario della cartolina.
A cavallo degli anni dieci e venti giunge a
Nettuno Guido Barattoni (padre).
Nato a Santarcangelo di Romagna intorno al
1894, si trasferisce presto a Roma dallo zio
materno ed alcuni anni dopo, con la mamma
Carlotta ad Anzio, attratti dall’aria salubre del
mare. Qui i Barattoni aprono il primo studio di
fotografia che in seguito sarà trasferito a
Nettuno.
Nel 1924 Guido sposa Matilde Milita di Cori,
dalla cui unione nascono Guido nel 1925 ed Elfo
nel 1927. Alla morte prematura del padre, nel
gennaio 1936, i due figli proseguono l’attività
apprendendo da un bravo fotografo assunto
dalla madre nel laboratorio.
Primo studio in via dello Steccato, poi in via
S. Maria e quindi nella sede storica di via
Durand de la Penne dove rimarranno fino al
dicembre 1988, quando lasceranno, insieme a
molti rimpianti, un profondo vuoto culturale.
Guido ed Elfo hanno continuato l’attività pater-
na fotografando per quasi cinquanta anni tutte
le generazioni e gli avvenimenti di Nettuno e
dei suoi dintorni. Del figlio Guido, valente arti-
sta, ci rimangono delle belle chine e delle lito-
grafie di quegli angoli dove forse non sono arri-
vati i suoi scatti.
Sono dello Studio Barattoni le immagini
pubblicate dell’editore Sonzogno, nel fascicolo
nr.127 “Anzio, Nettuno e Torre Astura”, nella
serie
Le cento città illustrate
, insieme ad altre
foto dei fratelli Alinari e di Sciamanna. Con lo
scoppio della seconda guerra mondiale ed in
particolare a Nettuno con lo sbarco alleato,
l’aspetto urbano cambia per i bombardamenti e
le distruzioni belliche, anche se non viene stra-
volto come succede ad Anzio, dove gran parte
del paese è ricostruito e la cartolina, special-
mente quella antecedente il conflitto, assume la
funzione di documento storico.
Continuiamo il percorso intrapreso sulla
Nettuno di una volta,
con una cartolina-simbo-
lo per il nostro paese:
LA FONTANA DEL DIO
N
ETTUNO
, donata dallo Stato Italiano in occasio-
ne dell’inaugurazione della ferrovia nel 1884, è
opera dello scultore Ottavio De Angelis.
Sistemata dapprima in piazza dei Pozzi di
Grano, odierna piazza Mazzini, viene trasferita
dal sindaco Angelo Combi in piazza Giovanni
Torretta. La statua è arricchita di una vasca
abbeveratoio; poi in seguito, nuovamente ripor-
tata nella piazza di origine con l’aggiunta del-
l’attuale cornice.
Vengono ingaggiati bravi artisti ed artigiani
locali che costruiscono la conchiglia ed i cavalli,
così belli che Albano tenterà invano di usurpar-
ne la paternità.
Si respira
ARIA MEDIOEVALE
invece passeg-
giando lungo il camminamento di ronda che
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A
LBERTO
S
ULPIZI