Il tridente del Tirreno
L’ origine del giornale, inteso come esigenza
d’informazione, risale forse all’antica Roma,
quando vengono istituiti gli
acta populi
, piccoli
avvisi esposti nei luoghi più frequentati
Nel Medioevo ad essi si sostituiscono
le cro-
nache
,
i diari o le lettere
con lo scopo di esser
divulgati e nel cinquecento le
gazzette o notizie
composti gia di due, tre, quattro pagine.
In Italia, le prime Gazzette appaiono a
Venezia, e nel 1735
quella di Parma
, nata come
settimanale e trasformatasi in quotidiano nel
primo ottocento, rappresenta il più antico gior-
nale d’Italia ancora pubblicato.
Al giorno d’oggi, passeggiando tra Anzio e
Nettuno, vediamo spesso, in omaggio presso edi-
cole, bar o normali esercizi commerciali, numero-
si
giornalini locali
che hanno il compito di fare cro-
naca: svolgono con impegno e passione e con le
possibilità di cui dispongono l’incarico di informa-
re il paese sui fatti correnti, dalla politica allo
sport ed a volte sono attesi con ansia, collezionati
o semplicemente conservati
per futura memoria
.
Certo di averne dimenticato qualcuno a cui
chiedo venia, li elenco in ordine sparso:
Scanner
news
(settimanale di Anzio e Nettuno),
il Caffè
(quindicinale da 55000 copie),
il Granchio
(setti-
manale storico, d’informazione di Anzio e
Nettuno, al XIV anno, l’unico a pagamento, ricco
di 96 pagine, con dettagliatissima sezione sporti-
va),
il Litorale
(di Anzio e Nettuno, quindicinale),
il
Grillo (
mensile),
Informare
(mensile d’informa-
zione di Anzio e Nettuno),
Esco (
dove trovare
cosa fare
,
mensile) e
Scaccomatto
mensile indi-
pendente di informazione, a colori, di 32 pagine,
di cui alcune, la terza pagina ad esempio, con
articoli di cultura: storia, letteratura, arte nelle
sue varie forme ed altre con approfondimenti
politici, grazie a preziosi e valenti opinionisti.
Ma quale è stata la madre di tutte “le veline”
locali? Dai ricordi di nettunesi appassionati,
sembra si debba risalire ai primi anni sessanta,
al quindicinale Il
Tridente del Tirreno
, proprie-
tario, direttore, fondatore il prof.
Antonio
Pagliuca
, coadiuvato entusiasticamente dal
comm. Porfiri, dal maestro Giovanni Di Paolo,
da Giovanni Farina e tanti altri.
Nato a Rovere di Roccadimezzo (L’Aquila) e
laureato in lingue e letterature straniere, grande
figura di letterato eclettico, dinamico, volitivo,
professore dai tratti gioviali, ricco di cultura ma
soprattutto di umanità, il prof.
Antonio Pagliuca
va ricordato anche come autore de I
Corsari di
Torre Astura
, romanzo storico che narra l’odis-
sea di una madre e tre giovinetti nettunesi,
schiavi dei turchi, che sorretti dall’affetto che li
lega, riescono a superare mille difficoltà. Sua è
anche una monografia storica sugli
Imperatori
Germanici
nell’Altopiano delle Rocche e dell’au-
tobiografico,
Racconti veri
del nostro tempo.
Torniamo al Tridente, esce il primo maggio
1961, lire 50, pagine quattro, poi portate a sei,
stampato grazie alla collaborazione della
Tipografia, La Madonnina, di
Felice Allievi
, in
via Sangallo, 34 a Nettuno.
Nell’articolo di presentazione, tutta la filoso-
fia del direttore e del suo giornale
. “…ci presen-
tiamo a voi, amici nettunesi, con animo libero
da meschine finalità, … libero da qualsiasi altro
interesse che non sia il prestigio, il buon nome
ed il progresso della nostra cittadina.
La nostra divisa sarà: verità in quanto a con-
tenuto, signorilità, quanto a stile
.
L’iniziativa presa a Nettuno, per la pubblica-
zione di un foglio cittadino quindicinale nel
quale ospitare anche la voce della confinante
Anzio, viene accolta con meritata simpatia sia
dall’allora sindaco di Anzio, Castore Marigliani,
che dal sindaco di Nettuno, Bruno Lazzaro con
due lettere di augurio al quindicinale.
Nel primo numero, in evidenza, interviste
rilasciate dagli assessori alla P.I. Victor Hugo
Antei di Anzio ed Angelo Eufemi di Nettuno,
inoltre, interventi di Gianfranco Gala, Gianni
Farina, una recensione sul pittore Giorgio Keil,
ma anche vignette, poesie, cronaca e tanto sport,
giornale sinceramente attuale e moderno.
L’uscita del Tridente viene salutata anche
dalla stampa nazionale, infatti il prestigioso
quotidiano romano
il Tempo
riporta in un arti-
colo a quattro colonne, in data 10 maggio 1961,
il benvenuto del giornalista Giuseppe Modugno
con l’augurio di buon lavoro alla nuova testata.
Come talvolta accade, l’entusiasmo con il
passare del tempo si affievolisce, aumentano
onori ma anche oneri, il giornale chiude, ma ha
il merito di lasciare comunque un seme fecondo
visto i
numerosi figli
che oggi popolano le nostre
due cittadine.
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A
LBERTO
S
ULPIZI