servata presso un archivio privato a Faenza
:”
…sono diventato un vero figaro: tutti mi cerca-
no tutti mi vogliono…”
e racconta di ricevere in
dono dai principi disegni e stampe, nucleo pre-
sumibilmente iniziale della sua raccolta.
Acquista nel novembre 1873 disegni e stampe
di Vincenzo Pasqualoni, suo insegnante
all’Accademia di San Luca e, in seguito, suo
sponsor
presso il principe Borghese.
In una lettera al fratello del dicembre 1874
scrive: “…
sto pure facendo una raccolta di dise-
gni originale e antichi e moderni che conto poi di
farne un bel album da poterne ricavare un bel
prezzo.”
Occorre sottolineare l’abitudine di racco-
gliere in album, tipica dei collezionisti e la finali-
tà remunerativa, poiché non va dimenticata l’ori-
gine umile dell’artista ed il fatto che non riceve
uno stipendio fisso dai Borghese (risulta da lette-
re, che l’artista si lamenta di non aver
riconosci-
menti in denaro
), i quali si limitano a mantener-
lo e a fargli numerosi doni come: orologi, prezio-
si, ed anche disegni e stampe; inoltre invia perio-
dicamente soldi alla famiglia ed ai fratelli.
In particolare si assume l’onere del paga-
mento della dote della sorella Vincenza ed il
mantenimento della sorella Giuseppina, suora
presso il convento delle Adoratrici di Lugo ed
effettua un prestito alla famiglia di lire 2500
per l’acquisto di una casa.
A causa di tutto ciò, tenta di realizzare soldi
con diverse attività sia artistiche che
collezioni-
stiche
. Così molti degli acquisti vengono fatti in
un’ ottica di compravendita sia da membri del
patriziato che da antiquari di poco spessore,
riproponendo poi quello che ritiene superfluo ai
collezionisti più danarosi. Dall’archivio
Giovanni Piancastelli, conservato dagli eredi
presso la sua casa bolognese comprendente
oltre che disegni, dipinti, bozzetti, lettere e car-
toline ci viene in soccorso la nutrita corrispon-
denza, fonte indispensabile per ricavare notizie
inedite. Fra i suoi corrispondenti romani figura-
no molte nobildonne come Guia e Francesca
Borghese, Anna Maria Torlonia, Agnese,
Francesca e Maria Aldobrandini, Teresa Gerini,
Olga Guicciardi, Elena Ruffo. Per loro
Piancastelli esegue ritratti, disegni, acquerelli
e miniature.
Da alcune lettere di Luigi Barberini e Alfonso
Doria si ha conferma della fama raggiunta dal
Piancastelli dopo la catalogazione della Galleria
Borghese. Un gruppo di lettere ai genitori, riferi-
bili al periodo romano che va dal 1869 al 1888 e
quindi di riflesso al suo
soggiorno nettunese
intorno al 1872, ci offre una panoramica sullo
stile di vita della nobiltà nella Roma papalina e
dalla loro intestazione si possono conoscere i con-
tinui spostamenti da una residenza all’altra dei
Borghese: da Nettuno a Frascati, da Migliarino a
Parigi dove i Borghese hanno una casa.
Ecco alcuni passi di una lettera del 23 dicem-
bre 1871, in cui Giovanni Piancastelli, appena
assunto, racconta:
“non è a Roma bensì Nettuno
che io mi trovo
,
villeggiatura del Principe, il più
incantevole del luogo che mente umana immagi-
nare sappia…che grandiosa villa, quanti servito-
ri, camerieri, cocchieri, guardiani e cacciatori, è
un paese, se così posso dire, entro un palazzo,
che lusso…il cameriere tutti i giorni mi pulisce la
camera e mi lustra le scarpe; vi ripeto è un
sogno…vi basti il dire che se dir si può esservi
paradiso quaggiù quello sarebbe ove io mi
trovo…”
Piancastelli inizialmente spaesato in
questo mondo di signori, diviene poi un perso-
naggio molto ricercato per feste, matrimoni, cene
e viaggi di piacere. In molta della corrisponden-
za conservata si parla di queste feste e matrimo-
ni, occasioni in cui viene impiegato per realizza-
re biglietti d’invito, ritratti o disegni da donare
agli sposi; in particolare in una lettera del 15
maggio 1873 scrive:
“Ora sto anche preparando
un album ben legato tutto pieno de miei lavori a
penna che ho fatto questo inverno per farne un
presente agli sposi”
che nella fattispecie sono
Francesco Borghese e Francesca Salviati.
Della multiforme opera pittorica del
Piancastelli, oltre ovviamente ai ritratti di
numerosi e nobili personaggi in qualche modo
legati al nostro territorio: Marcantonio
Borghese, Teresa de la Rochefoucauld Borghese
(moglie del principe Marcantonio), la principes-
sa Elena Borghese ed altri aristocratici riman-
gono quadri sulla Campagna romana, marine,
barcaioli, pescatori in preghiera, pinete, un
acquerello su cartoncino (cm. 78x38),
Veduta
del castello Astura con volo d’uccelli
, alcune
ceramiche, piatti lisci Faenza, dipinti in tonali-
tà blu, diametro cm. 27,5 circa con monogram-
ma PG sul verso in blu e riproducenti
il castel-
lo di Astura
ed infine un bellissimo album
U
NA REGINA SEDUTA SUL MARE
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