Giovanni Piancastelli ed i Borghese
Nasce a Castel Bolognese il 14 settembre 1845
da famiglia di modeste origini: il padre è canapino,
la madre, tessitrice. Dimostrando sin da piccolo
talento artistico, viene affidato a Padre Federico
Bandiera da Palestrina dei frati minori cappucci-
ni, frequentazione che gli accende la fede religiosa
tanto da divenire in seguito terziario francescano.
Suoi mecenati inizialmente, i faentini
Giuseppe Rossi e Domenico Zauli Naldi che
danno al quindicenne Giovanni la possibilità di
iscriversi alla scuola di disegno di Faenza. Suoi
primi insegnanti sono Achille Farina per il dise-
gno e la pittura e Girolamo Conti per l’architet-
tura. Conclusi gli studi faentini, si reca a Roma
(1862-1866) per completare la sua formazione
con l’aiuto del marchese Camillo Zacchia iscri-
vendosi all’Accademia di San Luca.
In questo periodo, ci narra il pronipote
Alfredo Piancastelli, figlio di Paolo, nipote del-
l’artista, che l’avo rientra alcune volte al paese
natìo, effettuando il viaggio a piedi attraverso il
passo dei Mandrioli,
“le nostre condizioni fami-
liari erano tali che Giovanni non si poteva per-
mettere alcun mezzo di trasporto, perciò percor-
reva il tragitto fino a Roma a piedi e scalzo per
risparmiare le scarpe…fuori dal paese infatti le
riponeva in un fazzoletto assieme ad un poco di
cibo (pane, formaggio, frutta) che doveva servi-
re per il viaggio. La distanza lo impegnava per
circa dieci giorni (media 40 km al giorno). Le
notti veniva ospitato in conventi di frati, che a
volte fornivano pure un pasto caldo.”
Dopo il servizio militare, il foglio di via ripor-
ta la data del 12 aprile 1871, Giovanni
Piancastelli fa ritorno a Roma contattato dal
principe Marcantonio Borghese che lo assume
come insegnante di disegno e pittura per i figli.
La sua posizione può essere paragonata a
quella dei pittori di corte: seguiva il principe
nelle ville fuori Roma, a Frascati come a
Nettuno o nella campagna toscana, eseguendo
se necessario interventi di ristrutturazione o di
semplice decorazione.
Tramite i Borghese, entra in contatto con
altri membri del patriziato romano che si avval-
gono della sua opera: Torlonia, Aldobrandini,
Chigi, Doria, Barberini Ruffo della Scaletta.
Nel frattempo trova modo di partecipare a
varie mostre: Faenza nel 1875, Parigi (con il
dipinto
, Gli emigranti della campagna romana
)
e Roma nel 1878, ancora Roma all’Esposizione
di Belle Arti nel 1883 quindi Monaco di
Baviera, e a Bologna nel 1888.
Collabora a riviste come Natura ed Arte ed
Emporium. Nel 1886, con la scomparsa di
Marcantonio Borghese, riceve l’incarico di rior-
dinare la collezione Borghese e di trasferirla a
villa Pinciana, abbandonando l’amata pittura e
costretto a maneggiare tanto malamente la
penna
, dovendo correggere numerose attribu-
zioni ed intraprendere viaggi per visitare
importanti collezioni europee.
Nel 1894 compie un viaggio a Praga per
documentarsi in vista dell’esecuzione della pala
La morte di San Giovanni Nepomuceno
com-
missionata dal principe Giuseppe Torlonia.
In occasione dell’Esposizione Berniniana del
1898 per il terzo centenario della nascita, il
Piancastelli fa parte del comitato celebrativo ed
è incaricato dell’esecuzione di alcune
cartoline
commemorative
, riportate nel Catalogo degli
Illustratori Italiani di Furio Arrasich del 2003 e
quotate 40 euro insieme alla non comune
carto-
lina del Comitato per la vestizione dei bambini
poveri di Roma
e ad una serie di
cartoline di
vita francescana
di cui si conoscono una quindi-
cina di soggetti.
Il 6 gennaio 1902 è nominato direttore della
Galleria Borghese, incarico che abbandonerà
quattro anni più tardi per ritirarsi a Bologna
nella casa di via Saragozza.
Personaggio eclettico, pittore, disegnatore,
grafico, incisore, ceramista, scultore, decoratore
e soprattutto uno dei maggiori collezionisti di
fine ottocento di disegni e stampe, sia per la
consistenza che per la qualità delle opere.
Suo merito principale è quello di interessar-
si di artisti emergenti, tra questi, contro i pre-
giudizi degli ambienti accademici, di Felice
Giani di cui raccolse più di mille disegni.
La nascita di questa passione è strettamente
legata all’incontro con la famiglia Borghese che
lo assume nel 1871. I contatti con il patriziato
romano gli permettono di avere libero accesso a
molte raccolte private di collezioni di nobili
famiglie presso le quali dà abitualmente lezioni
o fa stime e consulenze raggiungendo una note-
vole popolarità come si evince da una lettera
scritta al padre datata 27 febbraio 1885 e con-
305
A
LBERTO
S
ULPIZI