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NA REGINA SEDUTA SUL MARE
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Marciano. Liberato, raggiunge Radicofani con 200
fanti. Dopo alterne vicende che lo vedono protago-
nista in Toscana, giungiamo al 1556 quando
Nettuno viene tolto ai Colonna
per passare in pos-
sesso dei Carafa ed il pontefice Paolo IV, dà inizio
alla guerra della Campagna di Roma.
Alla Santa Sede interessa rientrare in pos-
sesso di una delle primarie fortezze del Regno
di Napoli, cioè Gaeta. Nell’economia della guer-
ra, Giovanni Carafa
ritiene utile distruggere le
fortificazioni di Nettuno,
nonostante
sia la
migliore terra che ha
ed il rischio che
Nettuno
si disabita
.
I nettunesi protestano energicamente e,
scacciato il presidio francese, serrano l’ingresso
ed inviano le chiavi del Castello a Marcantonio
Colonna che dà l’incarico di
salvare il paese al
fidato Capitano Moretto,
al comando di una
compagnia di 150 uomini e nel frangente al
soldo degli imperiali contro le truppe del papa.
Per l’eroica difesa sostenuta dal Moretto e per il
valore dimostrato dai nettunesi
che difendono
con
grande animo le loro robe et famiglie,
gra-
zie anche ad una forte mareggiata che costrin-
ge le galèe francesi condotte dal De La Garde al
ritiro, respinto inoltre l’assalto portato anche
dallo Strozzi,
Nettuno si salva dall’invasione
e
dalla distruzione nemica.
L’anno dopo il Moretto torna a combattere
nel senese, quindi viene nominato governatore
di Candia nel 1569. Partecipa alla battaglia di
Lepanto nel 1571 ed è quindi al soldo della
Serenissima contro l’impero Ottomano dimo-
strandosi capitano valoroso e d’onore fino alla
sua morte intorno al 1580 quando, come
gover-
natore generale
, si trova a Candia ed intrapren-
de opere di rafforzamento di Corfù insieme a
Sforza Pallavicini e Giulio Savorgnano per
poter rintuzzare gli attacchi turchi.
La lapide sepolcrale finora conosciuta da
pochi, si trova nel cimitero comunale di
Taurianova, collocata in un monumento in mat-
toni posto entrando, sul muro di confine destro
del primo nucleo storico; la pubblichiamo grazie
alla collaborazione dell’architetto Sergio
Romano Maduli.