Il capitano che salvò Nettuno
T
orno a distanza di qualche tempo, dall’uscita
del volume
“Millecinquecento”, Marcantonio
Colonna e l’antico Statuto di Nettuno
, a cura
di Benedetto La Padula e Vincenzo Monti, nel
quale ho trattato della
Guerra d’Italia del 1556
, fra
Paolo IV, schierato con i francesi ed i Colonna, pri-
vati dei loro feudi e alleati con gli spagnoli, nel corso
della quale avviene l’episodio dell’eroica difesa della
città di Nettuno condotta dal capitano Filippo
Moretto e dagli stessi abitanti della città. Nel mio
capitolo,
Filippo Moretto e la battaglia di Nettuno
,
restano insoluti alcuni quesiti: cosa fa dopo la vitto-
riosa difesa di Nettuno il Capitano Moretto?
Quando si conclude la sua avventurosa vita e dove
riposano le sue spoglie?
Grazie a ricerche condotte con l’amico e col-
laboratore dott. Cappellari proviamo a dare
alcune risposte.
Il capitano Moretto torna alla ribalta a distan-
za di tre secoli dagli avvenimenti nettunesi gra-
zie alla scoperta della lapide sepolcrale, riportata
da alcuni giornali calabresi nel giugno del 1878:
…
in Terranova (Calabria) e proprio nel sito ove
sorgeva un dì l’Abazia di Santa Caterina, un agri-
coltore scavò una maestosa lapide sepolcrale(…)
sulla lapide, a grandezza naturale, dorme nel più
bello atteggiamento un guerriero(…) una mode-
sta iscrizione ricorda l’illustre Capitano di
Spagna, il vincitore di Tunisi, di Ostia e della
Goletta, il difensore di Nettuno, il suddito fedele,
l’amico di Carlo V, il prode Filippo Moretto.
L’intero monumento contenente il teschio e
le ossa del Capitano, i galloni d’oro, il ferro della
spada, un orecchino d’oro, monete, ecc…viene
acquistato dai discendenti signori Moretto e
Sofia Moretto da Radicena e da essi collocato
nella chiesa dell’Immacolata
.
Le memorie del sepolcro del nostro Capitano
si perdono non tanto per il tempo passato, né
per le due guerre mondiali o l’incuria degli
uomini, quanto verosimilmente a causa dei
devastanti terremoti che a cavallo di otto e
novecento colpiscono duramente la Calabria
facendo scomparire le tracce ed affievolire il
ricordo del Moretto.
La chiesa dell’Immacolata dove viene sepolto
è in rovina ed è sconsacrata, ricostruita in altro
luogo e non contiene memoria del Capitano, ma
parte del sepolcro si trova ora murato nel cimi-
tero di Taurianova.
Torniamo al periodo storico e all’episodio che
ci riguarda. L’arte militare italiana nel Medioevo
e nel Rinascimento non ha rivali. Ai nostri con-
dottieri e alle loro strategie si rivolgono molti
regnanti per le proprie truppe mercenarie.
E’ una storia intrisa di congiure, saccheggi, intri-
ghi, passioni, tradimenti e vendette, che offrono
materia per leggende, aneddoti, ballate popolari.
Protagonisti personaggi famosi e fortunati
come Giovanni dalle Bande Nere o meno, come
il nostro Moretto, che ritroviamo nel 1556,
impegnato con il duca d’Alba e Marcantonio
Colonna nella difesa di Nettuno. Nato all’inizio
del cinquecento, è già presente nel 1527 in
Lombardia a combattere gli imperiali agli ordi-
ni di Ludovico Vistarini.
Nel 1529 è alla difesa di Barletta, quindi nel
1542 con Piero Strozzi contro gli austriaci.
Nel 1551 alla difesa di Mirandola, poi di
Siena e nel marzo del 1552 ha l’incarico da
Giordano Orsini di difendere Montalcino, ma
contattato dal Toledo che gli promette di farlo
rientrare in Calabria, da cui è proscritto, con
una rendita annua di 3000 scudi in cambio del
tradimento, informa l’Orsini dell’accaduto e
prepara una trappola in cui i capitani spagnoli
comunque non cadono. Nel 1553 contrasta
imperiali e Genovesi in Corsica.
Nel 1554 è sconfitto in Toscana da Giangiacomo
Medici e fatto prigioniero nella battaglia di
303
A
LBERTO
S
ULPIZI
La storia sono fatti che finiscono col diventare leggenda
le leggende sono bugie che finiscono col diventare storia.
Jean Cocteau
...gli eroi s n tutti giovani b lli...
La loc motiva - Francesco Guccini