Pagina 278 - UNA REGINA SEDUTA SUL MARE

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A tal proposito scrive il
Foscolo
da Pavia ad
Ugo Brunetti di Verona:
“Scrivo rapidamente
perché ora giunse la posta e fra mezz’ora
parte
…” Niente di nuovo sotto il sole,
Cicerone
infatti si lagna dall’esser
costretto a buttar giù
una risposta breve
perchè sente alla porta lo
schiavo smanioso di ripartire.
Sul finire del Settecento
, riporta il cav.
Angelo dei Marchesi Costaguti, tenente di mari-
na al servizio di Sua Santità il Sommo Pontefice
nel Portolano della spiaggia romana nel mare
Mediterraneo dell’anno 1797, che a Nettuno
: la
posta delle lettere parte da questo paese per un
postino particolare il giovedì a 15 ore e arrivano
le lettere da Roma la domenica circa le ore 21
.
Inoltre, dall’esame di una cartina di Nettuno
presente nel Portolano (carta 148, v.), si può
desumere della presenza di una
bottega con
posta delle lettere
nell’odierna piazza G.
Marconi, tra il numero civico 6/8 dove attual-
mente si trovano una
piccola boutique
e la trat-
toria “
Al Borgo Antico
” di Carla Sacchi, davan-
ti la chiesa di San Giovanni.
Alla fine
dell’ottocento a Nettuno,
da materiale
presente nel mio archivio, si può arguire che la
consegna della posta è impeccabile: una lettera
spedita dal Comune di Nettuno a quello di Jenne,
parte il 7
marzo 1876
ed arriva il giorno otto, una
cartolina postale scritta dalla farmacia Orsenigo
l’
8 dicembre 1891
giunge la sera stessa alle ore
nove al destinatario Don Wenceslao Cordeschi a
Roma (non è un’eccezione, infatti una lettera par-
tita da Civitavecchia il 16 febbraio 1871 giunge la
sera stessa a Corneto) ed infine una lettera del pre-
sidente dell’Università Agraria di Nettuno,
Augusto D’Andrea, spedita il 22
ottobre 1897
giun-
ge al sindaco di Acuto (Roma) il giorno ventitré.
Sia nel corso del Settecento che in tutto
l’Ottocento, le località minori non dotate espres-
samente di ufficio adibito alla posta delle lette-
re, si appoggiano alla posta dei cavalli ovvero
ad osterie e locande.
In quest’ultimo caso le lettere raccolte sono
inviate all’ufficio postale da cui la località
dipende territorialmente, qui vengono timbrate
e fatte proseguire fino a destinazione.
Il trasporto è affidato a
persone scelte
(corrie-
re, staffetta, procaccia) che debbono avere deter-
minate caratteristiche: ottimo cavaliere e con
una salute di ferro, coraggioso, fidato ed onesto.
Portano spesso lettere importanti, somme di
danaro, cavalcano per giorni in ogni stagione e
tempo, rispettano una tabella di marcia per il
controllo della quale sono muniti di un docu-
mento sul quale sono indicati luogo, data, ora di
partenza e le diverse poste per le quali passare
prima di giungere a destinazione.
Arrivando ad una stazione si annunciano al
suono della cornetta, scendono da cavallo,
fanno firmare il documento dal Mastro, si ripo-
sano, cambiano cavallo e ripartono.
Questa è per anni e in diverse forme per
secoli, la vita del messaggero portatore di noti-
zie, antenato dei nostri attuali portalettere. Un
solo elemento in tanti secoli di storia non cam-
bia mai: il cavallo, il perno di questo servizio
fino all’avvento del treno e delle macchine.
Con la costituzione del Regno d’Italia, Nettuno
ha il suo Ufficio Postale sistemato all’interno del
Palazzo del Comando - Presidio militare, in via
Vittorio Emanuele III, insieme all’Ufficio
Telegrafico di fronte al Caffè (ovviamente) della
Posta (sorto a cavallo fra otto e novecento nei
locali di una ex stalla adibita a rimessa per dili-
genza primo proprietario Adolfo Cerè) e vicino
all’Albergo della Posta di Zeno Patrizi. Dai timbri
riscontrabili su lettere in partenza da Nettuno:
quello
in cartella
con la scritta “Nettuno”, del tipo
distribuito alle stazioni ferroviarie, conosciuto dal
giugno 1871 ad agosto 1872 ed il
numeral
e a
punti prima ed a sbarre successivamente
(Nettuno ha il numerale 176), possiamo supporre
che esso è probabilmente in funzione dal 1° ago-
sto 1872 (anche se da delibere del Consiglio
Comunale sembrerebbe dal 1874).
Da una ricerca condotta sugli
Atti Consigliari
del Comune di Nettuno a partire
dal 1860
in
avanti dall’ Associazione Culturale
il Tridente,
possiamo desumere che
nel 1863
l’Ufficio Postale
di Albano, con un suo postiglione, ha cura di con-
segnare le lettere al comune di Nettuno e di Anzio.
I due comuni dal
marzo 1864
convengono con
Giovanni Bachille, proprietario della diligenza,
previo assegno mensile di scudi cinque, di fare
periodicamente dei viaggi alla Cecchina per il
trasporto delle corrispondenze dei due paesi.
Dal
novembre 1867
l’adunanza del Consiglio
“sulla scelta del Postiglione e sua sicurtà” appro-
va per conduttore delle corrispondenze tale Paolo
Tricoli e per la sua sicurtà Vincenzo Colozzi.
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