Pagina 20 - UNA REGINA SEDUTA SUL MARE

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nell’austero quanto elegante palazzo Doria
Pamphilj che ancor oggi domina piazza Colonna
e nei cui pressi si può ammirare una fontana
incastonata in una nicchia dalla forma ogivale.
In questo periodo è governatore di Nettuno il
Conte d’Alibert, favorito della Regina Cristina
di Svezia.
Nel 1656 la popolazione di Nettuno, che
supera i tremila abitanti, viene decimata dalla
peste portata, secondo leggenda, da un pescato-
re napoletano e si riduce a 860 abitanti
(Tomassetti). Nel tentativo di fermare il conta-
gio, sono bruciati libri, documenti e registri e
viene adottata una disciplina rigidissima con
severe norme di igiene ed isolamento. Viene
istituito il
Monte Frumentario
a sostegno della
parte più indigente della popolazione. In un
memoriale redatto dall’affittuario Filippo de
Aste in questa occasione, si spiega come il
morbo compromette il suo lavoro e proprio la
voce peste è uno dei motivi mediante i quali si
può esser esonerati, in parte o del tutto, dal
pagamento dell’affitto ( Adriano Spina ).
In due anni, la peste causa a Nettuno più di
1100 vittime (Bultrini): su una popolazione di
2500 abitanti ne rimangono poche centinaia. I
due
stati d’anime
compilati prima dell’epidemia
e subito dopo, sono preziosi per lo studio demo-
grafico, ma non permettono una esatta numera-
zione degli abitanti, anche perché sembrano
incompleti. Negli atti di una sacra visita del
1636, venti anni cioè prima della peste, si parla
di 2300 abitanti. Quasi dieci anni dopo il grave
contagio, nelle
visite ad limina
nel 1667, sono
censiti 1000 abitanti. Nel 1632 si hanno le
prime avvisaglie di quello che accadrà di lì a
poco più di venti anni.
In quell’anno a Nettuno viene proibita la
fiera di san Bartolomeo,
per la provenienza di
vascelli provenienti da luoghi sospetti e perciò
fossero pericolosi per il contagio perché a tal
fiera concorrono altre persone da Velletri, Cori,
Sermoneta, Sezze, Piperno e luoghi circonvicini
a comprare lini si parlò di gente proveniente da
Napoli e Caserta
.
La virulenza della peste a Napoli sarà ecce-
zionale, su 70.000 abitanti, nel biennio 1656-
1657, farà 40.000 vittime (Adriano Spina).
Nel 1660 il cardinal Vincenzo Costaguti
costruisce la villa Bell’Aspetto, ora Borghese.
Durante il pontificato di Innocenzo X, inizia-
to nel 1664, i Nettunesi cominciano a vedere
qualche miglioramento nella loro situazione,
avendo il Papa emanato ordini severi contro
angherie e soprusi.
Nel 1697 Papa I
NNOCENZO
XII, pressato dalle
richieste della popolazione di Nettuno, realizza il
progetto promesso alla città da Clemente VIII nel
1594 relativo alla costruzione del porto neroniano.
I nettunesi partecipano alla costruzione ed
alle spese ma rimangono delusi per l’alto onere
sostenuto, il modesto risultato tecnico ottenuto
e l’assenza di qualsiasi diritto sul nuovo porto
Innocenziano, compreso quello di vendere il
loro pesce.
Il luogo è ancora disabitato: vi sono solamen-
te il villino Cesi, la torre di capo d’Anzio, una
misera osteria ed alcune capanne. In seguito
vengono costruiti gli edifici per i funzionari del
porto, per i sorveglianti delle ciurme (schiavi
turchi o galeotti), per i soldati addetti alla dife-
sa dei fortini ed una cappella data in custodia
ad un sacerdote per l’assistenza spirituale dei
pochi fedeli.
Al 1700 risalgono le prime piantagioni di
VIGNETI A CACCHIONE
, un vitigno particolarmen-
te adatto a questi terreni. Ben presto i nettune-
si ottengono una consistente produzione di vino
brillante e gustoso largamente esportato
nell’Urbe. Nelle botteghe romane, come quella
di “Falcone” a S.Eustachio e quella di “Padron
Clemente” dietro San Gallicano, si serve vino di
Nettuno, ivi trasportato con carri carichi di
barili dopo una sosta di riposo notturno a
Fontana di Papa. In questo periodo la macchia
di Nettuno è anche luogo di pascolo oltre che di
produzione di legname, si enumerano 314 scro-
fe, 35 verri, 312 maiali, 2428 porcastri; inoltre
la pesca produce 180 ceste di pesce e si riferisce
anche di entrate dalla pesca del corallo e di pic-
cole entità di cavalli, vacche e bufali.
N
EL
1711 un domenicano, il
PADRE
L
ABAT
,
visita Nettuno e scrive che i nettunesi sono
tutti cacciatori e uccellatori… sono circondati
da spesse foreste e da paludi dove si trovano
cinghiali, daini, caprioli. Le spiagge lungo le
coste del mare brulicano di lepri e conigli e
nella macchia vi sono quaglie, beccacce ed altri
uccelli. Una foresta così fitta, deve avere molti
animali, tra i quali i lupi. Segnala A
DRIANO
U
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