Nettuno e le sue terre verranno perse poi nel
1540 da Ascanio Colonna nella guerra con Paolo
III e recuperate alla sua morte.
In seguito a tensioni con il papato, i Colonna
vengono nuovamente privati del feudo che
passa ai Carafa per breve tempo.
E’ del 1557 la guerra della Campagna di
Roma combattuta tra spagnoli e pontifici.
Nettuno viene occupato dal cardinal Carafa
e controllato dallo Strozzi allora maresciallo di
Francia.
Temendo un ritorno dei Colonna, alleati con
gli spagnoli, viene dato da papa Paolo IV Carafa
l’ordine di distruggere il paese poiché non difen-
dibile, ma i nettunesi si ribellano ai pontifici e
mandano le chiavi del paese a Marcantonio
Colonna che, inviato a Nettuno
IL CAPITANO
CALABRESE
F
ILIPPO
M
ORETTO
con un pugno di
armati, riesce a respingere i
franco-pontifici
pur
supportati da 12 galee, grazie all’eroico aiuto dei
nettunesi intenti a difendere
“le loro robe et
famiglie”
e grazie al fortunoso mare contrario.
Nel 1553/1554 appare in tre volumi la grande
raccolta
DELLE
N
OVELLE
, ispirata al Decamerone
del Boccaccio, di M
ATTEO
B
ANDELLO
. Vi compare
N
ETTUNO
con Gaeta e Ponza nel
VOLUME
III (68).
Dall’opera, che avrà grande fortuna in Europa
per secoli, trarranno spunti ed argomenti scritto-
ri come Shakespeare (Romeo e Giulietta, La dodi-
cesima notte, Molto rumore per nulla), Stendhal,
De Musset, Byron, D’Annunzio.
Nel 1560 per ordine di Marcantonio Colonna,
Nettuno viene sgombrato e difeso dall’attacco
dei Turchi.
Il 17 giugno Marcantonio pubblica lo Statuto
intitolato:
“Capitoli di tutte le regalie che il sig.
illustrissimo Marcantonio tiene nella terra di
Nettuno”;
quattro anni dopo restaura le antiche
mura, ne aggiunge altre e scava la miniera di
vetriolo a Tor Caldana dove si costruisce una
torre a difesa della spiaggia.
Il 7 ottobre 1571, secondo una certa tradizio-
ne, soldati
NETTUNESI
con M
ARCANTONIO
C
OLONNA
prendono parte alla vittoriosa batta-
glia di Lepanto, togliendo così la supremazia
navale nel Mediterraneo ai Turchi.
Una curiosità riferita dal
Tomassetti
: il 5 giu-
gno 1573, Marcantonio assegna per benemeren-
za al sig. A
LESSANDRO
F
ORTUNATO
suo
MEDICO
FISICO
una entrata annua di scudi 50 sopra le
rendite di Nettuno, con patto di poterla in ogni
momento “
redimere”.
Il condottiero muore in Spagna, a
Medinaceli, il 1° agosto 1584.
Dieci anni dopo, il 13 settembre 1594,
Marcantonio Colonna III con Felicia Orsini,
vendono Nettuno alla Camera Apostolica per
400.000 scudi.
Clemente VIII
promette ai nettunesi una
serie di migliorie: disboscare e aumentare la
superficie coltivabile, incentivare il commercio,
ristabilire l’antico porto neroniano non ancora
del tutto in disuso; questi propositi purtroppo
non avranno un seguito concreto.
Proveniente dall’Inghilterra,
NEL
1550
appro-
da fortunosamente sui lidi di Nettuno la statua
lignea della M
ADONNA DELLE
G
RAZIE
, insieme a
quelle di San Rocco e San Sebastiano. Sottratta
alle persecuzioni iconoclaste di Enrico VIII e
sfuggita miracolosamente al naufragio davanti
alle nostre coste, viene affidata dai devoti mari-
nai che la stanno trasportando a Napoli ai fede-
li di Nettuno che la proclamano loro Patrona.
Danno gloria alla città illustri concittadini
come A
NDREA
S
ACCHI
(1599 – 1661), uno dei
maggiori esponenti della pittura classica roma-
na del Seicento e l’oratore sacro P
AOLO
S
EGNERI
(1624 – 1694).
Il poeta A
NTONIO
O
NGARO
(1560 – 1593) ivi
compone il poema pescatorio Alceo, uno dei rari
esempi nella letteratura italiana del Cinquecento.
Nel 1622 il pontefice G
REGORIO
XV si reca a
Nettuno per visitare il convento di Santa Maria
del Quarto.
Nel 1625 la Camera Apostolica restaura le
fortificazioni del castello di Nettuno e ricostrui-
sce il baluardo verso levante.
Il 24 aprile 1648 a Sezze Romano, muore
P
ADRE
G
IOVANNI
B
ATTISTA
cappuccino, al secolo,
Bernardino Roselli.
Nasce a Nettuno nel 1584, sacerdote, predica-
tore, maestro dei novizi, per 13 anni guardiano di
Roma e in altri conventi. Uomo di grande umiltà,
carità, prudenza e austerità per cui da tutta la
provincia è tenuto in concetto di santo religioso.
Nello stesso anno Don Camillo Pamphilj com-
pra dal principe Cesi il palazzo a Nettuno, credu-
to disegnato dal Vignola, ampliandolo molto. E’
una villa con una loggia di fronte al mare ed un
meraviglioso giardino, il principe la trasformerà
17
A
LBERTO
S
ULPIZI