Pagina 18 - UNA REGINA SEDUTA SUL MARE

Versione HTML di base

Tutto il sottosuolo della vecchia Nettuno è
ricco di lunghe e profonde grotte scavate nella
pietra arenaria comunicanti tra loro e provviste
di numerosi sbocchi a terra e a mare. Gli anti-
chi nettunesi vi si rifugiano in cerca di scampo
durante le frequenti incursioni saracene.
Riccardo “Cuor di Leone”, dopo una breve sosta
in Astura, s’imbarca per l’oriente nel vano ten-
tativo di liberare il Santo Sepolcro.
Alla fine del XII secolo, G
IOVANNI
G
AETANO
O
RSINI
entra in possesso di Nettuno ed è la sua
famiglia, nella persona del governatore Lorenzo
Orsini, nel 1380, ad ampliare il nucleo abitativo
e a proteggerlo con mura di cinta dotate di otto
torri che contiene tutto il vecchio paese; Torre
Astura è di proprietà di Leone Frangipane.
In questo tempo Nettuno è abbastanza popo-
losa dato rilevabile dal noto elenco del sale, infat-
ti vengono assegnate 20
rubbie
di consumo per
semestre che indica un abitato doppio di Albano.
Nel 1268 il giovane C
ORRADINO DI
S
VEVIA
,
appena sedicenne, scende dalla Germania per
rivendicare il Regno di Napoli da Carlo d’Angiò.
Sconfitto a Tagliacozzo, si rifugia a Torre
Astura dai Frangipane che, secondo una fosca
leggenda, lo tradiscono catturandolo nel sonno;
consegnato al nemico viene decapitato in piazza
del Carmine nella città partenopea.
Il 4 settembre 1286 Bernardo da Sarriano,
inviato da Federico Re di Sicilia con dodici
galee, pone l’assedio al castello di Astura e poco
dopo l’incendia, vendicando così la morte di
Corradino di Svevia. Metà del territorio di
Astura, compresa la torre, viene acquistata da
Pietro Caetani, nipote di Bonifacio VIII.
Nel 1378 le Repubbliche marinare di G
ENOVA E
V
ENEZIA
si contendono il primato del mare con
vari atti di ostilità, che si concludono con un tragi-
co scontro armato il 30 maggio 1378 nelle acque di
Nettuno. Si fronteggiano gli ammiragli Ludovico
Fieschi, genovese, e
V
ITTOR
P
ISANI
, veneziano.
La sanguinosa battaglia si conclude, dopo
alterne vicende, con la sconfitta dei Genovesi
che perdono 500 uomini e quasi tutte le navi.
Nel 1420, nel palazzo baronale, muore
Rinaldo Orsini, viceré degli Abruzzi.
La signoria orsiniana su Nettuno prosegue
fino a quando Raimondo Orsini permuterà con
Antonino, Prospero ed Odoardo Colonna il domi-
nio di Nettuno ed Astura, con quello di Sarno e
del castello di Palma in Abruzzo, come risulta da
un atto del 15 dicembre 1426: con esso s’inaugu-
ra il
DOMINIO
C
OLONNESE
in questo territorio.
Nel XV secolo grazie ai Colonna vengono
effettuati lavori di fortificazione che accrescono
la sicurezza del Castello.
Nel 1494 gli Orsini, approfittando della con-
fusione venutasi a creare a seguito del passag-
gio delle truppe francesi di Carlo VIII dirette a
Napoli, tentano un colpo di mano per cercare di
strappare ai Colonna il feudo di Nettuno.
I Colonna, aiutati dai nettunesi, sventano il
piano degli Orsini opponendo una dura resistenza.
Nell’agosto del 1501 però, papa
Alessandro
VI
confisca i beni ai Colonna con la bolla
Dudum
Iniquitatis Filii
e li assegna a Rodrigo Borgia.
Nel 1503 viene inaugurato l’elegante Forte
commissionato da Alessandro VI a G
IULIANO DA
S
ANGALLO
ed eseguito forse da Antonio il vec-
chio, suo fratello; il pontefice va in persona ad
esaminare il lavoro. Nello stesso anno, alla
morte di papa Alessandro, il nuovo pontefice
Giulio II rimette i Colonnesi in possesso delle
terre loro confiscate compreso Nettuno.
Le attività prevalenti sono la coltivazione dei
campi, l’allevamento di animali e concia delle
pelli, il taglio della legna, la produzione del car-
bone, le attività estrattive, la caccia e la pesca.
Flavio Biondo da Forlì nel 1527, ci lascia
questa descrizione: …
nel mare di Nettuno per
quanto sassoso, anzi meglio iaioso, vi sono
pesci in abbondanza di ottima qualità. Come
anche i boschi molto estesi offrono cacciagione
di cinghiali e capre selvatiche in abbondan-
za.[…] all’inizio della primavera rondini, perni-
ci e quaglie, così chiamate per il suono che
emettono…
Nettuno nel Cinquecento gode di una discre-
ta economia, tale da assicurare ai suoi feudata-
ri rendite notevoli: grano, vino, orzo, legna, car-
bone, minerali (ferro, vetriolo, salnitro, zolfo,
piombo), pelli conciate, lana. L’amministrazione
è affidata dal feudatario ad un camerlengo che a
sua volta nomina un governatore.
Nel 1505 G
IULIO
II, d’intesa con i Colonna, fa
esplorare il territorio nettunese scoprendo
immensi tesori d’arte: la statua di Apollo detta
del Belvedere, il gladiatore combattente,
Dositheo da Efeso, il gladiatore morente,
Nettuno, Cibale ed altre opere d’arte pregevoli.
U
NA REGINA SEDUTA SUL MARE
16