Gli anni sessanta
Ricordi della maestra Anna Gianuizzi, ferrarese
Il periodo del mio insegnamento a Nettuno,
va dall’anno scolastico 1960/1961 all’anno scola-
stico 1974/75. Ho iniziato alla Casa della Divina
Provvidenza dove da quell’anno, tre delle cinque
classi elementari erano diventate statali. Avevo
una II classe mista, di circa 40 bambini!
Mia collega ed in seguito cara amica, era
Letizia Prozzo da Morione (BN). Io provenivo
da Ferrara, vincitrice del concorso a Roma nel
1958/59.
Il direttore didattico di quell’anno scolastico
’60/’61 si chiamava Pio Simonelli, veniva da
Roma.
Di lui conservo un ottimo ricordo. Suor Alda,
suor Vittoria e Ida Perci D’ Arcangelis, oltre a
Letizia Prozzo, furono le colleghe di quel mio
primo anno d’insegnamento a Nettuno.
Nell’anno scolastico 1961/62 e fino al 1966/67,
se la memoria non mi inganna, ho insegnato a
Nettuno capoluogo
, nelle scuole allora ospitate
all’ultimo piano dell’edificio del Comune.
Aule brutte, alle quali si accedeva salendo
numerosi scalini, aule senza riscaldamento, con
imposte dalle quali entrava il vento, particolar-
mente fastidioso e freddo in inverno.
Di quel periodo ricordo alcune insegnanti alla
soglia della pensione: le maestre Palazzotti,
Zerella, Polidori, i colleghi Santaniello, Di Paolo,
Flamini, Salvatori, Fanfoni ed Antonio Pagliuca.
Nel 1961/62 avevo una prima maschile tra i
cui alunni c’era il futuro sindaco di Nettuno,
Vittorio Marzoli; in quell’anno ebbi la visita
dell’Ispettore Alfio Corti. A quei tempi per
entrare definitivamente in ruolo, occorreva,
dopo due anni, il benestare dell’ispettore.
Dal 1962/63 e fino al 66/67, ho insegnato in
una classe femminile, sempre la stessa, portan-
do le bambine dalla II alla V (ricordo, tra le
altre, Mirella Azzolina e Dalia Pietrangeli).
Colleghe di quegli anni: oltre Letizia Prozzo, la
maestra Elisei, Gina Salvatori, insegnante a
Tre Cancelli, le maestre Roveri, Federici,
Coppola, Ottavini, Fernanda della Portella,
Ivana Domignoni (allora supplente).
Dal 1967/68 ho insegnato a Cretarossa, la
mia sede definitiva. Lì ho insegnato con Gina
Salvatori, Celsina De Cesaris e il maestro mari-
to della Eufemi, in seguito direttore didattico:
Franco Nicolò. Come maestrine appena entrate
in ruolo, insegnò per un anno a Cretarossa,
anche Maria Votta, che ha seguito fino all’ulti-
mo nella sua malattia, la mia cara amica e col-
lega Gina Salvatori. Ora è alle soglie della pen-
sione. Il mio ultimo direttore didattico, in quel
di Nettuno:
Vincenzo Maiorana.
Firenze, 15 novembre 2004, ore 17,00 Anna Gianuizzi
Amalia Piscel
Una santa laica di Nettuno
La maestra Piscel era la bontà in persona e
la sua vita è stata un atto di completa dedizio-
ne al prossimo. Che fosse un po’ “cocciuta”,
come ogni buon montanaro che si rispetti, non
potrei negarlo, ma che, oltre alla cocciutaggine,
possedesse le più belle virtù di questo mondo
posso giurarlo!
Viveva per il prossimo, trascurando fino
all’incredibile la sua persona ed i suoi interessi,
al punto che gli zoticoni, i superficiali e le
“comari” la ritenevano una sciocca e ne rideva-
no dietro le spalle.
Nelle opere era una “cristiana” al cento per
cento, ma mi confessava con rammarico di non
aver raggiunto una grande fede; ne cercava gli
spunti, le motivazioni, gli incitamenti, le dimo-
strazioni vere ed autentiche, ma non gliene
erano arrivate che di sbiadite, di opportunisti-
che, di bacchettone…
Ne cercava le motivazioni nei discorsi della
gente, nelle prediche dei sacerdoti, nelle pagine
dei mille libri letti, nelle sue meditazioni, ma
non ne trovò di esaurienti e convincenti; questo
anche per la sua posizione mentale, nutrita in
parte dall’agnosticismo dell’ambiente familiare,
in parte dal suo pragmatismo…
Eppure, con gli alunni, con gli studenti, con i
poveri, con le mamme, con tutti era un angelo,
e non solo a parole: a noi, alla mia famiglia che
la considerava come un componente del nucleo
familiare, consta che la maestra Amalia Piscel,
dopo gli adempimenti scolastici trascorreva ore
ed ore del pomeriggio ad aiutare, a casa sua,
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A
LBERTO
S
ULPIZI