circa un ventennio. Il trasferimento dalla vec-
chia sede di via della Vittoria, attualmente
residenza della polizia municipale, avviene
all’inizio dell’anno scolastico 1970. Il
San
Francesco
svolgerà attività didattica fino a
metà degli anni ottanta curando egregiamen-
te l’istruzione classica di tanti giovani presso
il nuovo istituto dotato peraltro anche di bel-
lissima palestra e campi di calcio, basket e
pallavolo.
In seguito, alla gestione dei frati subentrerà
quella di Comunione e Liberazione che chiuderà
la storia di questo glorioso istituto nel 1996.
Successivamente
i francescani
affitteranno l’edi-
ficio alla Regione Lazio per svolgere dei corsi
professionali ma si tratta dell’ultimo atto che si
concluderà il 5 luglio 2002 con la vendita dell’in-
tero complesso ad un privato. Attualmente l’isti-
tuto sembrerebbe destinato a diventare una
casa di cura per anziani.
Il mio personale ricordo va ai molti professori,
tutti di grande disponibilità e professionalità, che
mi hanno seguito nel corso delle medie e del liceo
classico nonché alla splendida figura del preside
Marino Lazzari del quale seguirà un bellissimo
omaggio dell’amico dott. Giovanni Cappella.
Ricordo in particolare alle scuole medie il
prof. Marigliani (Scienze, Educazione fisica,
Applicazioni tecniche), la professoressa Di
Cola (Lettere), il prof. Padre Mazzoni Michele
(Matematica) ed il professore e grande arbitro
di baseball De Franceschi Sante (Educazione
fisica).
Insegna al liceo classico, Padre Alberto
Tomassi che, nato a Segni nel 1921, entra gio-
vanissimo a far parte della famiglia francesca-
na dei Minori Conventuali. Consegue a Roma
la licenza in Teologia presso la facoltà di
Teologia di San Bonaventura svolgendo in
varie forme un’intensa attività pastorale. Molti
a Nettuno ricordano la “sanguigna” dialettica
nell’omelia della domenica mattina nella chie-
sa di San Francesco e i suoi alunni le fin trop-
po erudite lezioni di filosofia. Laureatosi prima
in lettere poi in filosofia presso l’università di
Napoli si dedica all’insegnamento ed inoltre
partecipa a vari concorsi nazionali di poesia
contemporanea.
Inoltre, Padre Angelo, Padre Francesco
Tummolo (Lettere, Latino, Greco), il “temutissi-
mo” e preparatissimo prof. Pancrazio De
Franceschi (Latino e Greco), la professoressa
Molle (Matematica), il “mitico” prof. Ettore De
Franchi (Storia dell’Arte) ed infine il professore
dell’ora più attesa, grande appassionato di
basket, Luciano Tulli (Educazione Fisica).
Ricordo di un caro amico
E’ difficile se non impossibile tracciare una
sintesi della figura di Marino Lazzari.
Non ricordo con esattezza in quale circostan-
za ebbi il piacere di conoscerlo, ma certamente
quell’incontro segnò l’inizio di una relazione che
divenne presto amicizia profonda.
Durante il fascismo era stato, dal 1938 al ’43,
a capo della Direzione Generale delle Antichità
e Belle Arti, dando a tale organismo una note-
vole impronta personale.
Per aver ricoperto tale incarico fu sottoposto
al giudizio della Commissione Centrale di
Epurazione, che tra l’altro gli contestò di avere
senza concorso nominato alcuni artisti ad occu-
pare Cattedre di Istituti Artistici: trattavasi di
nomi che avrebbero raggiunto notorietà inter-
nazionale, Carrà, Manzù, Guttuso, Rosai, certa-
mente non simpatizzanti del Regime.
La sua profonda fede di cattolico praticante
non gli impedì di entrare in polemica con la
Curia e con alcuni alti prelati, in particolare
sulla concezione restrittiva dell’arte, allora domi-
nante, per cui si era giunti a mettere in discus-
sione il valore, tra gli altri, di Manzù e Guttuso.
Accettò l’incarico di Preside del Ginnasio-Liceo
San Francesco e dedicò a tale Istituto la sua
esperienza di organizzatore, il suo entusiasmo
quasi giovanile, la sua vasta cultura.
Era impressionante constatare, nei lunghi e
frequenti incontri che avevo con lui, quale
patrimonio di nozioni possedesse nei campi più
vari: la letteratura italiana, la storia, l’arte, per
giungere fino al teatro (era aggiornato sugli
ultimi lavori in corso di rappresentazione, con
attori e regia), fino al cinema e non ultimo il
campionato di calcio. Conosceva quasi a memo-
ria
I Promessi Sposi
di cui ogni giorno rileggeva
qualche pagina.
Viveva per i suoi ragazzi, sempre pronto a
giustificarli, dando ad altri la responsabilità di
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A
LBERTO
S
ULPIZI