Pagina 179 - UNA REGINA SEDUTA SUL MARE

Versione HTML di base

colosi iniziale negli apici, con cutireazione e
sputi positivi.
Fatto presente ciò all’opinione pubblica,
diversi giornali s’interessano del caso e soprat-
tutto il
Messaggero
fa propria la causa, aprendo
una campagna in favore dei bambini tubercolosi.
In poco tempo si raccolgono circa 20.000 lire,
quanto basta per non lasciarli senza soccorso.
La
colonia
sorge sulla spiaggia di
Nettuno
in
un ampio e comodo attendamento che il 13 ago-
sto 1913 accoglie la schiera di fanciulli tuberco-
lotici, funzionando meravigliosamente.
I risultati che si ottengono sono sorprenden-
ti: dei cinquanta fanciulli ammessi, ben trenta-
trè, malati quasi tutti di forme ossee, dopo circa
un anno di cura sono riconsegnati alle famiglie
interamente risanati; gli altri diciassette
rimangono in cura e ad essi si aggiungono nel
1914, altri bambini che presentano lesioni
tubercolari polmonari allo stato incipiente.
Questi, nei caldi mesi d’estate, rimangono sotto
le tende a Nettuno, nella stessa località dell’an-
no precedente, vicinissima al mare e nei mesi
freddi alloggiano ad Anzio, in un padiglione
concesso
dall’Opera Pia degli Ospizi Marini.
Il 2 maggio 1915, non permettendo le condi-
zioni finanziarie di assolvere ai bisogni specifi-
ci di questa colonia, dopo accordi fra il Sindaco
di Roma ed il presidente dell’istituzione, avvie-
ne il passaggio della “Colonia permanente per i
fanciulli tubercolotici il Messaggero” al Comune
di Roma.
A Nettuno
come a Cingoli, Giulianova e
Pescara nel 1914 tornano i fanciulli poveri di
Roma, mentre, causa la guerra, i fanciulli biso-
gnosi nel 1915 rimangono privi delle cure marine.
Nel 1916 il Comitato delle Colonie pone par-
ticolare attenzione ai figli dei richiamati, dando
loro la precedenza a parità di condizioni fisiche
e la precedenza assoluta nel caso di: a) orfani di
genitori morti in guerra, b) fanciulli che, aven-
do il padre sotto le armi, sono comunque privi di
assistenza materna, c) mancanza del beneficio
del sussidio governativo.
I moltissimi che si presentano alla visita
medica, 450, (228 femmine, 222 maschi), sono
accolti nelle colonie marine di S. Marinella,
Ladispoli,
Anzio e Nettuno;
altrettanti circa,
nelle colonie montane di Cingoli, Roccapriora e
Monte Porzio Catone.
Molta parte del buon andamento delle colonie
si deve all’opera disinteressata di medici non
remunerati. Esaminano gli alunni, prima e dopo
la cura, redigono per ciascuno di essi una sche-
da anamnestica completa, stabiliscono di anno
in anno, secondo le più recenti vedute scientifi-
che sull’alimentazione, la tabella dietetica in
proporzione al valore nutritivo delle sostanze,
allo stato di denutrizione dei diversi fanciulli ed
alle speciali esigenze della cura. Dettano norme
di igiene, di elioterapia, di balneoterapia e di
dietetica che vengono stampate e distribuite,
volta per volta, alle direttrici dei vari turni.
Visitano le colonie periodicamente, osservan-
do negli alunni tutte le manifestazioni in atto e
lo svolgersi dei fenomeni fisici ed il miglioramen-
to di ogni manifestazione morbosa. Valido aiuto
trovano i medici nelle maestre delle colonie che
con grande abnegazione sacrificano le loro
vacanze per un lavoro intenso e non compensato.
Apparentemente non si fa scuola nelle colo-
nie; i bimbi giocano tutto il giorno con la mae-
stra e mentre conversano con lei, non s’accorgo-
no che
la colta e buona signorina
dà loro varie
nozioni istruttive; sotto la guida della maestra,
scrivono alla famiglia lontana, spesso spezzata
per la lontananza del padre.
I grandi risultati raggiunti si devono più al
buon volere, all’abnegazione ed alla fede di
poche persone che alla disponibilità di mezzi,
scarsamente forniti dalla carità pubblica e pri-
vata, resi ancora più scarsi in periodo di guerra.
Peraltro, la spesa per l’esercizio delle colonie è
minimo, nonostante il caro-viveri, per la cautela
parsimoniosa che viene usata, trattando sempre
comunque i fanciulli con vitto sano ed abbondante.
La spesa di amministrazione poi è quasi
zero, perché le colonie, tranne un piccolo salario
agli inservienti, non pagano stipendio a nessu-
no e quanto ad esse perviene, sotto qualsiasi
forma, è impiegato per gli scopi.
Colonie marine negli anni cinquanta
Ancora negli anni cinquanta,
Nettuno
è sede
di colonie estive per bambini bisognosi gestite
dalla Pontificia Opera di Assistenza.
I bambini sono alloggiati presso la Casa
Divina Provvidenza, allora sotto egida del
169
A
LBERTO
S
ULPIZI