Pagina 91 - NETTUNO LA SUA STORIA

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ultime unità anglo-americane, circa centomila uomini con una grande
quantità di materiale bellico. I tedeschi, colti di sorpresa, iniziano a
reagire energicamente solo tre giorni dopo l’inizio dell’azione, quando
si è già costituita una solida testa di ponte attorno a Nettunia e zone
limitrofe. Nelle prime ore di quel 22 gennaio 1944, i paracadutisti
americani ed i Rangers, infiltrati in città, procedono all’eliminazione
dei pochi tedeschi presenti a Nettunia con compiti di presidio, duran-
te questa bonifica si verificano alcuni crimini che la memoria colletti-
va rimuoverà: le insensate uccisioni di Bramante Pagliaro, del carabi-
niere Salvatore Pitruzzello ed in seguito della diciassettenne Giulia
Tartaglia (22 febbraio 1944). L’obiettivo di una rapida conquista della
Capitale, che ha spinto gli Alleati a progettare lo sbarco, non viene rag-
giunto. Roma situata a poco più di cinquanta chilometri viene libera-
ta solo quattro mesi e mezzo dopo, il quattro giugno 1944. Circa ses-
santamila soldati, alleati, tedeschi ed italiani vengono uccisi o feriti nei
quattro mesi di sanguinosi combattimenti intorno a Nettunia. Durante
la guerra, presso la villa Donati, i dottori Ciro e Pietro assistono mala-
ti e feriti nelle grotte della loro villa, trasformata in una sorta di primo
pronto soccorso fino all’aprile del 1944, quando anche la famiglia
Donati verrà trasferita da Nettuno. Finita la guerra, a memoria dei tra-
gici eventi, l’American Cemetery and Memorial ospita nel suo parco-
sacrario 7862 caduti americani della Campagna d’Italia, dalla Sicilia a
Roma di cui 492 persone non identificate e 12 donne, crocerossine ed
ausiliarie. La definitiva sistemazione del cimitero avviene nel 1956. Il
sacrario comprende una cappella ed una sala museo, inseriti in un
peristilio dove si erge il monumento ai “Fratelli in Armi”, una scultu-
ra che simboleggia il soldato ed il marinaio americano; all’interno
della cappella, sulle pareti di marmo sono incisi i nomi dei 3094
dispersi, sopra l’abside, infatti, è scolpito: “Qui sono registrati i nomi
degli americani che hanno dato la vita al servizio del loro Paese e che
riposano in tombe sconosciute”. Il Museo dello sbarco alleato, all’in-
terno del forte Sangallo, raccoglie fotografie di “quei giorni”, nonché
documenti e materiale bellico reperiti nel corso dei decenni successivi
sul territorio nettunese.
Si può deporre un fiore e ricordare i caduti della Seconda guerra
mondiale, anche presso il Campo della Memoria, inaugurato il 28
marzo 1993. Nasce da un’ idea del guardiamarina Alessandro
Tognoloni, Medaglia d’oro al valor militare, con lo scopo di raccoglie-
re proprio a Nettuno, città simbolo di libertà e riscatto per tanti gio-
vani combattenti, i caduti della Decima Mas dispersi in tutta Italia.
Nel 1999, il Campo della Memoria viene inserito per la prima volta
nelle cerimonie ufficiali di commemorazione dei caduti in guerra, e
nel 55° anniversario dello sbarco, i sindaci di Anzio e Nettuno rendono
omaggio ai caduti della Repubblica Sociale Italiana recandosi uffi-
cialmente al Campo della Memoria. Il 16 giugno 2005, con solenne
cerimonia militare vi vengono trasportati i resti di sessantacinque
caduti della Decima Mas tra cui il capitano Umberto Bardelli,
Medaglia d’oro al valor militare. Il 22 gennaio 2007, una delegazione
di ufficiali della marina Britannica rende solennemente omaggio in
“Quei giorni a Nettuno”.
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Lo sbarco di Nettunia, 22 gennaio 1944.
“Fratelli in Armi”, interno cimitero americano.
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L
N
OVECENTO
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ED OLTRE