Nettuno è meta turistica per il bel mare, i bagni di sole, l’aria salu-
tare, come affermato in alcune pubblicazioni edite da illustri medici,
dapprima il dottor Giulio Petraglia e poi il medico condotto-ufficiale
sanitario, dottor Norberto Perotti. Ci restano di questo anche testimo-
nianze letterarie, come si può leggere nell’epistolario fra Gabriele
D’Annunzio ed il suo amico ed editore Giuseppe Treves, e come
riportato da Luigi Pirandello nella novella “Va bene” del 1904, nella
quale narrando di vacanze si ispira a quelle trascorse alcuni anni
prima a Nettuno.
Il 15 luglio 1904 muore fra’ Orsenigo, fondatore dell’Ospedale
Fatebenefratelli. Il sanatorio entra in un periodo di crisi; sopravvivrà
come Casa della Salute e Padre Benedetto Menni, fondatore delle
Suore Ospedaliere del Sacro Cuore, ne continuerà l’attività di acco-
glienza. In seguito, venduto al Vaticano, prenderà il nome di “Casa
della Divina Provvidenza”, e della sua gestione si occuperà il
Comitato Romano di Previdenza ed Assistenza Sanitaria affidandolo
alle suore del Piccolo Cottolengo.
Nel gennaio dello stesso anno, il poeta dialettale Cesare Pascarella
soggiorna nel nostro litorale, come attesta una fitta corrispondenza
costituita da splendide cartoline spedite alla principessa Teresa di
Venosa; negli anni trenta un altro grande poeta romanesco, Trilussa,
frequenterà il forte Sangallo, ospite del barone Fassini.
Nel 1906, il poeta crepuscolare Sergio Corazzini, nato a Roma il 6
febbraio 1886, viene ricoverato in grave stato febbrile presso l’ospeda-
le Fatebenefratelli di Nettuno per l’aggravarsi della tubercolosi. Dal
sanatorio inizia una corrispondenza con Aldo Palazzeschi, nel maggio
del 1907, per il peggioramento ulteriore del suo stato di salute e vista
l’inefficacia delle terapie alle quali si sottopone, torna a Roma nella
sua casa di via dei Sediari dove muore di tisi all’età di soli ventuno
anni. La poesia crepuscolare è piena di cose, avvenimenti, personaggi
modesti, di “buone cose di pessimo gusto”, come le definisce
Gozzano, “povere piccole cose” come le chiama Corazzini, che nel
sanatorio di Nettuno vede e descrive: corsie di ospedali, monachelle,
fiori finti, animali imbalsamati, amori adolescenziali.
Il 27 agosto 1910, si inaugura la tramvia elettrica della ditta
Andreucci – Allegri & C. che unisce il centro di Nettuno a quello di
Anzio fiancheggiando il tragitto della linea ferroviaria. Le vetture par-
tono da entrambi i capolinea ogni venti minuti e coprono in 12 minu-
ti i circa tre chilometri di percorso. Il treno arriva a Nettuno il 23
marzo del 1884, ad opera della Società Anonima “Ferrovia Albano –
Anzio – Nettuno “. Il tratto che va da Anzio a Nettuno corre costeg-
giando la strada carrozzabile affacciata sul mare e termina all’altezza
del forte Sangallo. Il fabbricato viaggiatori è situato nella piazzetta
generale Francesco Rogier, oggi largo Bruno Buozzi.
Il 12 dicembre 1912, si inaugura ufficialmente la nuova sede
municipale del comune di Nettuno, opera degli ingegneri Talenti e
Serri, condotta a termine con una spesa di 400.000 lire. L’ingegner
Talenti, oltre che progettare il nuovo municipio, viene ricordato per
altri villini costruiti a Nettuno in quell’epoca; uno stile il suo, che divie-
Foto del municipio da poco inaugurato.
85
Panorama di Nettuno primi ‘900.
Arrivo del treno da Roma
in una cartolina anni dieci.
I
L
N
OVECENTO
...
ED OLTRE