tà nettunese dell’epoca, ancora legata alla vita rurale, motivo d’incre-
mento demografico e motore di crescita economica.
Il cuore pulsante del paese è il borgo, ricco di palazzi signorili ma
anche di case semplici costruite attorno alla chiesa madre dedicata ai
Santi Giovanni Battista ed Evangelista: ne è parroco l’arciprete don
Temistocle Signori. A lato della Collegiata vi è ancora l’oratorio del
Carmine, di fronte il palazzo baronale, già Colonna. Dietro la chiesa il
bel Palazzo Sègneri, su Piazza Colonna il Palazzo Doria – Pamphilj,
costruito sul villino Cesi di epoca seicentesca. Fuori del borgo, verso
Anzio, nella villa Borghese abitano il principe Paolo Borghese, la
moglie Elena Appony ed il figlio Rodolfo, ultimi eredi di antiche e
nobili tradizioni. Sindaco di Nettuno è Angelo Combi, la sede del
municipio è ancora nel palazzo baronale di fronte la chiesa di San
Giovanni.
Nel 1900, il primo marzo, la città è raggiunta dalla luce elettrica. Le
antiche lampade a petrolio, che al declinare del giorno vengono acce-
se lungo le vie, sono sostituite nelle piazze e lungo le strade del paese
dalle lampadine elettriche, anche se fino al 1906, si vedrà ancora cir-
colare il “lampionaio” Isaia Restante originario di Cori, con scala,
canna e stoppini catramati per accendere i lampioni a petrolio ancora
disseminati lungo e fuori il borgo.
Nel 1901, il Ministro dell’Interno, Giovanni Giolitti, concede al
Comune di Nettuno l’uso della bandiera: un telo quadrato di seta
celeste e verdemare, con l’asta blu, sormontata dal dio Nettuno.
Per difendere la propria purezza, alle Ferriere di Conca, al tempo
territorio di Nettuno, viene gravemente ferita la piccola Maria Goretti;
muore il 6 luglio 1902, cristianamente perdonando il suo assassino:
verrà proclamata santa e nostra compatrona.
Risale al 1902 l’inizio dei lavori di costruzione del nuovo palazzo
municipale su via Generale Durand de la Penne, oggi viale Giacomo
Matteotti. Nel marzo del 1903, con una brillante tesi sul “Problema
d’inversione degli integrali definiti”, si laurea in Matematica il nettu-
nese Luigi Trafelli, nato il 7 giugno 1881 da Giovanni e Teresa Mariani.
Nel marzo del 1902, il pittore Paul Klee visita Anzio e Nettuno;
nelle lettere scritte alla futura moglie, la pianista Lily Stumpf ed ai
familiari, il ventiduenne Klee documenta minuziosamente le tappe
del suo soggiorno italiano e l’impatto con una civiltà artistica e musi-
cale, fondamentale per la sua formazione.
Nel 1903, Gabriele D’Annunzio, durante un soggiorno a Nettuno,
scrive “La figlia di Jorio”, tragedia pastorale, in soli trentatré giorni,
dall’8 luglio al 29 agosto; è ospite presso la villa Borghese, in compa-
gnia della figlia “Cicciuzza” e di Eleonora Duse.
Contemporaneamente cura anche una seconda edizione della
“Francesca da Rimini” ed in autunno completa il Ditirambo IV
dell’Alcyone ed i “Sogni di terre lontane”, comprendenti il canto al
fiume Loracina ed il celebre “ Settembre, andiamo, è tempo di migra-
re…”. Quattro anni dopo, nel 1907, durante una delle sue permanen-
ze estive a Nettuno, vorrà stilare la lapide all’amico Alfredo Nardini,
per la sua immatura morte.
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Gabriele D’Annunzio
in una cartolina d’epoca.
1° marzo 1900: Nettuno è raggiunta
dalla luce elettrica.
Il Municipio di Nettuno in costruzione.
N
ETTUNO
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LA SUA STORIA