Santa Maria e Biagio. Certamente fu tale lavoro che gli valse la com-
missione dell’altare maggiore della chiesa Collegiata di Nettuno,
molto probabilmente su segnalazione di qualche personaggio gravi-
tante nella cerchia dei Borghese, in quanto Camillo Borghese e
Agnese Colonna furono in stretti rapporti con Benedetto XIV, il quale
fu tra i finanziatori dei lavori di rifacimento della Collegiata di
Nettuno che costò ben 14.000 scudi, somma alla quale contribuirono,
insieme a Benedetto XIV, il Municipio, le Pie Associazioni e Clemente
XII. Nel frattempo papa Lambertini con la Bolla
Assidua omnium eccle-
siarum sollicitudo
del 2 settembre 1745 nell’istituire la nuova parroc-
chia di Anzio, rendendola autonoma dalla Chiesa dei Santi Giovanni
Battista ed Evangelista di Nettuno, ribadiva la natura di Chiesa
Madre di Anzio e di Conca della Collegiata di Nettuno. Difatti, «in
segno e memoria della […] matricità » di detta Collegiata, stabiliva
che il nuovo Parrocco di Anzio avrebbe potuto amministrare tutti i
Sacramenti della Chiesa con l’eccezione di quello del Battesimo riser-
vato alla Chiesa Madre di Nettuno e che inoltre avrebbe dovuto pren-
dere, ogni anno, l’Olio Santo degli infermi sempre ed esclusivamen-
te da detta Chiesa. Del resto, che la Collegiata di Nettuno fosse
Chiesa Madre e, quindi, una volta anche Cattedrale con sede vesco-
vile per di più coeva della Cattedrale di Albano, è dimostrato dal
fatto che in occasione dei Sinodi diocesani il clero nettunese formava
-come è stato scritto da don Vincezo Cerri- un solo corpo con quello
di Albano, incedendo sotto la medesima Croce.
La nuova Chiesa Collegiata di Nettuno venne consacrata il 25
novembre 1749 dal Vescovo Suffraganeo di Velletri, Mons. Cremona,
delegato per questo atto dal Cardinale Carafa, Vescovo di Albano.
Circa dieci anni più tardi, nel 1758, su invito dell’arciprete-parro-
co di San Giovanni, Ambrogio de Massimi, vennero a Nettuno le
maestre Pie Filippini per la gratuita istruzione religiosa e civile delle
bambine. Le Maestre Pie, alla morte della loro fondatrice, Lucia
Filippini, avvenuta il 25 marzo del 1732 (dopo ben 39 anni di inde-
fesso insegnamento, cui il Cardinale, di origine veneziana, Marco
Antonio Francesco Barbarigo l’aveva indirizzata, affidandole, appe-
na ventenne, l’istruzione scolastica di educazione delle fanciulle
nelle diocesi di Corneto e Montefiascone, promossa inizialmente da
Rosa Venerini da Viterbo) avevano aperto scuole, dopo quelle già
esistenti di Montefiascone, Tarquinia, Capodimonte, Marta, Latera,
Grotte di Castro, a Roma e in altri centri del Lazio, in Italia, soprat-
tutto in Toscana, e, quindi, nelle Americhe, specialmente quella del
nord, affiancandosi, in tal senso, nell’educazione cristiana delle fan-
ciulle, a quelle sorte ad opera dei Gesuiti e degli Scolopi per l’educa-
zione dei ragazzi. Proprio a tale seconda ondata di fondazioni di
scuole risalì quella di Nettuno. Le Maestre Pie vi giunsero -come ho
già scritto- nel 1758, 26 anni dopo la morte della loro fondatrice,
invitate dall’arciprete-parroco della Collegiata di Nettuno, per vole-
re esplicito del Cardinale Corsini, il quale fornì, a sue spese, l’edifi-
cio scolastico ubicato in via Sacchi insieme a una donna che faceva
loro da inserviente.
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Nettuno,
Collegiata dei Santi Battista ed Evangelista.
Interno della Collegiata.
D
AL
C
INQUECENTO AL
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ETTECENTO