Pagina 58 - NETTUNO LA SUA STORIA

Versione HTML di base

Il Seicento
L’inizio della costruzione di una villa in piazza Colonna che in
seguito, ampliata e, quindi, affrescata da Pier Francesco Mola, prese il
nome di Palazzo Doria-Pamphilj, ad opera del Cardinale Bartolomeo
Cesi nel 1600, di fatto chiuse definitivamente il Cinquecento e aprì le
porte al nuovo secolo.
Così, se il Cinquecento nettunese fu -come si è potuto constatare-
improntato e segnato dalla straripante personalità politico-militare di
Marcantonio II Colonna, il nuovo secolo, al contrario, fu segnato soprat-
tutto dalle personalità artistiche del pittore Andrea Sacchi e del gesuita
Paolo Segneri, e marginalmente dal passaggio di Pier Francesco Mola,
personalità artistiche preannunciate, sul finire del Cinquecento, da
quella di Antonio Ongaro, soprattutto per certi temi della poesia di que-
st’ultimo che anticiparono alcuni
tòpoi
caratteristici del Barocco.
È fuor di dubbio che quella maturata a Nettuno tra Manierismo e
Barocco, fu una fortunata e certo irripetibile stagione culturale, con-
cretizzatasi in un particolare momento della storia politica, economi-
ca, sociale e civile della nostra penisola, caratterizzata e profondamen-
te segnata dall’emergere e affermarsi di una forma di economia e di
organizzazione precapitalistiche, di cui un segno evidente fu la divi-
sione sociale del lavoro e il contrasto tra città e campagna, riflesso per-
sino nella letteratura e che nel Seicento mise in crisi e vide sfaldarsi le
certezze del secolo precedente, gettando le basi della modernità.
A risentire di ciò fu soprattutto l’intellettuale del Seicento che non fu,
come nel secolo precedente, adulatore del signore di cui era al servizio
e da cui riceveva pane e protezione, fosse egli principe o marchese,
conte o cardinale, ma a causa della divisione sociale del lavoro, di cui
detto, che ne specificò le caratteristiche e ne mutò la condizione, fu
costretto a vivere del suo lavoro come qualsiasi altro professionista, e
quindi non più all’ombra protettiva di qualche signore mecenate. Però,
nel passaggio dal Cinquecento al Seicento, l’intellettuale, pur mutando
i propri caratteri, conservò nella società un ruolo subalterno e seconda-
rio e mantenne inalterato il suo distacco dalla realtà.
58
J. Hondt, Neptunium,
incisione, 1627.
Stemma Pamphilj Aldobrandini
nel Palazzo Pamphilj.
Nettuno nel Seicento.
N
ETTUNO
-
LA SUA STORIA
Palazzo Pamphilj, facciata.