Il Seicento
L’inizio della costruzione di una villa in piazza Colonna che in
seguito, ampliata e, quindi, affrescata da Pier Francesco Mola, prese il
nome di Palazzo Doria-Pamphilj, ad opera del Cardinale Bartolomeo
Cesi nel 1600, di fatto chiuse definitivamente il Cinquecento e aprì le
porte al nuovo secolo.
Così, se il Cinquecento nettunese fu -come si è potuto constatare-
improntato e segnato dalla straripante personalità politico-militare di
Marcantonio II Colonna, il nuovo secolo, al contrario, fu segnato soprat-
tutto dalle personalità artistiche del pittore Andrea Sacchi e del gesuita
Paolo Segneri, e marginalmente dal passaggio di Pier Francesco Mola,
personalità artistiche preannunciate, sul finire del Cinquecento, da
quella di Antonio Ongaro, soprattutto per certi temi della poesia di que-
st’ultimo che anticiparono alcuni
tòpoi
caratteristici del Barocco.
È fuor di dubbio che quella maturata a Nettuno tra Manierismo e
Barocco, fu una fortunata e certo irripetibile stagione culturale, con-
cretizzatasi in un particolare momento della storia politica, economi-
ca, sociale e civile della nostra penisola, caratterizzata e profondamen-
te segnata dall’emergere e affermarsi di una forma di economia e di
organizzazione precapitalistiche, di cui un segno evidente fu la divi-
sione sociale del lavoro e il contrasto tra città e campagna, riflesso per-
sino nella letteratura e che nel Seicento mise in crisi e vide sfaldarsi le
certezze del secolo precedente, gettando le basi della modernità.
A risentire di ciò fu soprattutto l’intellettuale del Seicento che non fu,
come nel secolo precedente, adulatore del signore di cui era al servizio
e da cui riceveva pane e protezione, fosse egli principe o marchese,
conte o cardinale, ma a causa della divisione sociale del lavoro, di cui
detto, che ne specificò le caratteristiche e ne mutò la condizione, fu
costretto a vivere del suo lavoro come qualsiasi altro professionista, e
quindi non più all’ombra protettiva di qualche signore mecenate. Però,
nel passaggio dal Cinquecento al Seicento, l’intellettuale, pur mutando
i propri caratteri, conservò nella società un ruolo subalterno e seconda-
rio e mantenne inalterato il suo distacco dalla realtà.
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J. Hondt, Neptunium,
incisione, 1627.
Stemma Pamphilj Aldobrandini
nel Palazzo Pamphilj.
Nettuno nel Seicento.
N
ETTUNO
-
LA SUA STORIA
Palazzo Pamphilj, facciata.