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N
ETTUNO
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LA SUA STORIA
Agasìas di Efeso: Guerriero combattente
(o «Gladiatore Borghese»).
La statua fu rinvenuta a Nettuno,
ai tempi di papa Paolo V (1605-1621).
Orbene, il papa, stretta un’alleanza con l’influente e ricchissima
famiglia romana degli Orsini, da sempre avversaria dei Colonna,
insieme ad Alfonso II strinse il Castello di Nettuno in una morsa:
da un lato, le sue truppe occuparono le terre dei Colonna difese da
un migliaio di uomini armati, da un altro, Alfonso II, marciando da
sud, si diresse verso Nettuno nel tentativo di occupare il Castello,
tentativo che si rivelò inutile in quanto la sua marcia venne ferma-
ta a Terracina.
Il fatto di essersi schierati contro la Chiesa costò carissimo ai
Colonna, perché Alessandro VI Borgia non solo confiscò loro tutti i
possedimenti, ma anche lanciò contro di loro la scomunica accusan-
doli persino di reato di lesa maestà. Se i vari esponenti della fami-
glia, quali Prospero, Fabrizio, Marcantonio I, Camillo, Muzio, etc,
non sfuggirono alle ire del pontefice, neppure sfuggì ad esse il
Cardinale Giovanni Colonna che, salvato dalla scomunica, venne
privato di tutti i suoi averi. Le terre confiscate ai Colonna vennero
assegnate da Alessandro VI ai suoi figli e ai suoi nipoti. A Rodrigo,
suo nipote in quanto figlio di Lucrezia Borgia e Alfonso d’Aragona,
furono assegnati Nettuno e Astura, Ardea, Albano, Sermoneta e
Cisterna, sotto la tutela dello zio Cesare Borgia, detto il Valentino,
alla cui figura si ispirò, per il suo Principe, Machiavelli, in quanto
Rodrigo all’epoca aveva appena due anni, essendo nato nel 1499.
Sempre in quell’anno, ovvero nel 1501, Alessandro VI commissionò
la costruzione della fortezza di Nettuno ad Antonio Giamberti da
Sangallo, che la realizzò su disegni del fratello Giuliano. I lavori di
edificazione si protrassero sino al 1503, e certamente nel maggio di
quell’anno dovevano essere in fase di conclusione se è vero che il
giorno 11 dello stesso mese il pontefice e suo figlio il Valentino si
recarono a Nettuno, trattenendovisi per più giorni al fine di control-
lare l’andamento dei lavori.
Di lì a tre mesi le sorti dei Colonna cambiarono in meglio in modo
radicale. Morto di malaria, il 18 agosto 1503, Alessandro VI, dopo il
breve pontificato durato appena 26 giorni di Pio III, venne innalzato
al soglio di Pietro, Giulio II della Rovere, alleato dei Colonna. Questi,
dopo aver fatto catturare Cesare Borgia, restituì ai Colonna i castelli e
le terre che due anni prima Alessandro VI aveva loro confiscato.
D’accordo con i Colonna, Giulio II fece esplorare il territorio nettu-
nese, operazione che -come scrive Giuseppe Brovelli Soffredini nel
suo libro,
Neptunia
, di cui dipinse egli stesso la copertina, pubblicato
a Roma nel 1923- portò al ritrovamento di pregevolissime opere d’ar-
te che vennero portate via e collocate in vari musei, quale la statua di
Apollo detta del Belvedere, il Gladiatore Combattente che portava
scolpito il nome dello scultore Agasia, figlio di Dositheo di Efeso, il
Gladiatore moribondo, Nettuno, Cibele e altre opere di notevole valo-
re e bellezza.
Fra vicende alterne di vita quotidiana, segnata dall’esosa politica
fiscale di Ascanio che amministrò il Castello di Nettuno e le terre di
pertinenza dopo che suo fratello Pompeo, cui era stato assegnato il
feudo, divenne Cardinale, giunse l’anno 1535, ovvero l’anno della nasci-
Alessandro VI Borgia.