era poi una chiesa e dei magazzini. Interessanti sarebbero state le pro-
spettive di sviluppo economico prodotte dalle domuscultae se non
fossero intervenute poi le lotte feudali e le incursioni saracene. Tra le
domuscultae fondate da Papa Zaccaria vi sarebbe proprio quella di
Anzio e ciò, come vedremo nel prossimo paragrafo, ha probabilmen-
te ingenerato equivoci sulla data e sulle modalità di origine di
Nettuno.
Le origini di Nettuno
Le origini della città di Nettuno risalgono all’età medievale, nel
senso che l’odierna città di Nettuno ha una continuità a partire dal
Medioevo fino ai giorni nostri. Se invece ci poniamo la domanda da
quando l’uomo abiti la zona attualmente compresa nel Comune di
Nettuno dobbiamo rispondere che vi sono resti della presenza umana
già in età preistorica.
Prendiamo come punto di riferimento iniziale il 750 d. C., data pre-
sunta di un insediamento stabile nella città del tridente. Vedremo fra
poco che, al di là di quanto da più parti sostenuto, questa data di ini-
zio va spostata molto più in avanti.
Secondo quanto riferisce Giuseppe Brovelli Soffredini, riportato dal
Tomassetti, sotto Papa Zaccaria (741-752) con l’abbandono del porto
Neroniano, vi fu uno spostamento degli Anziati a Nettuno; sempre in
questo periodo, secondo Alessandro Andrea si sarebbe invece pacifi-
camente insediata una colonia di Arabi, composta da donne e bambi-
ni, rimasti a vivere sul territorio dopo che gli uomini vennero uccisi
dai Romani; da loro discenderebbero i Nettunesi e ciò spiegherebbe la
presenza di un costume popolare del tutto particolare, dalla chiara
matrice saracena.
Sostanzialmente simile la versione offerta da Don Vincenzo Cerri il
quale afferma che, dopo la caduta dell’Impero Romano, la città di
Antium venne saccheggiata dai Goti e i profughi fuggirono sul pro-
montorio dove sorgeva l’ormai distrutto tempio del dio Nettuno.
Calcedonio Soffredini in “Storia di Anzio Satrico Astura e Nettuno”
riferisce che nell’845 la città di Anzio, a causa delle incursioni dei
Saraceni, giunti per assaltare l’isola di Ponza con una grande armata,
subì una misera fine e che, fra l’876 e l’882 i pochi anziati scampati si rac-
colsero nel tempio di Nettuno. Risulta improbabile, a mio modo di vede-
re, che Nettuno offrisse maggior riparo rispetto ad Anzio, tra l’altro i
Saraceni facevano scempio di tutti gli edifici simbolo di sacralità. Va pre-
cisato poi che di questo tempio non vi è traccia concreta se non nei testi
storici. Lo stesso nome Nettuno non deriverebbe dal dio del mare ma,
come riportano Letizia Ceccarelli e Francesco Di Mario, avrebbe deriva-
zione classica e starebbe a significare “specchio d’acqua marina”.
Sempre il Cerri riferisce che nell’845 i Saraceni avrebbero saccheg-
giato e devastato il territorio, abbandonando le loro donne ed i loro
bambini, che avrebbero trovato poi ospitalità nel castello tramandan-
do i loro costumi al popolo nettunese. Se qui la data appare maggior-
mente verosimile, dubbi permangono sul fatto che vi possano essere
state donne saracene al seguito dei pirati.
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Vita quotidiana nella città medievale.
Rappresentazione del guerriero saraceno.
Costume ed armatura saraceni.
N
ETTUNO ED
A
STURA NEL
M
EDIOEVO