volti al controllo delle vie di comunicazione della Via Cassia,
Amerina e Flaminia.
Il contrasto del papato all’offensiva longobarda produsse anche il
risultato di rafforzare la sua autonomia da Bisanzio; così dopo la sconfit-
ta definitiva dei Longobardi per mano di Carlo Magno e la sua incorona-
zione a imperatore del Sacro Romano Impero il potere del Papa ne uscì
ulteriormente rafforzato. Con la nascita del Feudalesimo, attraverso il
crescente potere dei vescovi, vi fu un ulteriore incremento di tale potere.
Rimaneva in atto nel Lazio una suddivisione del territorio tra un
ducato longobardo, nonostante la conversione dei Longobardi al cri-
stianesimo, e un ducato romano, sotto il controllo di Bisanzio e del
Papato. Tale situazione sopravvisse tra il VI e l’VIII secolo; da una
parte le diocesi longobarde di Tuscania, Bagnoregio e Ferento, com-
prendente quindi buona parte del viterbese, dall’altra le diocesi di
Civitavecchia, Blera e Bomarzo, in continuità territoriale con le città
fortificate di Narni, Todi, Amelia e Perugia.
Proprio questa suddivisione territoriale determinò una diversa
tipologia di sviluppo di queste aree nei secoli a venire: il territorio
vicino a Roma vide la nascita di piccoli centri sotto il controllo prima
dei grandi monasteri romani, proprietari di grandi latifondi, e dopo
veri e propri feudi delle principali famiglie aristocratiche romane; le
aree sotto il controllo longobardo videro in molti casi invece l’abban-
dono dei centri abitati.
È in questo periodo che la Chiesa di Roma diventa una potenza ter-
ritoriale, ciò nella fattispecie avviene con la donazione di Sutri nel 727.
Il Patrimonium Sancti Petri era nel Lazio diviso in sei parti:
Patrimonium Urbanum, Appiae, Tusciae, Sabinense, Labicanum,
Tiburtinum. Notizie in tal senso risalgono a Papa Zaccaria. Fu proprio
tale Papa ad introdurre le prime cinque
domuscultae
, ciò al fine di pro-
cedere ad una riorganizzazione territoriale e ad una diversa struttura
di produzione dei beni. Se, infatti, nel VI sec. la nascita del monache-
simo occidentale, con la fondazione di numerosi monasteri, il princi-
pale nel Lazio quello di Montecassino, aveva rivestito una grande
importanza nella vita sociale ed economica, determinando uno svi-
luppo agricolo del territorio, l’insorgere del regime feudale ne aveva
determinato la degenerazione, ciò a causa dell’economia curtense che
finiva per asservire il contadino al Signore.
Si è detto della differente tipologia di sviluppo tra le aree di
impronta longobarda, caratterizzate dal progressivo abbandono delle
aree agricole e delle città lungo le vie di comunicazione, con la crea-
zione da un lato di quel fenomeno noto come “selva selvaggia” e dal-
l’altro di quello dell’incastellamento, e quelle che poi andranno pro-
gressivamente a costituire il
Patrimonium Sancte Romanae Ecclesiae
.
Proprio la formazione delle domuscultae diede forte impulso al raf-
forzamento del patrimonio della Chiesa. L’esenzione fiscale permise
agli abitanti dei fondi di condurre una vita relativamente agevole.
Le domuscultae erano caratterizzate da un ampio territorio coltivato
a cereali, legumi, ortaggi, con vigneti e uliveti, suddiviso in fondi ad
ognuno dei quali corrispondeva un casale, abitato da più famiglie; vi
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Ritratto di Carlo Magno,
imperatore del Sacro Romano Impero.
Papa Zaccaria.
Abbazia di Montecassino.
N
ETTUNO
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LA SUA STORIA