Pagina 33 - NETTUNO LA SUA STORIA

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STURA NEL
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Il Mausoleo di Teodorico a Ravenna.
Sito rurale nel Lazio
in età medievale.
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STURA NEL
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Eugenio Bartolini
Il Lazio in età medievale
La storia europea è suddivisa in quattro grandi periodi: età classi-
ca, età medievale, età moderna, età contemporanea.
L’età medievale ha inizio, per convenzione storica, dalla fine
dell’Impero Romano d’Occidente, nel 476 d.C., con la deposizione
dell’ultimo imperatore romano Romolo Augustolo. Sul confine supe-
riore non c’è un’ipotesi univoca: c’è chi fa coincidere tale termine con
la scoperta delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo. Diciamo
che, in Italia si predilige far concludere l’età del Medioevo con la fine
del ‘300, dando dignità autonoma ai due secoli successivi: età umani-
stica nel ‘400 ed età rinascimentale nel ‘500. La principale suddivisio-
ne interna relativamente all’età medievale è quella che distingue que-
sto periodo storico in Alto Medioevo e Basso Medioevo.
Vediamo ora a grandi linee quali trasformazioni caratterizzano la
nostra regione in età medievale. A partire dal V secolo si assiste alle
invasioni barbariche dei Goti e dei Longobardi; il Lazio è segnato nel
410 dalla discesa dei Visigoti di Alarico che distrussero alcune città
come Veio, Lucus Feroniae, Falerii Novi e Capena. Il seguente regno
di Teodorico coincide con un periodo di relativa calma nella nostra
regione; lo spostamento della capitale a Ravenna tende a creare indi-
rettamente le condizioni per un rafforzamento del potere del Papa per
un maggior controllo delle aree circostanti a Roma.
Nel 535 la guerra greco-gotica, che vide i principali scontri tra le
armate gotiche e quelle bizantine svilupparsi lungo la Via Flaminia,
determinò l’innestarsi di un progressivo quanto inevitabile declino.
Alla vittoria dei bizantini segue un periodo di pace che dura fino alla
discesa dei Longobardi e all’assedio di Roma di Agilulfo nel 593.
Nel V secolo la conversione del re dei Franchi Clodoveo al cristia-
nesimo aveva rafforzato in modo decisivo il potere temporale del
Papa nell’Italia centrale, tuttavia una recrudescenza del fenomeno
malarico e l’azione distruttiva dei Longobardi determinarono l’abban-
dono di vaste aree agricole; la precarietà dei raccolti soggetti alle fre-
quenti scorrerie ne fu la causa principale; si preferiva semmai la
pastorizia, visto che gli armenti sono più facilmente amovibili. Si finì
per arroccarsi all’interno di città fortificate (castra).
L’area controllata dai Longobardi comprendeva gran parte della
Tuscia, mentre l’avamposto romano era collocato nell’area di Nepi.
Strategica fu la riconquista di un canale di collegamento tra
l’Impero bizantino e Roma attraverso il controllo di Sutri, Orte,
Narni, Todi e Perugia. La zona tuttavia continuava a rimanere insta-
bile e questo favorì il processo di incastellamento. Una serie di inse-
diamenti fortificati, quelli di Sutri, Nepi e Civita Castellana erano