Tale strada costituiva, in età romana, uno degli assi principali del
complesso sistema viario che collegava la zona costiera gravitante
intorno ad Anzio con le città dell’interno.
I resti ancora visibili sono databili al II-I sec. a.C. e a tale epoca ci
riconducono anche gli autori antichi che attestano l’esistenza di un
tramite diretto tra
Lanuvium
e
Antium
in uso già dal I sec. a.C., anche
se la creazione del percorso risale ad un’età più antica, forse all’VIII
secolo a.C. Il percorso, che aveva andamento N-S, faceva parte di un
sistema viario legato all’Appia, la
regina viarum
, e costituiva inoltre il
più diretto tramite con i Colli Albani. La via partiva da Lanuvio e
giunta nel territorio di Nettuno proseguiva poi verso la località La
Campana e quindi verso il fosso dell’Armellino; attraversava poi la
zona dei Cioccati e dopo il piccolo ponte sul torrente Pocacqua (loca-
lità Tinozzi), presentava una biforcazione: il ramo principale prose-
guiva verso Anzio; il ramo secondario, che costituiva una diramazio-
ne verso SE, proseguiva lungo l’odierna via di San Giacomo, continua-
va lungo l’attuale via Romana e giungeva, infine, al litorale di
Nettuno. Questo tratto finale della via è indicato in alcuni documenti
del 1500 col nome di “strada romana”, denominazione che conserva
ancora oggi (attuale via Romana a Nettuno). Inoltre una seconda via,
probabilmente, si distaccava dalla direttrice principale proveniente da
Lanuvio, a circa 2 km prima di Torre del Monumento e si dirigeva
direttamente a Nettuno.
Sappiamo da fonti locali che doveva essere ben più ampio il tratto
di strada conservato a Nettuno, rispetto a quello che possiamo vede-
re oggi. In un documento di archivio del 1845 è registrata, infatti, la
distruzione di alcuni tratti di essa. Al momento del ritrovamento effet-
tuato nel 2002 la strada si presentava ricoperta da terriccio e sterpa-
glia, ma ben conservata, con una larghezza di circa m. 4 per una lun-
ghezza di m. 300.
L’antica strada romana visibile a Nettuno, era nota già nel XVII e
XVIII secolo, soprattutto grazie all’ottimo stato di conservazione in cui
si presentava; e l’interesse crebbe nel XIX secolo, quando la via comin-
ciò ad essere studiata soprattutto da topografi.
«La Torre del Monumento»
I resti di questo sepolcro monumentale noto come «Torre del
Monumento» o «Torraccio» sono ancora oggi visibili a circa 5 km a
nord del centro di Nettuno, in contrada Cadolino, sul lato settentrio-
nale della Via del Pino, circa 700 m. dall’incrocio di questa con Via
dell’Alberone, lungo quella che in età antica costituiva, probabilmen-
te, una diramazione della direttrice viaria che collegava
Antium
e
Lanuvium
.
Il monumento funerario ha suscitato l’interesse di molti studiosi
che lo hanno descritto e in alcuni casi anche disegnato. Si presenta
quasi nello stesso stato di conservazione da loro tramandatoci: è com-
posto da un dado di base di circa m. 6 di lato su cui poggia un corpo
cilindrico ad elementi sovrapposti; è privo della sommità e la sua
altezza è di circa m. 7. AG. Giovannoni si devono un’accurata descrizione e
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Tratto della via Antium-Lanuvium;
durante i lavori di scoprimento.
Torre del Monumento.
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L TERRITORIO IN ETÀ ROMANA