pari di
Antium
, un luogo molto amato dai nobili romani, che la scelse-
ro per costruirvi le loro ville d’
otium
. Lo stesso Cicerone ve ne posse-
deva una; sappiamo da Plutarco che nel 43 a.C., quando gli fu annun-
ciato il decreto di proscrizione, si rifugiò qui con il fratello Quinto e
s’imbarcò poi per raggiungere Bruto in Macedonia, ma si fermò a
Formia dove venne ucciso. Anche in epoca imperiale Astura fu molto
frequentata. Svetonio racconta come il luogo fosse stato fatale ad
Augusto, che qui contrasse la malattia che lo condusse alla morte; lo
stesso destino toccò anche a Tiberio, che, resosi conto del suo male,
abbandonò in fretta il luogo per morire poco tempo dopo a Capo
Miseno. Da Plinio apprendiamo che anche Caligola amava recarsi ad
Astura e che quando s’imbarcò da qui per recarsi ad
Antium
, una
remora, un piccolo pesce ritenuto di cattivo augurio, si attaccò al timo-
ne della sua nave; questo fu considerato sicuro presagio della sua
prossima morte, che infatti avvenne dopo breve tempo a Roma. Il
luogo fu probabilmente abbandonato tra il VI e il VII secolo, in segui-
to alle invasioni barbariche.
La zona è interessante soprattutto per i numerosi resti delle ville
costruite in età romana.
LE VILLE ROMANE SULLA COSTA TRA NETTUNO
E TORRE ASTURA
I resti delle ville che in età romana popolavano il tratto di costa tra
Anzio e Torre Astura costituiscono la testimonianza più interessante
che il territorio ci offre. Si tratta per la maggior parte dei casi di
villae
maritimae
, cioè di ville con peschiera, il cui sviluppo nel mondo roma-
no si inserisce all’interno della diffusione delle cosiddette ville
d’
otium
, che ha inizio nel II secolo a.C. A partire da questo momento,
infatti, la villa suburbana venne concepita dai Romani non più sola-
mente come centro di produzione agricola, come era stato fino ad
allora, ma come luogo di riposo e di piacere per l’aristocrazia romana.
Le ville divennero così molto spesso dei veri e propri complessi
residenziali di lusso, con parchi e giardini, all’interno dei quali si tro-
vavano tempietti, edicole, edifici per spettacoli, triclini estivi, fontane,
ninfei e ambienti termali, il tutto finalizzato al piacere e al divertimen-
to del proprietario e dei suoi ospiti. Di carattere preminentemente
residenziale, esse erano però nella maggior parte dei casi legate anche
ad attività di tipo industriale, come la lavorazione dell’argilla o l’alle-
vamento e stabulazione del pesce. Le prime ville marittime sorsero a
partire dal I secolo a.C., quando tra i nobili romani si diffuse l’uso di
tenere, entro grandi peschiere appositamente costruite, allevamenti di
fauna ittica. Fu così che, tra I secolo a.C. e I secolo d.C., il possedere
una villa con peschiere divenne non solo una moda, ma ben presto
anche un simbolo di ricchezza e di prestigio personale. Si trattava
nella maggior parte dei casi di impianti grandiosi e costosissimi, spes-
so costruiti direttamente sulla costa e destinati all’allevamento di pesci
d’acqua salata, tra cui anche specie ittiche rarissime. I pesci d’acqua
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M. T. Cicerone.
Astura; due immagini del ponte romano.
I
L TERRITORIO IN ETÀ ROMANA