Ma già nel 461 a.C. i Volsci si ribellarono di nuovo a Roma. Le guer-
re che ne seguirono continuarono per quasi tutto il IV secolo a.C. fino
alla vittoria definitiva dei Romani, nel corso della guerra Latina, nel
338 a.C. Il console
C. Menio
sconfisse i Volsci presso il fiume Astura e
riuscì ad espugnare
Antium
; le navi degli anziati furono distrutte e i
loro rostri furono portati a Roma nel Foro e qui infissi nella fronte
della tribuna pubblica, che proprio da questo singolare ornamento
prese il nome di
rostra
. Si procedette alla deduzione di una colonia
romana che mantenne il nome di
Antium
; gli Anziati superstiti otten-
nero il diritto di cittadinanza, ma la città, pur mantenendo una certa
importanza, proprio per la sua collaudata esperienza cantieristica e
navale, fu privata del suo porto.
Roma volle così eliminare una volta per tutte il pericolo rappresen-
tato dalla tenace
Antium
e dai suoi temibili pirati.
In seguito, con l’aumentare del numero degli abitanti, la città, che
aveva occupato in un primo momento lo stesso sito dell’
Antium
lati-
no-volsca, si estese fuori della cerchia primitiva, ad occidente fino
all’odierna Tor S. Lorenzo e ad oriente fino ad Astura, su tutto il terri-
torio ora occupato dalle due città di Anzio e Nettuno.
Negli ultimi secoli della Repubblica, poi,
Antium
assunse sempre
più il carattere di luogo di villeggiatura, destinato allo svago e al ripo-
so dei nobili romani, che ne apprezzavano la mitezza del clima, la bel-
lezza e la salubrità dell’aria. A partire dalla fine del II secolo a.C., il
litorale da Tor S. Lorenzo a Torre Astura, si popolò di splendide ville;
il possedere una villa in
Antium
divenne ben presto una moda. Anche
Cicerone fu tra coloro che scelsero il mare anziate e si fece costruire in
Antium
una lussuosa villa con annessa biblioteca; e ugualmente fece-
ro Attico, Mecenate, Lucullo, Bruto e Cassio. Gli stessi imperatori, in
particolare Augusto, Tiberio, Caligola, Nerone, Domiziano ed
Adriano, scelsero
Antium
come luogo di ozio e vi edificarono ville e
sontuosi edifici.
Soprattutto sotto Caligola e Nerone, che qui ebbero i loro natali, la
città ricevette grande impulso; e conobbe il suo massimo splendore
proprio con Nerone, che nel 60 d.C. vi dedusse una colonia di vetera-
ni, probabilmente nei pressi dell’attuale Capo d’Anzio, e vi fece
costruire templi, circhi, impianti termali, una superba villa e un gran-
de porto, rendendola una delle città più celebri dell’epoca. La tradizio-
ne letteraria e i resti archeologici documentano la ricchezza
dell’
Antium
imperiale, che dovette restare tale almeno fino al IV seco-
lo d.C.
L’ arrivo dei Goti nel Lazio, all’inizio del VI secolo, e in seguito le
incursioni saracene, segnarono la decadenza della città, che venne sac-
cheggiata e distrutta. Gli Anziati sopravvissuti alle invasioni barbari-
che si fortificarono nella zona meglio difendibile del territorio, a
Nettuno, dove oggi sorge il borgo medievale, attorno al tempio del
dio del mare, dando vita ad un nuovo centro, che sostituì l’antica
Antium
anche nel nome. Il nuovo agglomerato mantenne tuttavia
anche il possesso del vasto territorio dell’
Antium
romana, dall’attuale
Lavinio ad Astura. A partire probabilmente dal VII secolo, il nome
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Sistema viario anziate in età romana.
Anzio; resti della Villa Imperiale.
I
L TERRITORIO IN ETÀ ROMANA