Da questo semplice centro protourbano si sviluppò la città vera e
propria, con acropoli sul colle delle Vignacce e caratterizzata dalla
presenza di un porto, il
Caenon
, l’ubicazione del quale è ancora oggi
argomento di discussione tra gli studiosi. Secondo una delle ipotesi il
Caenon
era collocato nell’odierna Nettuno, città confinante con Anzio,
in corrispondenza della foce del fiume
Loracina
(attuale Loricina) o nel
sito oggi occupato dal borgo medievale, dove forse era anche un tem-
pio dedicato al dio del mare, che in seguito, intorno al X secolo d.C.
circa, diede il nome a tutto l’abitato. Questa tesi si basa innanzi tutto
sull’interpretazione delle fonti letterarie, dalle quali si apprende che il
nome
Caenon
designava non solo il porto degli Anziati, ma un
oppi-
dum
vero e proprio, dipendente da
Antium
, ma da esso distinto e col-
locato nelle sue immediate vicinanze, probabilmente nel sito di
Nettuno; inoltre si basa sulla presenza nel territorio di Nettuno del
fiume Loricina (allora di portata ben maggiore dell’esile corso attuale)
e, paradossalmente, sul significato del nome stesso del porto,
Caenon
,
cioè fangoso, ad indicare un semplice “ricovero per navi”, poco pro-
fondo e di natura addirittura paludosa. L’altra ipotesi colloca il
Caenon
nei pressi dell’attuale Capo d’Anzio, nel sito poi occupato dal porto
neroniano. Questa tesi si basa sull’opportunità della scelta del luogo
più adatto per ospitare un porto, confermata dalle successive localiz-
zazioni (il porto neroniano prima, il portomoderno poi, nel XVIII secolo).
La felice posizione di
Antium
, collocata allo sbocco di importanti
strade e situata sul mare, in prossimità di una rada di facile approdo,
favorì la crescita della città che divenne sempre più ricca e potente,
anche grazie agli intensi scambi commerciali, resi possibili dalla pre-
senza del porto. Quest’ultimo infatti era uno dei maggiori punti di
forza degli Anziati, che potevano contare su una potente flotta nava-
le, temuta in tutto il Mediterraneo per le frequenti azioni di pirateria
e rappresentava inoltre lo sbocco a mare di città dell’entroterra lazia-
le, come
Praeneste e Velitrae
.
Verso la fine del VI secolo a.C., dunque,
Antium
era considerata una
delle più importanti città del Lazio e le sue navi percorrevano tutte le
rotte commerciali allora conosciute. Nel I trattato stipulato tra Roma
e Cartagine, nel 509 a.C.,
Antium
compare nella lista delle città alleate
di Roma; ciò dimostra che allora essa era soggetta alla potenza roma-
na, ma già tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C., dovette essere
conquistata dai Volsci, divenendone così uno dei capisaldi nel
Latium
vetus
. Anche in questa fase, comunque,
Antium
mantenne, in parte, il
suo carattere di città marinara, pur essendo quello volsco un popolo
di origine pastorale e montanara. La direzione delle attività maritti-
me, infatti, fu probabilmente affidata a famiglie autoctone di ceppo
latino. Numerosi furono gli scontri fra Volsci e Latini nel corso del V
secolo a.C. per il dominio sul territorio laziale. In aiuto dei Latini
intervenne Roma, che vedeva nella potenza volsca una minaccia per
la sua stessa sopravvivenza e in
Antium
una rivale nel dominio costie-
ro e marittimo. Nel 468 a.C. la città fu presa dai Romani, che, a quan-
to dicono le fonti, vi dedussero una prima colonia.
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Are marmoree, indicate come provenienti
da un tempio dedicato al dio Nettuno.
Anzio; il faro costruito sui resti della Villa Imperiale.
N
ETTUNO
-
LA SUA STORIA