Foglie di Leccio.
Foglie di Sughera.
Narciso marino.
Litorale nei pressi del Castello di Astura.
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Dopo l’acquisto nel 1831 del territorio di Nettuno da parte della
famiglia Borghese l’immensa foresta che lo ricopriva fu distrutta nel
giro di poche generazioni, ricorrendo anche ad incendi colossali,
come quello che tra il 1888 ed il 1889 interessò la selva di Mattone, tra
Nettuno ed Astura.
Nei secoli precedenti la foresta, oltre al combustibile per la miniera
di zolfo di Tor Caldara, per le Ferriere di Conca e dell’Acciarella, e per
le fornaci locali di mattoni e di manufatti in argilla, aveva fornito
ghiande per l’alimentazione del bestiame, legna da carbone e legname
per carpenteria edilizia e navale, esportata anche nel Regno delle due
Sicilie e nel Nord Africa.
L’ambiente litoraneo sabbioso
Nel tratto di litorale compreso tra la foce del fosso del Foglino ed il
castello di Astura sono ben conservate le associazioni vegetali che un
tempo caratterizzavano le dune sabbiose del Mediterraneo.
In questo ambiente, dove si assiste ad un graduale passaggio di cin-
ture di vegetazione, dal mare verso l’interno, le piante sono estrema-
mente specializzate ed adattate per superare le condizioni estreme cui
sono sottoposte, in particolare nei mesi estivi quando si creano vere e
proprie situazioni desertiche.
Dopo la spiaggia troviamo una prima zona caratterizzata dal solo
Ravastrello marittimo, cui segue l’antiduna con le Gramigne delle
spiagge, la Calcatreppola, il Vilucchio marittimo e lo Zigolo delle
spiagge. Nei primi modesti rialzi dunali troviamo lo Spargo pungen-
te, il Finocchio litorale spinoso, l’erba Medica marina, e subito dopo il
Crucianelleto
, caratterizzato dalla presenza della Crucianella maritti-
ma e del Narciso marino. Nella duna retrostante sono presenti le
prime formazioni arbustive della macchia mediterranea che nel loro
insieme costituiscono il tumuleto, quali il Ginepro feniceo, il Ginepro
coccolone, il Lentisco, l’Asparago pungente, la Fillirea, il Mirto, ed i
primo Lecci, bassi e piegati dal vento.
N
ETTUNO
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LA SUA STORIA