L’edificio si fondava direttamente sulla parte dell’avancorpo della
peschiera romana, riutilizzandone la porzione meglio conservata; la
struttura fu per questo fortemente condizionata, nelle dimensioni e
soprattutto nella forma, dalle preesistenze.
La costruzione medievale era costituita da un recinto quadrilatero
di circa 30x25 m., alto 10 m. circa con merlatura di tipo guelfo; aveva
una struttura in tufelli rettangolari di circa 12x6 cm., disposti a corsi
orizzontali e paralleli, uniti con poca malta. Il mastio quadrato di
maggiore altezza era addossato al muro perimetrale, sud.
All’interno, un ballatoio realizzato in legno, lungo tutto il perimetro
delle mura, consentiva la difesa su ogni lato della costruzione.
L’ingresso alla fortificazione era garantito da un ponte levatoio
posizionato sul lato nord, lateralmente alla costruzione, tramite il
quale si accedeva attraverso un pontile di legno che poggiava sulle
sottostanti vasche della grande peschiera. Inoltre ad ostacolare l’avvi-
cinarsi all’edificio contribuiva la massiccia presenza dei ruderi della
peschiera (resti dei muri perimetrali) che affioravano visibilmente
dall’acqua.
Nel 1268 Torre Astura fu luogo del tradimento operato nei confron-
ti di Corradino di Svevia. Il giovane re si era rifugiato ad Astura per
raggiungere Pisa, ma qui fu catturato da Giovanni Frangipane, allora
signore d’Astura, rinchiuso nel Castello e successivamente consegna-
to nelle mani dei nemici per essere ucciso.
Astura passò poi sotto la proprietà di Pietro Caetani, nipote di
Bonifacio VIII, come risulta da una bolla del 1303, conservata
nell’Archivio Caetani.
Nel 1328, l’edificio subì notevoli danni da parte dei seguaci dell’im-
peratore Ludovico il Bavaro; la costruzione era sorvegliata, infatti, da
Angelo Francesco Malabranca che aveva abbandonato la fazione
imperiale e vi si era opposto. La fortificazione fu allora gravemente
danneggiata, soprattutto sui lati più esposti verso il mare, mentre si
mantenne pressoché integro il lato nord.
Dopo la metà del XIV secolo, nel 1367, Torre Astura venne ceduta a
Rinaldo e Giordano Orsini.
Di questa fase, nella costruzione, non si è rilevata traccia d’alcun
intervento, forse anche in ragione del fatto che la famiglia Orsini
detenne l’edificio solo per un breve periodo di tempo, fino al 1426,
anno in cui la torre fu ceduta insieme al territorio di Nettuno al Papa
Martino V, il quale la dispose a favore del nipote Antonio Colonna.
Da quel momento in poi Torre Astura fu in mano alla potente fami-
glia dei Colonna (signori del feudo di Nettuno) fino al 1594, anno in
cui fu venduta da Marcantonio Colonna, alla Camera Apostolica.
Ed è proprio sotto la Signoria dei Colonna, che si ravvisano grossi
lavori d’ampliamento e trasformazione del fortilizio, dettati essenzial-
mente da ragioni strategiche di difesa militare.
Nel XV secolo il pericolo più forte è rappresentato dalle invasioni
dei pirati turchi e l’architettura militare si adegua con nuovi sistemi
costruttivi anche in ragione della scoperta della polvere da sparo e
quindi dell’utilizzo delle armi da fuoco.
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Veduta aerea della peschiera di Astura.
Ponte in muratura,
frutto di trasformazioni ottocentesche.
Astura, luogo del “tradimento”
operato nei confronti di Corradino di Svevia.
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