Pagina 123 - NETTUNO LA SUA STORIA

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Forte Sangallo
Costruito da Antonio da Sangallo il Vecchio per papa Alessandro
VI, tra il 1501 ed il 1502, il forte coglie nelle sue strutture l’evoluzione
delle armi da fuoco, che iniziano a diventare più leggere e con mag-
giore capacità di fuoco, rappresentando uno dei primi esempi di for-
tezza con quattro bastioni angolari.
La struttura inferiore è formata da un basamento naturale di pietra
arenaria (macco), rivestito da una fodera muraria, ed isolato con lo
scavo su tre lati di un fossato. Le mura rettilinee superiori hanno uno
spessore di circa cinque metri con rivestimento di mattoni. Il mastio
di forma quadrata è collocato nel mezzo del fronte mare.
L’acceso al forte avviene dalla strada per mezzo di un ponte levato-
io, impostato su tre arcate che scavalcano il fossato; in origine l’ingres-
so era sul fronte mare con una scala amovibile. Il piazzale interno sul
quale si apre l’ingresso al mastio è caratterizzato da due loggiati che si
sviluppano simmetricamente su due lati, ciascuno articolato in sei arca-
te. Nel lato nord della coorte una scalea conduce al livello delle marcia-
ronde, dominate da una torretta cilindrica, coperta da un cupolino, che
un tempo serviva all’avvistamento delle imbarcazioni nemiche.
Una serie di stemmi riassumono una parte delle vicende edilizie
del forte. Il grande stemma papale in travertino in una parete laterale
del mastio ed altri piccoli sugli architravi delle finestre e delle porte
interne ricordano la costruzione voluta da papa Alessandro VI,
Borgia. La loro parziale abrasione è opera della famiglia Colonna,
quando dopo la morte del papa rientrarono in possesso del loro feudo
di Nettuno dal quale erano stati usurpati dalla famiglia Borgia.
Importanti lavori di restauro furono compiuti sotto il pontificato di
Paolo V Borghese (1601-1621), il cui stemma è posto sul parapetto
nord del forte. Lo stemma sottostante bipartito dei Barberini –
Colonna testimonia i lavori di riparazione eseguiti sotto il pontificato
di Urbano VIII Barberini (1623-1644). Nel pontificato di Alessandro
VII Chigi venne realizzata una merlatura a coda di rondine lungo il
parapetto della parete est, oggi dominata dal suo stemma.
La trasformazione più significativa del forte è avvenuta negli anni
venti del Novecento, quando l’architetto Carlo Busiri Vici lo adattò a
lussuosa residenza per il barone Alberto Fassini Camossi. La corte
interna fu abbassata di circa un metro; il fossato, ripristinato nella sua
antica quota, fu abbellito con vegetazione di tipo marino. Il mastio
venne regolarizzato, completando il secondo piano che fu concluso
con un coronamento in tufo. Fu demolita la vecchia scala esterna che
dalla spiaggia saliva all’ingresso originario del forte; venne invece
ripristinato il ponte levatoio sull’ingresso dalla strada. La torretta del
bastione sud est fu trasformata in un confortevole appartamentino.
Le ali ad arcate del cortile furono adibite a funzioni diverse. Il por-
ticato di sinistra fu lasciato aperto e vi fu allestita una piccola galleria
museale; alla sua estremità un ambiente chiuso fu trasformato in cap-
pella. L’ala opposta fu trasformata in salone di ricevimento; al disopra
furono ricavati gli alloggi per la servitù.
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Forte Sangallo prospetto del lato mare.
Stemma di Alessandro VI Borgia
committente dell’opera.
Interno del Forte Sangallo.
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LI EDIFICI ANTICHI