La datazione risalente al periodo romano, oltre alle ultime teorie
degli storici, che si sono dedicati allo studio del territorio in maniera
approfondita e scientifica, ai copiosi resti archeologici ritrovati nel-
l’area, possiamo dedurla anche dall’impostazione morfologica e
urbanistica del “
borgo
”.
Osservando con attenzione lo schema planimetrico del costruito
all’interno della cinta muraria fortificata, si può notare che, nella parte
più alta della cittadella, vi è un reticolo viario regolare che fa presup-
porre un insediamento, appunto d’epoca romana.
Inoltre, si può chiaramente notare una parte centrale libera, che
coincide con l’attuale area occupata dalla Collegiata di S. Giovanni, in
precedenza coincidente a sua volta con la Collegiata demolita nel
XVIII secolo e che forse coincise con la posizione di un tempio che la
maggioranza degli storici vuole fosse dedicato a Poseidone, dio del
mare. Quest’area, centrale rispetto al reticolo più fitto delle altre
costruzioni, è anche la zona più alta di questa parte di litorale, che ben
si prestava alla consuetudine radicata nell’antichità di voler
posizionare un edificio importante che doveva essere visto anche in
lontananza, sia da terra sia soprattutto dal mare. Molto probabile,
quindi, che nella parte nord, sul colle più alto, sia sorto un tempio
dedicato proprio al dio Nettuno, che successivamente ha dato il nome
all’intero agglomerato urbano.
La parte più a sud, nel tratto altimetricamente più basso dell’area,
invece, presenta la tipica struttura medioevale, meno regolare, più
sinuosa, a testimoniare che sicuramente in quel periodo vi fu un
ampliamento dell’abitato verso quel lato. Poiché il periodo interessato
a quest’espansione è quello che coincide con le scorribande saracene
sulle coste laziali, alcuni studiosi ipotizzano, portando a favore della
loro tesi i colori sgargianti del costume tradizionale nettunese, unico
nel suo genere, che proprio in quest’area vi sia stato un insediamento
dei “
mori
”, pirati, che arrivati per effettuare saccheggi e ruberie vi si
siano poi trovati così bene da decidere di restarvi a vivere stabilmente.
Nel secondo nucleo, viene a sua volta individuata un’area libera,
una piazza, su cui affaccia il Palazzo Baronale (realizzato in due fasi
successive), che ha due prospetti longitudinali importanti, uno fron-
testante il primo insediamento, rivolto verso la Chiesa di S. Giovanni,
l’altro prospiciente le nuove abitazioni, quasi a formare una “
cerniera
”
tra le due parti dell’agglomerato urbano.
Anche nell’area del nuovo insediamento, venne realizzata comunque
una piccola chiesa, oggi scomparsa, dedicata al SS. Sacramento. Il
Palazzo feudale si pone inoltre strategicamente, in posizione centrale
rispetto ai due nuclei, non solo, ma con il lato corto, dotato di torrione
e contenente il polo difensivo del posto di guardia, sottolinea la pro-
tezione dell’ingresso principale dell’abitato e di tutta la comunità. Altro
elemento di cui tener conto, fondamentale per la vita quotidiana è l’ac-
qua. Nelle mappe viene sempre segnata la fonte che serviva ai bisogni
quotidiani dei nettunesi. Accanto ad essa sorgeva anche la “
Mola
”, dove
veniva macinato il grano conservato nei “
pozzi di grano
”, toponimoorigi-
nariodellaPiazzaMazzini,situati immediatamentevicinoalpostodiguardia.
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Schema dell’ampliamento urbano,
con la realizzazione del secondo
insediamento abitativo.
Disegno dell’autrice.
Pianta del Castello di Nettuno nell’Ottocento.
N
ETTUNO
-
LA SUA STORIA
Chiesa del SS. Sacramento
situata al centro di piazza Colonna.