marciaronda, attento a non lasciarsi “fracicare”
dalle onde del mare, è sfiorato da uno scroscio di
acqua che non arriva dal mare ma gettato da una
finestra sovrastante. Alle sue proteste un : “Ahò,
che c’hai paura de morì?”. Ricorda sorridendo
Georg.“
Die Altstadt war mein Heim!
Il Borgo
praticamente era diventato casa mia”! “Il mare mi
è sempre piaciuto, forse lo preferivo col brutto
tempo e di notte, ma mi piaceva anche col tempo
bello, con la luna che vi si rispecchiava….
ich liebte
das stürmische Meer, besonders bei Nacht, aber auch
bei gutem Wetter gefiel es mir, nachts bei Mondschein
…
” Si gode le passeggiate quotidiane lungo tutta
la costa, ogni tanto va anche in campagna,
accompagnato dalla inseparabile lupetta Wolfi,
regalo della madre alla morte del suo primo cane.
Con Wolfi sempre al suo fianco scopre la Torre
del Monumento e la strada romana, vicino a quel
bellissimo bosco di pini marittimi della Campana
che qualche decennio prima ha incantato anche il
vate D’Annunzio. Si picca di aver scoperto per
conto suo la strada romana, allora non ancora
cons iderata e va lor i zzata .Ne parla anche in
una trasmissione dell’allora nascente emittente
televisiva “Teleobiettivo”, lamentando la scarsa
attenzione dei nettunesi verso le loro bellezze
naturali e storiche. In quella trasmissione parla
del Sughereto che, dopo essere stato brevemente
utilizzato per corse di cavalli sarà ridotto a
discarica abusiva; della strada romana e della
utilità di studiare la rete stradale romana della
zona, infine della Torre del Monumento dove
“allora si bruciavano solo montagne di
plastica”. Oggi, ripensandoci, c’è un po’ della
soddisfazione del nettunese nel vedere come la
discarica al “Sughereto” sia quasi sparita, la
strada romana sia stata rivalutata ed “aggiustata”
e la Torre del Monumento sia adesso tutelata,
“protetta, anche se abbandonata”, sospira Georg.
La madre continua a lavorare a maglia,
occupazione che ormai da anni permette loro di
sopravvivere. E’ molto brava ed il lavoro non le
manca, ma gli introiti più importanti sono ormai
le barchette che Georg continua a costruire e che
permettono loro anche di superare il brutto
inverno del 1956, quando abbondanti nevicate
colpiscono anche Nettuno, costringendo
l’Amministrazione Comunale ad organizzare una
mensa popolare nel Palazzo comunale,
specialmente per i contadini, gli edili e quanti, a
causa della neve, non hanno di che sfamarsi.
Georg e la madre riescono ad evitare la mensa
comunale grazie appunto al lavoro a maglia della
mamma, alle barchette di Georg e alla commissione
di quadri sulla storia dell’approdo dellaMadonna delle
Grazie nel 1550. L’incarico è del Rettore del Convento
del Santuario il quale, ogni voltacheGeorgconsegnaun
quadro, lo paga. Georg ha venti anni. Questi nove
quadri permettono ai Keil di superare quasi senza
problemi “la neve nettunese, cheiodovevospalare,
genau
wie in Österreich
, proprio come in Austria, davanti la
portadellanostra casa invia StefanoPorcari, al Borgo”.
G
IORGIO
P
AGLIUCA
- A
LBERTO
S
ULPIZI
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