Pagina 13 - GEORG KEIL

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verso la madre è molto forte e tale rimarrà per
tutto il tempo che Georg condividerà ancora con
lei. AGraz frequenta nuovamente la prima classe.
In quella scuola viene riconosciuto per la prima
volta il suo talento artistico: Georg, in disegno,
risulterà il migliore di tutti gli alunni delle
quattro classi della scuola. Gli piace tanto
lavorare con l a pl as t i l ina . Si appassiona a
lavorarla, a scolpirla. Quelle “creazioni artistiche”
sono frutto della necessità di esprimere, di dire,
di trasmettere le sue sensazioni. Non ha ricordi
dell’”
Anschluss
”, dell’annessione dell’Austria al
terzo Reich tedesco del 1938. Nei suoi ricordi
l’Austria è parte del Reich ed il nazismo è la sola
forma di governo che conosce. Ricorda che sulle
porte degli uffici si legge “
Unser Gruß ist
, il nostro
saluto è,
Heil Hitler!
” Gli piace molto un libro di
biologia, nel quale è scritto di evitare i contatti
con persone di origine ebraica: “Una razza
degenerata”. Gli rimane ancor oggi la domanda:
”Perché?”. Ma ammette di non essersi sforzato
troppo nel cercare di capire il nazismo. Per lui è
“una cosa dei grandi”. Gli argomenti trattati nel
libro non lo convincono e questo sarà uno dei
suoi pochi punti di contatto con il razzismo
nazista. In casa, con Elisabeth e Giuseppina, non
se ne parla. Sua madre riesce ad evitare che entri
nella
Hitler Jugend
, gioventù hitleriana, perché era
lungenschwach, nicht krank aber schwach
”, debole
di polmoni, non malato ma debole. Così non
partecipa mai alle manifestazioni di regime, delle
quali è sempre e unicamente spettatore.Ricorda
in particolare, una commemorazione ai caduti
presso un monumento alla periferia di Graz, una
statua: “ci sarà ancora?…. Tutti in uniforme alle
adunate naziste alle quali lui, al contrario dei suoi
amici, non partecipa ma non per questo si sente
un escluso. L’importante, dice oggi, è che sua
madre sia riuscita ad evitargli qualsiasi
coinvolgimento. Per lui non è del resto un
problema; già da allora preferisce stare da solo.
Elisabeth dovrebbe iscriversi al partito nazista,
anche per fare carriera da dipendente statale, ma
non vuole, né voterà mai per qualcuno, così come
non vuole che suo figlio si iscriva alla “
Hitler
Jugend
”. Viene anche minacciata: ”La smetta
altrimenti la facciamo sparire”. In quegli anni
molti “sparivano” senza più dare notizie. Georg
torna con la mente alla gente che parte per la
guerra, uomini, donne, parenti , amici e
conoscenti, il ricordo più vivo è dei
bombardamenti aerei. All’inizio saltuari, poi
sempre più frequenti e alla fine continui, con tutti
gli immaginabili risultati del dopo-
bombardamento:
distruzione,
morte,
disperazione, angoscia, paura. Le sirene degli
allarmi, il terrore del loro suono e delle
conseguenze. Il tutto con gli occhi di un bambino
costretto a diventare grande anzitempo. Torna ad
un momento difficile, quando lui e la madre sono
sorpresi dall’allarme aereo a Graz, nella grande
Wienerstrasse, lontani da un rifugio e un soldato
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